Editoriali

La storia che narriamo si ripete diversa Bruno Chiarlone Debenedetti

Antonio Baglivo - cartellino da appendere (1)
Antonio Baglivo – cartellino da appendere (1)

Ogni volta che la storia viene interrotta bisogna ricominciare dall’inizio. Ma non dallo stesso punto. Ogni inizio può essere diverso, poi la storia può magari procedere come quella della volta prima, inserendo minime variazioni, soffermandosi maggiormente su alcuni particolari per spiegarceli meglio. Altri punti possono essere tralasciati o dati per già conosciuti nelle narrazioni precedenti.

Quando poi il percorso narrativo arriva ad un bivio si può prendere un’altra strada e allora la storia per un tratto sarà diversa. Ci si potrà imbarcare nell’antico porto di Savona su di un veliero diretto nell’America del sud oppure imbarcarsi su di un leudo o su di unatartana che navigherà lungo la costa e si dirigerà a Nizza o a Marsiglia, portando botti di aleatico che si era vendemmiato sulle colline assolate del nostro paese al centro della valle.

Anche se la storia si capovolge completamente le grandi linee della narrazione sono ancora parallele ed avranno più di un senso da scoprire. La storia che narriamo cresce giorno per giorno e si intreccia con nuovi episodi e complicazioni, come nella vita.

Ogni volta che la storia non arriva alla fine, la volta dopo occorre ricominciare da capo, ma con un inizio diverso. Il tempo che è passato in mezzo trasforma le nostre memorie orali, le teste pensanti di chi ascolta.

Non c’è quasi nulla di fermo: la storia che nuovamente raccontiamo si sviluppa sul terreno colto e incolto, come una pianta che corre, una rampicante, una zucchina trombetta d’Albenga, una piantagione di cavoli verza, un gialla infiorescenza tardiva di zucca, frutti della terra, semplici e preziosi…

Bruno Chiarlone Debenedetti

 

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