«Come non essere d’accordo con Papa Francesco?» Il pensiero di Daniele Mann
Sul “Sole 24 Ore” di venerdì scorso è stata pubblicata una intensa intervista rilasciata al direttore del quotidiano economico,Guido Gentili, da Papa Francesco. In sintesi, il Papa ha rimarcato quanto sia importante la dignità del lavoro ed il mettere al centro l’ “uomo” e non il denaro, oltre ad indicare il lavoro e il genio creativo come le basi per un nuovo ordine economico. Questi alcuni passaggi emblematici: “I giovani hanno bisogno di coraggio e di geniale creatività”; “Bisogna agire
bene rispettando la dignità delle persone e perseguendo il bene comune”; “La persona che mantiene la sua famiglia con il proprio lavoro sviluppa la sua dignità, il lavoro crea dignità”.
Questo che segue è il pensiero di Daniele Manni, docente di informatica e incentivatore di creatività presso l’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce, finalista agli “Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards”.
«Come si può non essere d’accordo con Papa Francesco? Ancora una volta ha dimostrato una grande abilità di analisi della realtà contemporanea e un’altrettanta grande capacità nello spiegare con chiare e semplici parole il suo pensiero. Quando tre anni fa ho avuto il piacere ed il grande onore di incontrarlo, abbiamo parlato proprio di questo, di quanto fosse importante guidare i giovani verso una visione creativa della loro vita, alimentando in loro un’interpretazione della realtà dove ogni singolo essere umano è importante, dove ognuno ha in sé le potenzialità di effettuare cambiamenti, piccoli o grandi che siano. D’altronde, il Papa stesso è stato un bambino ed un ragazzo e, molto probabilmente, a quell’epoca nessuno avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato uno degli uomini più grandi e rispettati della terra.
A mio parere, uno dei compiti più importanti della scuola è proprio questo, alimentare il fuoco della personalità, della curiosità e della creatività che è insita in ogni ragazza e in ogni ragazzo. Questo si ottiene fornendo una grande quantità e varietà di stimoli, accompagnati da una sorta di guida (oggi piace definirla “coaching”), perché i possibili frutti positivi sollecitati possano avere un seguito in termini di crescita e maturazione. Ad ogni scuola, o meglio ad ogni docente, la libertà di individuare l’ambito nel quale muoversi.
Nel nostro caso specifico, trattandosi di un settore economico, il ‘campo da gioco’ scelto dal “Galilei-Costa” è stato l’educazione all’auto-imprenditorialità. Da oltre 15 anni infatti stimoliamo le studentesse e gli studenti all’ideazione di micro e piccole idee imprenditoriali e li accompagniamo nella loro concreta realizzazione. I ragazzi si inventano un servizio innovativo, un nuovo prodotto da immettere sul mercato o, ancora, un sito web, un programma o app non ancora sulla piazza.
Nei primi anni l’obiettivo che ci siamo prefisso era ben preciso, ossia fornire conoscenze, competenze ed esperienze perché gli studenti potessero essere sollecitati, una volta terminati gli studi, anziché a cercare un lavoro, a crearselo con le proprie mani, insomma a diventare imprenditori di se stessi. Nello scorrere degli anni però, abbiamo scoperto che questo particolare processo didattico e formativo permetteva importanti benefici a tutti gli studenti, qualunque fosse la loro inclinazione e qualunque fosse il loro futuro sbocco professionale (universitario, impiegatizio, etc.). Le diverse pratiche del processo creativo, ossia il “brainstorming” (‘tempesta’ di idee tra cui scegliere la migliore), le ricerche di mercato, la redazione del ‘business plan’ e del ‘business model canvas’, la reale e concreta produzione del servizio o prodotto, la sua immissione sul mercato, il marketing (tradizionale, web e social), il “problem solving” (risoluzione di problemi), il successo o il fallimento dell’iniziativa (con la presa di coscienza delle motivazioni e la conseguente riprova) sono tutte esperienze che hanno come effetto quello di creare negli studenti una maggiore fiducia in sé e nelle proprie capacità, una più marcata resilienza ed una più ottimistica visione del futuro, tutte peculiarità che si possono tradurre in un’unica e importantissima qualità: speranza.
Non so ancora quale sarà il taglio della relazione che presenterò il 20 settembre, in Portogallo, alla commissione degli “Awards”, ma sono sicuro che, anziché raccontare la mia personale storia di docente, porterò le tante e diverse storie dei nostri ragazzi, dall’ormai famosissima impresa sociale “Mabasta” (che propone soluzioni creative e ‘dal basso’ al pessimo fenomeno del bullismo e cyberbullismo) alla startup economica “Smart Siti” (realizzazione di siti web in modalità smart), dall’iniziativa sociale “#CheTiCosta” (campagna di sensibilizzazione al rispetto del bene comune e dell’ambiente) all’ultimissima startup realizzata da due studenti appena 14enni “xCorsi” (piattaforma informatica dedicata alla formazione).
In definitiva, il consiglio che sento di dare alla scuola italiana, nel suo complesso, è quello di offrire ad ogni singolo studente una rosa di spunti e stimoli e di incentivarli a pensare, ragionare e vedere la realtà con senso creativo. Mentre il suggerimento che vorrei rivolgere a tutta la cittadinanza è quello di dare più fiducia e spazio ai giovani (non solo a parole) e iniziare a credere nelle loro capacità, perché sono in grado di sorprenderci e non poco.»