Orrore sul Gargano. Altri macabri rinvenimenti di ossa umane; “lupara bianca” la pista più battuta
Sabato 04 marzo sempre nelle località predette i “Carabinieri Cacciatori”, sempre durante il loro instancabile certosino lavoro di censimento, georeferenziazione e ispezione degli anfratti naturali che caratterizzano il Gargano, hanno fatto un’altra macabra scoperta. Resti di ossa umane e precisamente falangi di un piede. Il rinvenimento è avvenuto in località “Paradiso selvaggio”, a Vieste, a poche ore da quello precedente. Questa volta i resti umani sono stati trovati a circa sei metri di profondità, “conservati” all’interno di uno stivale in gomma, solitamente usati dai pastori per portare al pascolo le greggi. Le condizioni dello stivale e delle ossa umane fanno pensare ad un reperto di qualche anno, indizio che prefigura la pista della “lupara bianca” quella più certa. Nel precedente articolo elencammo le sospette scomparse più recenti tra quelle balzate di più in risalto alle cronache italiane (vedi Focus a piè di articolo). Un’ipotesi che gli inquirenti stanno vagliando con maggiore occhio clinico poiché in quella località il 6 luglio del 2011, fu ritrovata la Fiat Punto del 41enne Francesco li Bergolis, misteriosamente scomparso un mese prima, appartenente alla nota famiglia di Monte Sant’Angelo, coinvolta in una sanguinosa faida che per anni ha disseminato di morti e feriti quegli splendidi territori. E come per gli altri rinvenuti due giorni prima i pochi resti ossei umani verranno inviati a Roma presso il RIS, che fornirà una risposta circa tra due settimane. L’ipotesi della “lupara bianca” per il succitato li Bergolis è molto vicina, ma bisogna ricordare che quell’area è terra di pastori e perciò battuta da altre persone.
L’opera che stanno svolgendo i “Carabinieri Cacciatori”, ci fa sapere il Comando Prov.le dell’Arma «è finalizzata a “preparare il terreno” ai colleghi che ormai a breve si stanzieranno definitivamente sul Promontorio, che sta un po’ alla volta costringendo il Gargano a restituire i corpi delle tante vittime di “lupara bianca” che, negli ultimi decenni, hanno accompagnato il radicamento della criminalità organizzata in territori meravigliosi come quelli di Vieste stessa, Mattinata e Monte Sant’Angelo, ma non solo, mettendone a gravissimo rischio ogni forma di vero sviluppo».
FOCUS
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