FRAGOLE E FILO SPINATO: INTERNO VERDE APRE L’ORTO DEI DETENUTI
«Poter trascorrere qualche ora all’aria aperta, apprezzare col passare delle stagioni il frutto del proprio lavoro, vedere nascere e crescere una pianta che poi si ritroverà in tavola: coltivare l’orto per chi è detenuto è una straordinaria opportunità di crescita». Così Loredana Onofri – responsabile del settore educativo della casa circondariale di Ferrara – ha presentato venerdì mattina l’eccezionale apertura al pubblico del GaleOrto. L’evento ha inaugurato la terza edizione di Interno Verde, il festival dedicato ai giardini segreti del capoluogo estense, organizzato dall’associazione Ilturco nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 maggio: per la prima volta un gruppo di cittadini ha potuto visitare le coltivazioni nascoste tra le alte mura di cinta che circondano la struttura di via Arginone e assaggiare in prima persona la bontà delle fragole che crescono protette tra le torrette di guardia e il filo spinato.
Il gruppo – composto non solo da ferraresi ma anche da persone provenienti da altre province, arrivate a Ferrara apposta per partecipare a questo insolito tour – è stato accolto dal direttore Paolo Malato e accompagnato attraverso le varie aree verdi dal comandante capo della polizia penitenziaria, Annalisa Gadaleta, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa: «è un’occasione formativa per tutti, sia per i detenuti che giustamente sono orgogliosi di poter far vedere quanto si stanno impegnando, sia per la società civile che ha l’opportunità di conoscere più da vicino questa realtà tanto particolare, che spesso si tende a dimenticare».
Don Domenico Bedin – presidente dell’associazione Viale K, che coordina la gestione del GaleOrto – ha illustrato la genesi del progetto e lanciato alcune proposte per il futuro: «in prospettiva sarebbe bello attrezzare un laboratorio per la trasformazione degli alimenti, quindi utilizzare per esempio le zucche violine per produrre dei cappellacci, fare in modo che questa esperienza diventi un vero e proprio lavoro».
Licia Vignotto, coordinatrice di Interno Verde, ha spiegato come è nata l’idea di chiedere alla casa circondariale di partecipare al festival: «quando si pensa agli orti segreti di Ferrara il pensiero corre immediatamente ai conventi e ai monasteri di clausura, a una tradizione antichissima di silenzio e contemplazione mistica. In realtà l’orto più inaccessibile della città è decisamente più giovane e rumoroso, è coltivato da uomini italiani e stranieri che tra una vanga e un filare di pomodori cercano la socialità e la manualità schietta a cui forse non sono più abituati, in una parola la normalità. L’obiettivo di Interno Verde è favorire, attraverso la meraviglia suscitata dal giardino, una socialità spontanea e vicina, un’atmosfera inclusiva, di scambio e condivisione. In quest’ottica l’apertura del GaleOrto ci è sembrato potesse rappresentare un segnale importante per la comunità».
Interno Verde è patrocinato dal Mibact, da Ibc Emilia-Romagna, dal Comune e dall’Università degli Studi di Ferrara, con l’adesione dell’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.