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Il pacchetto igiene per i prodotti alimentari

La fase del trasporto, ai fini della sicurezza di un alimento sotto il profilo igienico e sotto il profilo sanitario, è tanto importante quanto delicata nel contesto della filiera alimentare complessiva, che comprende tutti gli step del percorso di produzione di un genere alimentare. Tale constatazione risulta vera a maggior ragione se si pensa che il consumatore finale – il cliente di un ristorante o chi fa la spesa in un supermercato – non è nelle condizioni di verificare che i prodotti che si accinge a mangiare siano giunti sulla sua tavola, e quindi siano stati trasportati, a norma di legge, vale a dire secondo adeguate condizioni igieniche. A tal proposito, va detto che le attività di controllo che vengono effettuate dagli enti specializzati, come per esempio i Nas e l’Asl, si concentrano in modo particolare sui punti vendita e sugli stabilimenti di produzione: in altri termini, sulla parte finale della filiera e su quella iniziale. Eppure è proprio la fase del trasporto quella più a rischio, nel senso che è quella in cui si compiono più di frequente le eventuali violazioni delle norme sanitarie e igieniche.

Le attività di controllo

Per questo motivo si rivela molto importante l’attività di controllo che viene svolta dalle forze dell’ordine nei confronti dei mezzi che sono adibiti al trasporto alimentare: si tratta di garantire la sicurezza del sistema produttivo e di salvaguardare la salute e il benessere dei consumatori finali. Il trasporto delle sostanze alimentari, non a caso, è disciplinato dal pacchetto igiene, che comprende diversi regolamenti comunitari vincolanti per tutti gli operatori del settore alimentare a partire dalla fase di produzione per arrivare a quella di commercializzazione dei generi alimentari. L’autorità competente fa riferimento proprio a tali regolamenti in occasione dei controlli in tema di sicurezza alimentare, che hanno introdotto novità molto significative nel campo dei controlli sugli alimenti. Specialmente il DPR n. 327 del 1980, relativo alla disciplina igienica della produzione e della vendita delle bevande e delle sostanze alimentari, è da considerarsi ormai superato, in quanto i regolamenti del pacchetto igiene presentano prescrizioni differenti.

La situazione in Italia

Per quel che riguarda la situazione del nostro Paese, dopo che i regolamenti in questione sono entrati in vigore la direttiva 41 del 2004 della CE è stata recepita attraverso il decreto legge n. 193 del 6 dicembre del 2007, in virtù del quale nel panorama legislativo italiano sono state introdotte novità di rilievo a proposito dei controlli per la sicurezza alimentare. Inoltre, sono state applicate disposizioni comunitarie nuove, incluse quelle relative alle sanzioni per le violazioni che vengono commesse dagli operatori del settore alimentare, cioè i responsabili del rispetto delle disposizione di legge, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di persone giuridiche.

Il pacchetto igiene

Entrando più nel dettaglio, il pacchetto igiene include i diversi aspetti che fanno parte della catena di produzione alimentare, secondo quello che viene definito approccio di filiera. Si interviene, in particolare, sulla produzione primaria che non rientrava nell’ambito di applicazione della normativa precedente: il riferimento è a tutte le materie prime che sono alla base degli alimenti. Il solo responsabile della salubrità degli alimenti è l’operatore del settore alimentare coinvolto, sia esso un supermercato, un caseificio, un allevatore, e così via. Due regolamenti del pacchetto igiene sono dedicati, poi, all’autorità competente, che è quella che ha il compito di svolgere l’attività di controllo e di accertare nel corso dell’intera filiera la sicurezza alimentare.

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