Museo delle parole scritte a mano… testo introduttivo…
Nella materia oscura, la strada non è tracciata e si nota un certo ventolio sul fianco ripido, sul pendio a precipizio della sponda sinistra del fiume, in pieno solatio. Una mano aperta preannuncia la preziosa scrittura manuale che sarà vergata nel cuore della notte con particolari note a margine. Qualcuno si è cimentato nel timbrare a mano i tratti irregolari della scrittura con una linea rossa che lambisce in più punti i margini dello sfrido.
È stata ricavata anche una lastrina di piombo incisa che contiene circoscritta la memoria profonda delle parole e in essa anche la versione manipolata della leggenda sulla casa degli abissi.
Un foglio strappato intenzionalmente dal libro chiuso posato sul pavimento, al centro della stanza immateriale: quando ogni pagina sarà aperta si potrà trovare quella particolare croce stampata sulla carta dove testi improvvisati introducono per i lettori più preparati le antiche mappe di avvicinamento…
Quando sarà il momento di spedire ad un altro archivio specializzato un libro pieno di macchie di colore, e storie segrete, come imitazione di un documento falso, si dovrà cercare nei cassetti un misterioso libretto che abbia come segnalibro una piccola foglia rossa posizionata nell’elenco dei defunti.
Un autoritratto fotografico è conservato nella famosa pinacoteca scomparsa, hatanti piccoli buchi nella carta quel ritratto fotografico: occorre prendere in mano la spiegazione degli antichi affreschi e lungo la strada della regina cercare i segni misteriosi di sangue occulto.
Cade la pioggia sul terreno cespuglioso e noi lasciamo spegnere il fuoco. Prima di bere l’acqua come dal rituale del libro, occorre tagliare un ramo, tutto attorno raccogliere anche tutti i rami secchi caduti dagli alberi, poi guardare lontano e andare nel bosco per nascondere il libro delle parole scritte a mano. Sicut quotidie facere…
Bruno Chiarlone Debenedetti