GIOCHI NEL LAZIO: VIETATE NUOVE SALE A MENO DI 500 METRI DAI LUOGHI SENSIBILI
ROMA – Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini (Pd), ha approvato, questa notte, con 26 voti a favore e 16 contrari, la proposta di legge “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”, il cosiddetto “Collegato”, che include anche la modifica della legge regionale sul gioco del Lazio. Il Consiglio regionale, riferisce Agipronews, ha deciso di intervenire nuovamente sulla legge regionale sul gioco patologico, del 2013, introducendo il distanziometro per tutte le sale giochi e gli esercizi pubblici che ospitano slot (dunque non solo le nuove aperture, ma tutte le attività sul territorio, come avviene già in Piemonte ed Emilia-Romagna).
Il testo – all’articolo 15 – stabilisce i tempi di adeguamento: gli esercizi pubblici (bar, tabacchi, ecc.) devono rimuovere le slot entro 18 mesi. I Comuni però possono prorogare questo termine fino a quattro anni – secondo quanto previsto da un emendamento del M5S approvato mercoledì in Consiglio – qualora gli apparecchi siano collocati all’interno dell’unico esercizio di vendita al dettaglio di prodotti alimentari o dell’unico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande esistente nel territorio comunale. Quanto alle sale, devono adeguarsi (cioè chiudere o trasferirsi) entro quattro anni, che diventano cinque per le autorizzazioni decorrenti dal 1° gennaio 2014. Quest’ultima modifica è stata introdotta dalla proposta approvata sempre mercoledì in Consiglio, dopo la riformulazione dell’emendamento presentato dal consigliere Stefano Parisi.
I Comuni, inoltre, possono individuare ulteriori limitazioni – come già deciso nel 2013 – anche in relazione ad «esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica», secondo quanto previsto dall’emendamento presentato dalla consigliera Valentina Corrado del M5s e approvato dall’Aula ma, su proposta del consigliere Daniele Leodori (PD), questa limitazione non riguarderà «le scommesse relative alle corse dei cavalli nelle giornate in cui si svolge il programma di corsa all’ippodromo». Approvata, infine, anche la proposta di modifica di Chiara Colosimo (FdI) che prevede la sostituzione del marchio “Slot Free RL”, approvato dalla giunta nell’ottobre 2019, con il marchio “No Slot”.
Il provvedimento entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio. Dopo il voto, il presidente Buschini ha sospeso la seduta e ha aggiornato i lavori a mercoledì 26 febbraio, per l’esame degli ordini del giorno collegati al provvedimento.
LEGGE REGIONE LAZIO SUI GIOCHI, FERRARA (ASTRO): “PENALIZZATI BAR E TABACCHI, 97% DELLE IMPRESE DI SETTORE E 5000 LAVORATORI A RISCHIO”
ROMA – «Il Consiglio regionale del Lazio è tornato a legiferare sul gioco d’azzardo ha provato a trovare “mediazione”, inserendo un limite temporale di adeguamento al distanziometro per le sale già esistenti. Numeri e statistiche, però, continuano a smentire la posizione politica assunta in regione. Il Consiglio regionale ha sentito la necessità di limitare a 18 mesi l’operatività del prodotto che ha meno impatto sul consumatore, vale a dire la slot a moneta metallica in bar e tabacchi». Questo il commento di Pietro Ferrara, portavoce di Astro, associazione dei gestori del gioco lecito, dopo l’approvazione odierna della modifica della legge sul gioco, nell’ambito del cosiddetto “Collegato”. Il provvedimento sottopone ai limiti del distanziometro non solo le nuove aperture, come previsto dalla precedente versione della legge, ma anche i punti di gioco già esistenti sul territorio, che hanno, per adeguarsi quattro anni di tempo, che diventano cinque anni in caso di autorizzazione decorsa dal 1 gennaio 2014.
«Scelte come queste manderanno a casa circa il 97% delle aziende che attualmente operano nel Lazio e circa 5000 lavoratori nella sola Capitale».
Alle sale situate in un raggio inferiore ai 500 metri dai luoghi sensibili non rimarrà che chiudere, o trasferirsi: «Obbligare migliaia di attività a spostarsi in quartieri e luoghi periferici, considerando che ad esempio una città come Roma è piena di luoghi sensibili come chiese e ospedali, comporterebbe la ghettizzazione del gioco legale in zone che già sono state e sono ancora teatro di episodi di cronaca che ben conosciamo legati alla malavita organizzata». Il Consiglio regionale dovrebbe, secondo il portavoce di Astro, deliberare nel rispetto dei principi giuridici fondanti della nostra democrazia. «La modifica approvata confonde la dipendenza patologica di persone in difficoltà con il gioco, che è semplicemente il sintomo, non la causa». Posizioni di questo tipo, ricorda Ferrara, sono state espresse dal procuratore generale antimafia Federico Cafiero De Raho: «Un uomo di cui non è contestabile né la terzietà, né l’autorevolezza. Queste le sue parole: “Intervenire vietando di fatto di giocare legalmente, per un verso non garantisce una libertà che deve essere comunque rispettata, per l’altro spalanca praterie per il gioco illegale”».
LAZIO, VIA LIBERA ALLA STRETTA SUI GIOCHI: VIETATE NUOVE SALE A MENO DI 500 METRI DAI LUOGHI SENSIBILI
ROMA – Nel Lazio la materia giochi è disciplinata dalla legge regionale sulle “Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo” pubblicata sul bollettino ufficiale del 23 ottobre 2018. L’articolo 77 modifica quanto previsto dalla legge regionale 5 del 5 agosto 2013, sulla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico, che vietava l’apertura di nuove sale a una distanza «inferiore a quella prevista dalla normativa statale in materia». In attesa di un testo unico a livello nazionale, riporta Agipronews, la nuova disposizione ha previsto che «fermo restando il rispetto della normativa statale in materia, al fine di tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e prevenire fenomeni di GAP, è vietata l’apertura di nuove sale gioco che siano ubicate ad una distanza inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto». È stata inoltre introdotta la possibilità, da parte dei comuni di «individuare altri luoghi sensibili oltre a quelli previsti, tenendo conto dell’impatto sul territorio, della sicurezza urbana, dei problemi connessi con la viabilità, dell’inquinamento acustico e del disturbo della quiete pubblica».
NOVITA’ INTRODOTTE IN CONSIGLIO REGIONALE – A fine 2019 il Consiglio regionale ha deciso di intervenire nuovamente sulla legge regionale, introducendo, nel “Collegato”, un provvedimento ad ampio spettro in materia economica, una ulteriore proposta di modifica della legge del 2013. La modifica – discussa e approvata oggi in Consiglio regionale – assoggetta al distanziometro le sale giochi e gli esercizi pubblici che ospitano slot, dunque non solo le nuove aperture, ma tutte le attività sul territorio, come avviene già in Piemonte ed Emilia-Romagna. Il testo stabilisce i tempi di adeguamento: gli esercizi pubblici (bar, tabacchi, ecc.) devono rimuovere le slot entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della modifica. I comuni però possono prorogare questo termine fino a quattro anni – secondo quanto previsto da un emendamento del M5S approvato oggi in Consiglio – qualora gli apparecchi siano collocati all’interno dell’unico esercizio di vendita al dettaglio di prodotti alimentari o dell’unico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande esistente nel territorio comunale. Quanto alle sale, devono adeguarsi (cioè chiudere o trasferirsi) entro quattro anni, che diventano cinque per le autorizzazioni decorrenti dal 1° gennaio 2014. Quest’ultima modifica è stata introdotta dalla proposta approvata oggi in Consiglio, dopo la riformulazione dell’emendamento approvato dal consigliere Stefano Parisi. I comuni, inoltre, posso individuare ulteriori limitazioni anche in relazione ad «esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica», secondo quanto previsto dall’emendamento presentato dalla consigliera Valentina Corrado del M5s e approvato dall’Aula, ma su proposta del consigliere Daniele Leodori «questa limitazione» è esclusa «per le scommesse relative alle corse dei cavalli nelle giornate in cui si svolge il programma di corsa all’ippodromo». Approvata, infine, anche la proposta di modifica che prevede la sostituzione del marchio “Slot Free RL”, approvato dalla giunta nell’ottobre 2019, con il marchio “No Slot”.
GIOCHI NEL LAZIO – Nel 2018 la spesa per i giochi nel Lazio è stata in leggero calo. Secondo quanto si legge nel Libro Blu, pubblicato dall’Agenzia Dogane e Monopoli, il totale ammonta a 1,79 miliardi, ossia meno 2,1% rispetto al dato del 2017. La fetta maggiore della spesa è andata sugli apparecchi da intrattenimento, ossia Slot e Vlt, che hanno totalizzato 998 milioni (-4%). In leggero rialzo la quota del SuperEnalotto, da 88 a 91 milioni, stabili Bingo (63 milioni) e Ippica (14 milioni). Più accentuata la crescita delle scommesse sportive (+7,5%) con un totale di 86 milioni, mentre è stabile anche la situazione di Lotterie e Gratta e Vinci (298 milioni), Lotto (224 milioni) e Scommesse Virtuali (22 milioni).