Società

Presentato ad Albenga lo stendardo di Padovani

 Ieri sera, nel Seminario vescovile ingauno, si è svolta la cerimonia ufficiale di presentazione del vessillo che andrà al quartiere vincitore del Palio 2018. E’ stato lo stesso vescovo diocesano monsignor Guglielmo Borghetti, a conclusione della Messa a benedire lo stendardo che andrà al Rione vincitore. Durante la funzione sono stati ricordati tre defunti molto legati alla storia del Palio cittadino ingauno: Davide Molinari, Simone Canetto e Rosalia Guarnieri, ex sindaco di Albenga ed una delle ideatrici dell’ evento. Ogni anno un artista di fama viene designato da una apposita commissione affinchè relizzi quest’ opera. Quest’anno l’artista prescelto è stato l’ albenganese Umberto Padovani.

Al termine della cerimonia il corteo storico, con il testa il Palio, si è snodato dal Seminario nella zona mare, per giungere fino al Santuario di Pontelungo. Durante il tragitto per il Santuario Mariano, in piazza San Michele, si è svolta la spettacolare cerimonia dell’ investitura dei Capitani. Quindi il corteo, attraverso il centro storico, è uscito da Porta Molino ed è giunto nel piazzale del Santuario di Nostra Signora del Pontelungo. Il Palio storico cittadino si svolgerà dal 19 al 22 luglio e vedrà cimentarsi concorrenti, dame, cavalieri, arcieri, milizie, sbandieratori, falconieri e cittadini dei quattro Rioni: San Giovanni, San Siro, Sant’Eulalia e Santa Maria.

L’ artista che ha realizzato il Palio 2018, Umberto Padovani, è nato ad Albenga, dove risiede, si è diplomato al Liceo Artistico “Martini” di Savona ed ha successivamente conseguito il Diploma d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha all’ attivo numerose mostre personali e collettive in tutta Italia. Attualmente insegna Disegno e Storia dell’arte al Liceo “Issel” di Finale Ligure. “Ho voluto dipingere- ci ha spiegato lo stesso Padovani- il tema di San Verano e il drago mettendo in evidenza la sfida del Santo che fronteggia il drago con la forza della fede. San Verano, di cui ho riprodotto il volto, cercando di reinterpretare la sua fisionomia anche attraverso le sue spoglie presenti nell’interno della cattedrale, e’ raffigurato con il pastorale e il crocifisso nella mano, come simbolo di pace e di cristianità, mentre si erge come ultimo baluardo della cristianità, quando fronteggia con grande coraggio il drago minaccioso. La scenografia naturale e’ evidenziata dal campanile della cattedrale e delle due torri civiche che contribuiscono a dare profondità all’elaborato”.

CLAUDIO ALMANZI

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