Marrubiu: proseguono le indagini sui rifiuti pericolosi
La Polizia di Stato, Sezione Polizia Stradale di Oristano diretta dal Comm. C. dr. Roberto Piredda, da circa un anno e mezzo, sta svolgendo un’indagine in materia di rifiuti. L’indagine è stata propiziata da un sopralluogo effettuato nel mese di gennaio 2019 su un’area ubicata nel Comune di Marrubiu ove sono presenti vari fabbricati (di cui uno di grosse dimensioni), all’epoca adibiti all’accoglimento di veicoli di ogni tipo destinati alla rottamazione. In particolare l’accertamento ha consentito di scoprire un’attività totalmente abusiva di rottamazione di veicoli con una conseguente produzione di varie categorie di rifiuti tra cui, in particolare, di tipo speciale e pericoloso (olii esausti, batterie, etc..). L’area con i relativi fabbricati (al cui interno si trovano centinaia di veicoli destinati alla rottamazione, un centinaio di motori, pneumatici nonché ingenti quantitativi di rifiuti di diversa tipologia), è stata sottoposta a sequestro preventivo onde scongiurare che l’attività illecita potesse proseguire. Le indagini (a carico dell’indagato Davide Soru per il delitto di cui all’art. 452 quaterdecies c.p. – Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti), effettuate dalla Polizia Giudiziaria di questa Sezione sotto la guida dal Sost. Proc. della Procura DDA di Cagliari dr. Guido Pani, hanno consentito di accertare che l’attività illecita dell’indagato fosse ben radicata e consistente: egli a far data dal 2014 fino a gennaio del 2019 ha rottamato abusivamente circa 1600 veicoli. Gli accertamenti in particolare, hanno consentito di scoprire che l’indagato, una volta che rottamava illecitamente il veicolo, confezionava un falso certificato di rottamazione apponendovi un timbro univocamente riferibile (in ragione di un codice in esso stampigliato) ad altro soggetto autorizzato non residente in questa Provincia. Ed è proprio con il certificato così formato che gli uffici preposti hanno proceduto alla cancellazione del veicolo dai pubblici registri (radiazione). Questi ultimi particolari vengono specificati a beneficio di quanti avessero eventualmente dato incarico di demolizione di un veicolo all’indagato, ignorando invece che non si trattava di soggetto legalmente autorizzato.
Si specifica che l’attività descritta, oltre ad esser stata svolta in totale assenza dei necessari titoli autorizzativi, è stata connotata nel concreto dal mancato rispetto delle norme che presidiano queste delicate attività. Non solo. I luoghi ove veniva svolta abusivamente l’attività, vale la pena sottolinearlo, non possiedono di certo le specifiche tecniche che la normativa in materia di rifiuti prevede. Il tutto evidentemente ha posto il problema di individuare materialmente i siti ove tali ingenti quantitativi (di varie migliaia di tonnellate) di rifiuti pericolosi e non pericolosi sono finiti; le indagini sul punto sono ancora in corso.
Nel mese di gennaio di quest’anno la Squadra di P.G. di questa Sezione, su delega del P.M. dr. Guido Pani, effettuava un controllo presso l’azienda familiare dell’indagato ubicata nel Comune di Uras, onde verificare le attività svolte dall’indagato all’interno del sito. L’attività delegata, di assoluta opportunità, ha rivelato un sostanziale spostamento della base logistica delle attività illecite di gestione dei rifiuti, non più Marrubiu perché sottoposta a sequestro, ma Uras. Anche su tale sito sono stati rinvenuti numerosi veicoli destinati alla rottamazione (alcuni già pressati), pneumatici, olii esausti, batterie, filtri… insomma, una moltitudine variegata di rifiuti connotata da un’intrinseca pericolosità. L’indagato insomma ha seguitato a porre in essere tali attività in totale spregio delle regole, perfino nella scienza che su di sé fosse in corso una attività di indagine per un delitto gravemente sanzionato. Tutto ciò non poteva che reclamare per l’indagato un’attenzione particolare da parte dei competenti Uffici Giudiziari.
Ed infatti, in ragione della gravità e della reiterazione del reato, lo scorso 13 maggio il Gip di Cagliari, su richiesta del P.M. dr. Guido Pani, ha emesso a carico dell’indagato D- S la misura cautelare personale dell’interdizione, per la durata di 12 mesi, dall’esercizio, in qualsiasi forma, nonché indirettamente tramite prestanome, dell’attività di autodemolitore e di tutte quelle ad essa connesse.
In ultimo si specifica che l’attività di indagine (ancora in corso) ha di certo consentito di interrompere un traffico illecito e pericoloso, considerato che i reati ambientali proiettano direttamente i loro nefasti effetti su un bene primario, quello della salute.