Amo Monte quanto Foggia, ma qualcuno non lo comprende
Amo Monte quanto Foggia, ma qualcuno non lo comprende perché pensa con la tessera, non con la testa, la propria. Eppure dovrebbe esser aperto per la sua giovane età, che lo proietta verso futuri migliori se riuscisse a liberarsi dai fantasmi, ormai agonizzanti e sempre belligeranti nel loro alveo di quei rivoli di correnti acefale, che logora il suo impegno, pur credendo il contrario. Ma forse non lo sa o glielo fanno credere pur di far rimanere a galla un progetto dove lui è l’agnello sacrificabile. Ed è qui che c’è il mio impegno giornalistico e sociale, per allontanare gli spettri di una politica partitica, qualunque essa sia, distratta nel garantire la Res Pubblica, che condanna per indizi e cuginanze, perciò non prove, divenuta unilaterale per meri fini di potere, anche dissacrante. Monte merita il meglio, che c’è ma che ora è chirurgicamente adombrato.
Purtroppo siamo alle solite. In politica, perché in questo ambito si crede che essere eletti significa poter tutto, lo scarica barile diventa strumento di difesa per ciò che non si riesce a fare. E spesso lo è anche di offesa, inteso come spergiuro. Se qualcosa va male è sempre colpa di quello che lo ha preceduto. Una tattica che prende alla pancia l’elettore, ma che a lungo andare si esaurisce, come le energie, per far spazio alla mente, che elabora e giudica.
Un buon amministratore deve anche riconoscere i suoi limiti, deve riconoscere il lavoro svolto dal precedente e ottimizzarlo, ma sempre dandogli i meriti. Invece non è così. Si assiste sempre all’auto celebrarsi pur non facendo nulla o poco, e male. Con questo comportamento si distrugge il territorio, si condanna la comunità a soffrire e pagare sbagli evitabili.
Un sindaco, seppur tesserato per un partito, deve assolutamente far ciò che la comunità ha bisogno, non il bisogno del partito. E soprattutto deve pensare col proprio cervello, non con quello di chi lo ha proposto per la carica, a prescindere dal partito: per me ormai uno vale l’altro, pur avendo le mie ideologie.
Ovviamente è una mia opinione, che piaccia o meno, non m’interessa perché è la mia. E la dico, la scrivo, come sempre e liberamente.
Il cambiamento è un’azione difficile, raggiungibile solo se si è liberi da logiche partitiche, mettendo da parte gli interessi di pochi per attuare quelli di molti, nello specifico dei montanari, stanchi di contese obsolete e autarchiche come editti bulgari.
Suggerisco (non consiglio perché lo fa il medico) chi amministra di studiarsi bene Kant e Marx poiché nei loro scritti c’è la morale, la pace e la pubblica e piena utilità della Res Pubblica applicata e non favoleggiata nei comizi che tanto attirano quanto poi sconfortano dopo le cariche assunte. Consiglio anche di rileggersi (perché gli studi fatti, quelli classici, lo attestano) Platone e Socrate perché grazie a loro, con le loro agorà, la democrazia non è solo una parola, bensì fatti concreti. Non mi dilungo nel suggerire anche una buona e piena lettura del “mio” Giordano Bruno; potrebbe esser troppo impegnativo e dispendioso in termini di tempo e di energie da riporre principalmente nella gestione comunale.
Ad Maiora!
Nico Baratta