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Fervicredo alla commemorazione della strage di via D’Amelio

fervicredoFervicredo alla commemorazione della strage di via D’Amelio: “Momenti utili per riflessioni che devono impegnare per tutti i giorni dell’anno. Tanto c’è da fare, anche se tanto è stato fatto”

“Ci sono giorni che hanno un valore tale da poter assurgere a simboli di tutto quanto significa lotta alla criminalità e sforzo per ricordare, oltre che per trovare la via giusta per stare concretamente al fianco delle Vittime e alle loro Famiglie. Certamente il 19 luglio è una di quelle date e noi non potevamo che essere in prima fila alla commemorazione delle Vittime della strage di via D’Amelio, il giudice Paolo Borsellino, e cinque agenti della polizia di Stato che lo scortavano, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter, Cosina e Claudio Traina. Presenti il 19 luglio a questa cerimonia di Venezia, ma attivi per trecentosessantacinque giorni all’anno per dare concretezza alle parole e alle riflessioni che si fanno in occasione di queste commemorazioni, che sono e restano importanti ma il cui significato deve andare al di là delle cerimonie”. Queste le parole di Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), dopo la partecipazione alla cerimonia commemorativa della strage di via D’Amelio che si è tenuta a Cavallino Treporti (Ve), organizzata assieme al Sindacato Indipendente di Polizia Coisp, con una fiaccolata in prossimità del monumento alle Vittime dell’eccidio di mafia. Una fiaccolata in cui il “sacro fuoco” del ricordo potesse riaccendersi e ardere nelle menti e nei cuori di tutti i presenti che hanno acceso le proprie fiammelle proprio dalla fiaccola di Schio e del figlio di Lino Sabbadin, il macellaio ucciso in agguato ordito da membri del gruppo Proletari Armati per il Comunismo a Santa Maria di Sala (VE) il 16 febbraio 1979 durante gli anni di piombo. Due persone che hanno simboleggiato, assieme ai Martiri di via d’Amelio, tutte le Vittime di ogni forma di brutalità, di violenza, di criminalità.

“Dopo 18 anni dalla prima edizione di questa manifestazione siamo ancora qui – aggiunge Schio -, e continuiamo a sostenere, come andiamo ripetendo da sempre, come non abbia alcuna importanza il nome specifico della violenza che lascia sul campo Vittime. Che si chiami terrorismo, mafia, criminalità, delinquenza di ogni tipo, e sforzo per garantire la sicurezza altrui, ogni volta che c’è un Servitore dello Stato che paga con la salute o con la vita il prezzo della propria fede, del proprio spirito di sacrificio, del proprio senso del Dovere, allora non può che esserci la risposta solidale, salda, vera e convinta della società che deve sentire con pari forza il dovere di stare vicino a chi resta per replicare con la dovuta onestà la dedizione e l’onore che persone come Borsellino, Catalano, Loi, Li Muli, Cosina e Traina ci hanno insegnato. I loro nomi come quelli di Falcone e di tanti altri sono e restano stelle polari – dice ancora Schio – e ci spingono a fare sempre di più e sempre meglio la nostra parte di cittadini, per quanto riguarda noi di Fervicredo assolvendo al nostro compito di sostenere Vittime e Familiari nel doloroso viaggio sulla strada che possa portarli a rivivere. Perché ancora tanto c’è da fare – conclude Schio -, anche se è una cosa buona e giusta sottolineare che tanto è stato fatto, e che i risultati che conseguiamo ci spronano a non fermarci e a non abbassare mai la guardia, perché le Vittime e i loro Familiari possano contare su un sostegno sempre maggiore e sempre più significativo, e perché il ricordo di chi ci ha lasciato possa essere debitamente onorato”.

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