Editoriali

Qual’è la domanda? Scrivo dunque sono

Massimo Medola – pallet scritto da Chiarlone 30.11.2018

Come ho già scritto qualche giorno fa, lo scrivere è una risposta. Ma qual è la domanda? Forse si scrive per capire quale possa essere la domanda? Scrivo dunque sono [uno scrittore?]. Quando scrivo sogno o son desto? Prima penso e poi scrivo o viceversa? Quando scrivo non sono più io; allora come mi firmo?

Scrivere è un modo di comunicare. Ma se non mi legge nessuno, a chi comunico? Prima di scrivere bisogna cercarsi i lettori? Non vorrei scrivere a vuoto.

La mia scrittura è come un viaggio senza prenotazione: so come comincio ma non so dove andrò a finire. Si scrive anche di quello che non si conosce? Quando si comincia a scrivere la pagina è tutta bianca. Dopo un po’ è piena di righe che mi distraggono. All’inizio ho tutto chiaro in testa, poi scrivendo comincio a farmi delle domande. Ma non trovo mai le risposte.

Che sia già bello farsi delle domande difficili? A volte ho troppe mappe da consultare che non mi decido mai a iniziare il viaggio. Allora scrivo.

È più utile che nella nostra scrittura prevalga la volontà di scrivere seguendo una linea ben precisa nella narrazione oppure che ci si lasci trasportare dalle suggestioni delle parole e delle situazioni di cui si narra? Ovvero che debba seguire l’ispirazione la quale si trova sulla via mediana tra le due condizioni?

Bruno Chiarlone Debenedetti

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