Controlli per la salute: gli italiani non si preoccupano della prevenzione
Secondo uno studio Danacol, gli italiani sono troppo pigri sul fronte della prevenzione e si sottopongono ai controlli per la salute con meno regolarità del necessario. I nostri connazionali di età compresa tra i 20 e i 70 anni sono sì informati e consapevoli a proposito degli accorgimenti da adottare per rimanere in salute, ma al tempo stesso si dimostrano poco costanti dal punto di vista della prevenzione, pur avendo paura di dover fare i conti – in un futuro più o meno lontano – con la malattia. Non solo: sempre in base agli esiti di questa ricerca, che Danacol ha commissionato a TNS Italia, gli italiani sono a dir poco pigri e non mantengono le promesse; è vero che si fidano unicamente del dottore di famiglia, ma comunque ammettono di avere bisogno di un aiuto.
Un ritratto generazionale
Il ritratto generazionale che emerge, insomma, non è dei più positivi: l’atteggiamento dei nostri connazionali rispetto alla salute cardiovascolare e al benessere potrebbe essere migliore, se solo ci fosse meno indolenza. Lo scopo della ricerca era quello di mettere a disposizione un supporto concreto e tangibile nell’ambito della prevenzione che dovrebbe essere perseguita da ciascuno di noi. La metà del campione interrogato sostiene di avere paura del futuro, con la preoccupazione che è più sentita dalle donne rispetto agli uomini. Tra i giovani, ben uno su tre sostiene di essere poco sereno a proposito delle proprie condizioni di salute.
La preoccupazione è il fil rouge del sentiment degli italiani: una preoccupazione che non deriva dalla scarsa conoscenza, ma – al contrario – dalla perfetta consapevolezza di ciò che si dovrebbe fare, e che invece non si fa, per la salute del cuore. Da un lato, comunque, ciò è positivo, perché vuol dire che hanno avuto effetto le campagne di sensibilizzazione che sono state promosse dalle istituzioni. Rispetto ai fattori di rischio principali per il benessere cardiovascolare, circa otto italiani su dieci dimostrano di essere adeguatamente informati, citando i livelli elevati di colesterolo, la pressione alta, la vita sedentaria, il peso eccessivo e l’abitudine di fumare.
Il ruolo della prevenzione
Praticamente tutti coloro che si dimostrano ben informati rivelano di essere consapevoli del ruolo della prevenzione a tutte le età, e sanno quanto può essere importante l’alimentazione nell’influenzare lo stato di salute di una persona. Le perplessità più diffuse sono di carattere economico: circa il 40% degli intervistati ha paura di non disporre di abbastanza denaro per riuscire a curarsi come vorrebbe, e tale timore è diffuso soprattutto al Sud e tra i giovani. Un altro dei timori più comuni, condiviso più o meno da tre italiani su dieci, è quello di essere consigliati in maniera non adeguata. La stessa percentuale di soggetti intervistati nella fascia più giovane segnala la mancanza di tempo tra i motivi di preoccupazione.
Il ruolo del medico di famiglia
Prima di rivolgersi a un poliambulatorio medico di Ancona o a qualsiasi altra struttura, gli italiani dimostrano di vedere nel dottore di famiglia un importante punto di riferimento, considerato affidabile e degno di fiducia: il medico di base è una figura importante, ancora più degli specialisti, quando è necessario assumere delle decisioni importanti a proposito della salute. Il ruolo dei familiari è comunque importante: il partner è il soggetto a cui si affida il 17% delle persone intervistate in caso di problemi, mentre tra chi ha meno di 35 anni il medico di famiglia ha la stessa influenza della mamma. Solo il 3%, invece, ammette di scegliere Internet per saperne di più a proposito delle proprie condizioni di salute.