Re Mohammed VI: Il Patto di Marrakech sulla migrazione fa contenuto solo con la sua effettiva attuazione
Il Re Mohammed VI del Marocco ha indirizzato un messaggio alla “Conferenza Intergovernativa per l’adozione del Patto Mondiale sulle Migrazioni Sicure, Ordinate e Regolari”, che ha aperto i suoi lavori lunedì 10 dicembre a Marrakech.
Il Sovrano ha sottolineato che “l’interesse del Regno del Marocco per la questione migratoria costituisce un impegno di lunga data e volontario che si esprime attraverso una politica, umanista nella sua filosofia, globale nel suo contenuto, pragmatica nel suo metodo e responsabile nel suo percorso. Il successo nazionale di questo nostro approccio ha condotto i nostri fratelli africani ad affidarci il mandato di Leader dell’Unione Africana sulla questione migratoria. Cosi è arrivata all’Agenda Africana per la Migrazione, adottata all’unanimità dalla Conferenza dell’Unione Africana nel gennaio 2018. È, dunque, molto naturalmente che la nostra visione, in scala nazionale e continentale, si converge con il nostro impegno internazionale, attraverso il Patto Mondiale”.
La sfida della conferenza di Marrakech è di mostrare che la Comunità internazionale fa la scelta della solidarietà responsabile, ha affermato il Re, sottolineando che spetta a questa Comunità rispettare interamente il diritto sovrano di ciascuno dei suoi membri di determinare e ad adottare la sua politica migratoria; e provare che il multilateralismo “non è la politica della sedia vuota, della diserzione e dell’indifferenza. È quello delle sinergie e dell’impegno nella diversità”, ha detto il Sovrano.
Osservando che il Patto mondiale sulla migrazione “non è una fine in sé. Fa senso soltanto con la sua attuazione effettiva. È per questo che, la conferenza di Marrakech è, soprattutto, un appello all’azione”. A quest’appello, l’Africa non sarà un “oggetto” del Patto mondiale, ma sarà un “attore centrale” che definisce la sua strada da seguire. Questa Agenda “pioniere” ha anticipato l’importanza dedicata dal Patto mondiale nella conoscenza di dinamiche migratori.
Tra il lassismo inaccettabile e la sicurezza insopportabile, “c’è una via che apriamo oggi”, quella che la sovranità solidale oppone al nazionalismo che esclude, il multilateralismo contro l’ostracismo, e la responsabilità condivisa contro l’indifferenza istituzionalizzata.
Si tratta di porre fine al disordine, mettendo l’umanità nell’ordine, la pagina della Storia che si scrive oggi, a Marrakech, porta la Comunità internazionale, un passo di più, verso un nuovo ordine migratorio, più giusto e più umano.
Il Re in questo messaggio letto dal Capo del governo Saad Dine Otmani ha indicato che la sfida di questa conferenza è “di unire di fronte ai populismi, all’isolazionismo e di portare, con il dialogo e la cooperazione internazionale, risposte strutturanti ad una posta in gioco principale del nostro tempo”, notando che “nessun paese può, da solo, affrontare queste poste in gioco! Ma, se non ci sono alternative alla cooperazione, non ci sono alternative all’azione”.
Il Sovrano ha infine indicato che “attualmente, il Patto Mondiale rimane una promessa che la Storia giudicherà. Non è affatto tempo ancora di celebrare il successo. La sfida di questa Conferenza è di mostrare che la Comunità internazionale fa la scelta di una solidarietà responsabile sulla questione della migrazione”.