Comunicati Stampa

DDL RANDAGISMO, WWF: OTTIMA INNOVAZIONE LA BANCA DEL DNA DEI CANI NON STERILIZZATI

OCCORRE INTERVENIRE ANCHE SULLE FONTI DEL RANDAGISMO E SUL BUSINESS DEI CANILI PRIVATI, PREVEDENDO POTERI SOSTITUTIVI REGIONALI VERSO ENTI INADEMPIENTI

Dichiarazione di Ennio Bonfanti, referente regionale ”randagismo” del WWF Sicilia:

«Il WWF Sicilia giudica un’ottima innovazione la banca del DNA dei cani non sterilizzati  annunciata stamani dal Presidente dell’Ars, on. Gianfranco Miccichè, presentando i contenuti del disegno di legge in materia di randagismo. Per il WWF occorre prevedere anche disposizioni che colpiscano e neutralizzino le fonti del randagismo, veri e propri “serbatoi” di cani che poi vengono abbandonati sul territorio e finiscono per ingrossare le fila delle già abbondanti popolazioni randagie: dagli allevamenti “fai da te” ed abusivi al commercio di cani di razza via web tramite siti di annunci gratuiti; dai cani padronali fatti riprodurre senza controllo alle mute dei cani dei cacciatori; dai negozi di cuccioli, spesso importati dall’estero, alle aziende agricole e zootecniche che allevano cani non sterilizzati e liberi di vagare incontrollati.
Inoltre in Sicilia quello del randagismo è diventato anche un business per tanti imprenditori che hanno trasformato l’ “emergenza randagi” in una ghiotta occasione per stipulare convenzioni milionarie con i Comuni: così i canili privati si riempiono di cani che vi rimangono rinchiusi vita natural durante, con onerose rette quotidiane a carico degli Enti locali. E nel frattempo, poiché molti Sindaci sono inadempienti in materia di sterilizzazione e prevenzione del randagismo, i randagi ancora liberi continuano a riprodursi e gli abbandoni di cani domestici si susseguono quotidianamente, senza nessuna efficace azione di vigilanza e contrasto.
Insomma un meccanismo perverso che in Sicilia è ormai fuori controllo e produce squilibri preoccupanti: il Comune di Caltanissetta, ad esempio, ha in atto una convenzione con un canile privato il cui costo annuo è di ben 426.480 euro per il mantenimento di 480 cani nella struttura privata, la stessa che si aggiudica il servizio da oltre 20 anni… Anche per questo è opportuno che il Ddl preveda poteri sostitutivi nei confronti di Comuni e ASP inadempienti, al fine di rendere omogenee e costanti le azioni di prevenzione,  riduzione e contrasto del randagismo, dell’incremento demografico dei randagi, l’implementazione dell’anagrafe canina, la repressione dei troppi casi di malgoverno, maltrattamento e abbandono degli animali d’affezione.
Il WWF si augura che l’Ars approvi presto una nuova normativa che aggiorni e migliori la vigente legge regionale 15/2000, in talune parti ormai obsoleta e poco efficace; ma poiché nessuna regola o divieto viene rispettata senza un adeguato controllo, è doveroso prevedere specifiche forme di vigilanza sulle nuove norme che verranno approvate. E da questo punto di vista, la Sicilia è rimasta l’unica regione italiana che non si è mai dotata di guardie zoofile volontarie nominate dalle Associazioni protezionistiche riconosciute: una lacuna grave ed inspiegabile poiché consentirebbe a tanti volontari di svolgere servizi di utilità sociale.
Il WWF, infine, preannuncia una serie di ulteriori proposte da sottoporre al Presidente Miccichè ed alle competenti Commissioni dell’Ars: campagne straordinarie di iscrizione all’Anagrafe canina; campagne di sterilizzazione gratuita nei territori rurali; incentivi all’adozione sotto forma di prestazioni sanitarie gratuite; formazione professionale per proprietari di cani, per medici veterinari, per funzionari della pubblica amministrazione e organi di vigilanza; campagne di sensibilizzazione sull’adozione e sul possesso responsabile; prevenzione e repressione delle infrazioni ai regolamenti di polizia urbana, rurale e sanitaria, alle ordinanze sindacali, al regolamento statale di polizia veterinaria ed alle altre norme per quanto riguarda gli animali; recepimento delle ordinanze ministeriali e decreti nazionali sui bocconi avvelenati ed il benessere animale, ecc.».

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