Prepariamo il futuro: al via il 5° Congresso regionale della UIL FPL Due proposte per rendere più efficiente la PA sarda:
Una nuova vertenza entrate per rendere operative le Province
Un piano assunzioni e ambulatori aperti H 24 per abbattere le liste d’attesa e restituire ai sardi il diritto alla salute
Una nuova vertenza entrate perché lo Stato italiano restituisca alla regione sarda le risorse anticipate per far funzionare le quattro province storiche di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano: quasi tre milioni di euro per risanare i bilanci e permettere ai quattro enti intermedi di svolgere le loro tre competenze fondamentali in materia di scuola, ambiente e viabilità. E’ una delle proposte che arrivano dal 5° Congresso regionale che la UIL FPL tiene al Lazzaretto di Cagliari. Durante il congresso – intitolato “Prepariamo il futuro” e dedicato ai tanti precari e disoccupati sardi – la Uil Fpl ha illustrato le sue proposte per migliorare un comparto, quello della funzione pubblica, in notevole sofferenza negli ultimi anni.
“In Italia si è puntato a ridimensionare il lavoro pubblico e i pubblici servizi riducendo gli investimenti, il benessere e le pari opportunità”, ha detto aprendo i lavori la segretaria generale regionale della UIL Fpl Fulvia Murru. “Si è così ridotta la forza lavoro, con tanti posti in organico soppressi e pochissime assunzioni e si è allungata l’età per la pensione: purtroppo non c’è stato quel ricambio generazionale che tanto sarebbe servito all’ Italia. Bisogna di nuovo avere una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese, ma per arrivare a questo occorre sburocratizzare il sistema pubblico con interventi programmati che abbiano l’obiettivo di semplificare e non aumentare le difficoltà”.
Queste sono alcune delle proposte della UIL FPL che rappresenta in Sardegna circa 6000 lavoratori della Sanità Pubblica e Privata, delle Autonomie Locali e del Terzo Settore.
La vertenza entrate per le Province. A due anni dalla legge 2 del 2016 che ha riordinato il sistema delle autonomie locali in Sardegna la Uil Fpl evidenzia la necessità di trovare con urgenza soluzioni strutturali per le Province “storiche” sarde, proponendo l’attribuzione formale dello status di nuovo ente (da cui derivano importanti margini di manovra sulle dotazioni organiche e finanziarie), ma soprattutto rilanciando la vertenza con il Governo nazionale per far “restituire” agli enti intermedi le entrate necessarie per pareggiare i bilanci e permettere agli enti intermedi di svolgere le funzioni essenziali: poco meno di tre milioni di euro. “In questi anni – ha spiegato Fulvia Murru nella sua relazione – Giunta e Consiglio Regionale hanno destinato risorse rilevanti alle Province, sostituendosi di fatto allo Stato, ma questa situazione non può reggere a lungo. Occorre che tutte le forze politiche di tutti gli schieramenti insieme alle parti sociali lavorino per raggiungere questo obiettivo. La partita di rivendicazione delle entrate deve essere giocata da tutte le forze politiche e sociali”.
Il no all’azienda sanitaria unica. Quanto alla sanità, tema notoriamente caldo, la Uil Fpl continua ad essere molto critica con la Giunta regionale sulla recente riforma del sistema sanitario regionale e in particolare sulla creazione di un’unica azienda Sanitaria, ritenendo un errore allontanare servizi dalle comunità soprattutto in questa fase di grave crisi economica e di spopolamento dei territori. “L’accorpamento di 8 aziende sanitarie di otto territori con caratteristiche completamente diverse in un unico grande contenitore di 18 mila dipendenti – ha detto Murru – non ha alcuna aderenza con la realtà e non soddisfa i bisogni che giungono dai territori. La riorganizzazione purtroppo sta creando malessere tra gli operatori e tra i cittadini”.
Abbattere le liste d’attesa. Evidenziando per l’ennesima volta la cronica carenza di organici negli ospedali della Sardegna la Uil Fpl chiede alle aziende sanitarie isolane di dare immediatamente gambe all’accordo stipulato lo scorso marzo tra regione e sindacati per la stabilizzazione dei precari della sanità. “E’ un accordo importante per dare dignità e stabilità ai tanti precari che da tanti anni lavorano negli ospedali”, ha aggiunto la segretaria sottolineando la necessità di dare risposte adeguate alla domanda di salute dei sardi abbattendo i tempi di attesa che per alcune prestazioni sono lunghissimi. “La tutela della salute dei sardi richiede un aumento della produzione di alcune prestazioni sanitarie – ha detto -: le liste d’attesa sono ancora troppo lunghe e questo è il segnale di un problema di organizzazione dei servizi che le organizzazioni sanitarie hanno più volte denunciato”. Per questo la Uil Fpl insieme alla stabilizzazione dei precari propone un piano assunzioni di medici e infermieri e ambulatori aperti h 24 che, a fronte di una maggiore spesa iniziale, comporterebbe un risparmio a lungo termine in termini di salute e prevenzione delle patologie. Infine input alle cure sul territorio con la creazione di strutture intermedie che siano da collante tra ospedale e territorio come ospedali di comunità e case della Salute.
“I problemi del nostro comparto sono tanti – ha concluso la segretaria della Uil Fpl – e presuppongono una profonda riflessione da parte di tutti affinché si possano favorire le sinergie necessarie per garantire un nuovo modello di confronto. Bisogna lavorare, lavorare tanto ma lavorare insieme. Abbiamo due scelte. Possiamo darci per vinti ed essere pessimisti, oppure possiamo essere ottimisti, cogliere le opportunità che certamente esistono e in questo modo cercare di fare del lavoro pubblico il volano il motore per far ripartire il sistema Italia”.
Dopo la relazione della segretaria Fulvia Murru sono previsti gli interventi dei rappresentanti della segreteria nazionale e della segreteria confederale regionale UIL e dei tanti ospiti in rappresentanza della politica isolana. Al termine del dibattito – che sarà concluso dal segretario generale nazionale della UIL FPL Michelangelo Librandi – è prevista l’elezione degli organismi statutari della UIL FPL Sardegna e dei delegati ai livelli congressuali superiori.