I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, appartenenti al comando tutela per l’ambiente, collaborati da personale tecnico di Arpa puglia e dai militari della locale compagnia Carabinieri, diretti dalla Procura di Foggia, hanno sottoposto a sequestro preventivo impianto di depurazione industriale del consorzio Asi, sito in località “Incoronata” del comune di Foggia, dell’estensione di circa 15.000 mq e del valore approssimativo di € 1.800.000/00, gestito dalla società “General costruzioni srl”, con sede legale a Foggia.
Nel contempo è stato denunciato il legale rappresentante perché ritenuto responsabile delle violazioni per i reati di cui:
– Art. 81/2° comma c.p.; Art. 137/5° comma del d.l.vo 3.4.2006 nr. 152;
– per avere, nell’effettuazione di scarico di acque reflue industriali, superato più volte i valori limite tabellari; Art. 256/1° comma lett. A) e d.lvo 3.4.2006 nr. 152
– per aver, nella gestione dei rifiuti speciali non pericolosi, nel caso di specie nello stoccaggio di fanghi di depurazione industriali provenienti dal trattamento di impianto di depurazione chimico/fisico, superato il limite di deposito temporaneo di un anno, senza autorizzazione, in violazione dell’art. 183/1° comma lett. M) in danno del locale corpo idrico superficiale e del suo delicato equilibrio fauno naturalistico.
[ASI Foggia. Ecco il video del sequestro dell’impianto di depurazione girato con un drone dai Carabinieri del NOE su gentile concessione del giornale web La Gazzetta Meridionale]
Il torrente Cervaro, fa sapere il NOE, è il corso d’acqua più importante della Puglia per biodiversità tanto da comprendere nel suo bacino ben due siti di importanza comunitaria, una zona speciale di conservazione, il parco naturale regionale Bosco Incoronata, l’Oasi Lago Salso del Parco Nazionale del Gargano e due importanti bird area. Per questi motivi la Regione Puglia lo ha menzionato all’interno del piano paesaggistico regionale (pptr) quale “progetto integrato di paesaggio sperimentale” in virtù della sua particolare collocazione geografica di collegamento fra il subappennino dauno ed il tavoliere.
Il perdurare della immissione nel torrente dei reflui inquinati derivanti dal depuratore Asi, ha sicuramente contribuito alla alterazione del fragile equilibrio floro-faunistico degli habitat del parco regionale bosco incoronata compromettendo tutti gli interventi realizzati con il progetto life natura tesi all’incremento della biodiversità del sic it9110032 ‘Valle del Cervaro-Bosco Incoronata’ ed al miglioramento degli habitat (92a0 foreste e galleria di salix alba e populos alba – 6220 percorsi substeppici di graminacee e piante annue – 91aa boschi orientali di quercia bianca).
L’impianto in questione è un impianto depurativo di tipo “bio chimico fisico” a servizio dell’intero comparto produttivo di proprietà del consorzio e condotto dalla società “general costruzioni srl” ed ivi giungono scarichi di ogni genere di insediamento produttivo allacciato alla rete fognaria consortile, dall’industria conserviera a quella meccanica ed altre, nonché dal locale mattatoio.
Già la locale Arpa Puglia aveva rilevato in più occasioni il superamento dei limiti tabellari di moltissime sostanze ed una successiva ispezione dell’impianto ne ha accertato la completa inattività ed in particolare l’abbandono per “mancanza di fondi” del dissabbiatore, la centrifuga fanghi, il chiarificatore primario e secondario e digestore. All’interno del digestore, inoltre, sono state rinvenute alcune centinaia di metri cubi di fanghi in completo stato di abbandono, lì depositati da diversi mesi. Per le attività di indagine è stato utilizzato drone specializzato in rilevazioni ambientali.
Inquinamento del fiume Cervaro. Perché tanto tempo per intervenire. Lo rivendica il WWF e il Centro Studi Naturalistici di Foggia.
Dopo quasi tre anni dalla prima denuncia di CSN ONLUS e WWF Foggia sul grave inquinamento ambientale del torrente Cervaro, è di oggi la notizia del sequestro, effettuato dai Carabinieri del NOE, dell’impianto di depurazione industriale del consorzio ASI di Foggia. L’accusa è di aver superato più volte i valori limite tabellari nello scarico delle acque reflue industriali all’interno del Cervaro.
Sin dall’agosto 2015 il Centro Studi Naturalistici lanciò l’allarme per l’inquinamento del torrente. Così raccontava allora il faunista Matteo Caldarella: «Nel week end di ferragosto stavo percorrendo via Trinitapoli, quando dall’auto ho percepito un forte odore di ammoniaca. Sono sceso ed ho visto le acque del Cervaro nere che emanavano un odore nauseabondo».
Subito dopo seguì un circostanziato esposto alla procura della Repubblica, al CFS e alla Regione, a firma di CSN e WWF, con il quale si segnalava che il torrente Cervaro trasportava, a valle della SS16 e fino all’interno dell’Oasi Lago Salso nel Parco Nazionale del Gargano, un liquido di colore brunastro e con odore a dir poco nauseabondo, difficilmente attribuibile ad acque di origine piovana o naturale. Nell’esposto si sottolineava che durante le ordinarie attività di monitoraggio faunistico condotte alcuni giorni prima dell’inquietante scoperta, il Cervaro a monte della zona industriale era a secco. Facile quindi individuare nella zona industriale di Foggia l’area da cui proveniva l’inquinamento.
Il fenomeno si è poi puntualmente verificato anche negli anni successivi senza che vi fosse alcun intervento, tanto che ad agosto scorso le due associazioni hanno presentato una nuova documentata denuncia alle autorità competenti.
Oggi finalmente la svolta con il provvedimento di sequestro.
Accanto alla soddisfazione per l’intervento odierno dei Carabinieri del NOE, resta l’amarezza per aver dovuto attendere così tanto tempo affinché si prendessero provvedimenti.
Nel frattempo in questi anni si è continuato a sversare acque inquinate mettendo a rischio habitat e specie di importanza prioritaria per la Comunità Europea, oltre che la salute dei cittadini, considerato che le acque del Cervaro vengono purtroppo utilizzate per irrigare i campi prima di riversarsi nel Golfo di Manfredonia dove migliaia di turisti si bagnano tranquillamente.
Il torrente Cervaro è, infatti, uno dei corsi d’acqua più importanti della Puglia. Collegando i monti della Daunia con il golfo di Manfredonia, attraverso il Tavoliere e il Parco Naturale Regionale del Bosco Incoronata, costituisce un importante corridoio ecologico di collegamento tra le zone umide costiere e i boschi dell’Appennino.
Prima di immettersi nell’Adriatico, le sue acque alimentano l’Oasi Lago Salso, un’importantissima zona umida e uno dei siti chiave per la conservazione della natura in Italia.
Data la sua importanza naturalistica è stato riconosciuto dall’Unione Europea, per la maggior parte del suo corso, come Sito d’Importanza Comunitaria mentre la Regione Puglia lo ha individuato come corridoio ecologico “modello” del Piano Paesaggistico Regionale (PPTR).
Tutti questi vincoli non sono purtroppo serviti finora a tutelare il torrente. CSN e WWF si augurano che da oggi cominci una nuova storia.