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PARCO ARCHEOLOGICO DELL’APPIA ANTICA LA FARINA DEL MINISTRO VA TUTTA IN CRUSCA

q104rU0Riceviamo e pubblichiamo integralmente qui di seguito, l’appello dei dipendenti del Parco Archeologico dell’Appia Antica che vivono una situazione lavorativa inaccettabile sotto tutti i profili, in bilico tra il grottesco e il tragico afferma, il Segretario Nazionale CONFSAL-UNSA Beni Culturali Dott. Giuseppe Urbino.

Le roboanti dichiarazioni dell’Onorevole Ministro e della sua corte a proposito degli straordinari effetti della sua riforma, dichiaratamente a costo zero, continuano ad essere smentite dai fatti. Siamo ben oltre il caos e la paralisi tante volte denunciati, anche da questa Organizzazione – prosegue il sindacalista – oltre che dai più eminenti esperti, giornalisti, cattedratici. Qui siamo all’inimmaginabile.

Era il marzo di due anni addietro – prosegue Giuseppe Urbino – quando un orgoglioso Franceschini annunciava: “Nasce il Parco archeologico dell’Appia Antica che ha competenza sul tratto romano ma avrà anche il compito di essere l’interlocutore del Ministero con gli altri Enti per tutto il resto del tracciato fino a Brindisi!”.

E da dove interloquisce con costoro il Parco Archeologico? Dalle panchine dello stesso? Vergando con penna d’oca – in assenza di computer – note e precetti? Organizzando postazioni bucoliche per i propri dipendenti per poggi e convalli? – si domanda il Sindacalista – ad oggi il nuovo Istituto non ha ancora neppure una sede, non ha postazioni di lavoro, non ha dotazioni strumentali. Delle norme di sicurezza, del benessere dei lavoratori, nessuna notizia.

Ecco i frutti (amari) della sua riforma.

Dal signor Ministro ci aspettiamo un intervento decisivo, ora, che ponga fine a questa vergogna.

Al signor ministro diciamo che l’Unsa – conclude Urbino – intende comunque raccogliere immediatamente la richiesta, il disperato s.o.s., dei lavoratori PAAA e operare in tutte le sedi competenti, con ogni strumento, perché vengano riconosciuti loro i giusti diritti e le obbligatorie tutele.

Appello sottoscritto da i lavoratori del Parco Archeologico dell’Appia Antica

I sottoscritti dipendenti del MIBACT in servizio presso il PAAA denunciano lo stato dl insostenibile degrado professionale nel quale versano a causa della perdurante assenza di una sede, di dotazioni informatiche, di postazioni di lavoro.

Tale umiliante condizione, che si protrae dall’atto della stessa istituzione del PAAA, è ben nota all’onorevole Ministro, alle competenti DG, alle OO.SS. e ciononostante a tutt’oggi alcun atto è stato emanato per porre fine a una situazione che, oltre a ledere l’immagine di un’Amministrazione alla quale gli scriventi continuano a dedicare le migliori energie, si configura ormai come vero e proprio mobbing a danno degli stessi dipendenti.

Ai sensi del D.M. n°44/2016, articolo 6, comma 5, il superiore Ministero avrebbe dovuto dotare, infatti, il PAAA di immobili e complessi da adibire a uffici entro i successivi trenta giorni. Ne sono trascorsi settecentotrentotto, nel corso dei quali gli scriventi hanno operato precariamente, con spirito di servizio, in ambienti assegnati ad altri Istituti, ostaggio delle evoluzioni e degli umori dei titolari degli stessi, deprivati di tutto, dalle scrivanie alle dotazioni informatiche, ai materiali di consumo, agli spazi fisici vitali, in una condizione che non ha precedenti nella storia della Pubblica Amministrazione.

Figli di un dio minore, i sottoscritti hanno continuato ad osservare, sgomenti, la sostanziale indifferenza del proprio Ministero alle gravissime problematiche puntualmente segnalate dal Direttore, da alcune Organizzazioni Sindacali, dai sottoscritti hanno continuato ad osservare, sgomenti, la sostanziale indifferenza del proprio Ministero alle gravissime problematiche puntualmente segnalate dal Direttore, da alcune Organizzazioni Sindacali, dai singoli; hanno dovuto registrare II continuo rimpallo di responsabilità tra le strutture ministeriali di vertice, l’immobilismo di fronte alle azioni di alcuni Capi di Istituto che continuano a requisire, non si sa in base a quali disposizioni, locali e ambienti di lavoro con blitz da guerriglia pur avendo in assegnazione sedi, strumenti, dotazioni finanziarie di rispetto. Di contro, gli scriventi vengono quotidianamente redarguiti e vessati per il fatto di continuare a lavorare, nonostante tutto, in pochi ambienti, in formazione sparsa, in condizioni di stress psicofisico indicibili, privi di ogni strumento necessario, indignitosamente agglutinati in spazi ridottissimi, e tuttavia da altri rivendicati. Noi lavoratori del Parco Archeologico dell’Appia Antica, pertanto

CI APPELLIAMO

alla Carta Costituzionale, i cui articoli 32 e 35 riconoscono e tutelano la salute come un diritto fondamentale dell’uomo e tutelano il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni; agli articoli 2043 e 2087 del Codice Civile, che prevedono l’obbligo dl risarcimento in capo a chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto con qualunque fatto doloso o colposo e obbligano il datore di lavoro ad adottare tutte ie misure idonee a tutelare l’integrità fisica e morale dei lavoratori; allo Statuto dei Lavoratori (Legge n° 300/1990 e s.m.i.) per l’individuazione di eventuali comportamenti discriminatori del MIBACT nei confronti dei dipendenti PAAA; al D.Lgs. n° 81/2008, articoli 1-3, 5-8, 13, 15, 62-64, 71; al diritto alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.

CHIEDIAMO

• l’immediato intervento delle OO.SS. a tutela della dignità del lavoro e della salute del lavoratori; – l’adozione indifferibile, da parte delle competenti Direzioni Generali del MIBACT, di ogni atto necessario a porre fine tale inaccettabile condizione lavorativa. (Lettera firmata)

 

 

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