Battesimo della nuova barca e presentazione del documentario su The Sea for Social Inclusion
Il programma che ha dato competenze professionali nautiche a minori extracomunitari non accompagnati e giovani sardi con problematiche penali
In mare hanno visto la morte in faccia, nel mare ora scrutano un futuro sereno. Bastava guardare come brillavano gli occhi ai minori extracomunitari ieri pomeriggio durante il battesimo di Masaccio ITA 1132, la barca protagonista della cerimonia, madrina la giornalista Flavia Corda, negli spazi della Lega Navale Italiana – sezione di Cagliari. Una festa per il gruppo di ragazzi africani, arrivati in Sardegna su barche di fortuna, e poi saliti a bordo di Masaccio la barca scuola del progetto “The Sea for Social Inclusion”. Un laboratorio dove hanno aperto la cassetta degli attrezzi del mestiere di marinaio e skipper, ma pure preso il brevetto da sub. Ora sono pronti per prendere il mare con più serenità e sicurezza grazie all’opportunità di trovare un lavoro.
Dall’esclusione sociale al lavoro da skipper
Una speranza per i giovani che insieme a minori sardi con problematiche penali hanno seguito i corsi della New SardiniaSail. L’associazione sportiva velica dilettantistica e di promozione sociale presieduta dal presidente Simone Camba e composta da agenti della Polizia di Stato che dal 2013 impiegano il loro tempo libero per seguire e dare competenze professionali ai ragazzi socialmente svantaggiati. Un impegno sottolineato dal Questore di CagliariPierluigi D’Angelo che ha assicurato “massimo sostegno all’iniziativa e a queste attività”, massima fiducia anche dal Comandante della Capitaneria di porto di Cagliari Giuseppe Minotauro e da Gianfranco Fara presidente CONI Sardegna.Il lavoro di New SardiniaSail è durato anni che ha portato all’acquisizione di Masaccio ITA 1132, ma preceduto da tante preparazione nei banchi, al computer e su altre barche utilizzate da New SardiniaSail che ha anche fatto incontrare i neo-skipper con grandi navigatori internazionali. “Oggi è stato il giorno dell’orgoglio, la gioia non è solo per la barca, ma soprattutto per le competenze acquisiste dai ragazzi – sottolinea il presidente Simone Camba davanti alle istituzioni che hanno supportato il progetto -. Hanno preso il mare per disperazione, incuranti dei rischi. Oggi ci sono concrete opportunità di lavoro, sono stati avviati dei contatti, nel mondo della nautica. In concreto possono fare gli skipper, lavorare nelle escursioni marini, nel charter, nella manutenzione, nei cantieri nautici”.
Verso l’inclusione sociale e i primi lavori con le escursioni
Il progetto “The Sea for Social Inclusion” è stato finanziato dalla Regione Sardegna Assessorato alle Politiche Sociali con il patrocinio della Polizia di Stato e il sostegno del Dipartimento di Giustizia Minorile per la Sardegna.”La Polizia ci ha dato un forte sostegno anche regalandoci dei computer, il Dipartimento ci ha dato fiducia attraverso l’affidamento dei minori sottoposti a misura penale. Ragazzi fragili con biografie di vita segnate dalla droga e dalla marginalità che in mare e attraverso la vela hanno acquisito sicurezza per intraprendere nuove strade e vivere altre esperienze – sottolinea Simone Camba, il presidente di News SardiniaSail affiliata al gruppo velico Doppiavela Sailing Team progetto Doppiavela Solidale -. Questa volta nel solco della legalità per arrivare come i giovani extracomunitari ad una vera integrazione ed inclusione sociale”. Con la nuova barca si sono create anche le prime occasioni di lavoro attraverso escursioni organizzate con associazioni e gruppi che hanno chiesto i servizi offerti dai ragazzi. Prime importanti esperienze professionali in mare.
Il documentario
Con “The Sea for Social Inclusion” si è realizzato un documentario, a cura del gruppo dei filmaker del Consorzio Eja TV, presentato durante la cerimonia dove parlano i ragazzi e gli operatori con le immagini girate in mare aperto. A iniziare da quelle della traversata fatta nei mesi scorsi dalla Turchia alla Sardegna. Un’esperienza di navigazione vera ad alto livello formativo per i neo skipper. Il documentario si vuole presentare in giro per l’Italia, in tutti quei luoghi dove può rappresentare una testimonianza del lavoro e delle esperienze fatte a Cagliari. Un modello che può essere seguito da altre associazioni.