Salute

La Spagnola, la prima pandemia del XX secolo

La Spagnola è la grave pandemia che un secolo fa ha causato circa 50milioni di decessi. La grande guerra ha agevolato la diffusione della Spagnola che aveva un grado di mortalità molto elevato. Si tratta di un’epidemia che è stata spesso messa a confronto con il covid-19.

La Spagnola, la storia

La Spagnola, conosciuta anche come influenza Spagnola, deve il suo nome al fatto che esclusivamente in Spagna se ne parlasse. I governi dei Paesi coinvolti nella prima guerra mondiale erano piuttosto restii ad informare su questa pandemia. Si temeva che il popolo, già messo a dura prova, potesse risentirne. Così, tutte le notizie relative alla Spagnola venivano censurate.

Le difficoltà attuali di stabilire con esattezza il numero dei mori dipendono, anche, dalla mancanza di dati certi ed ufficiali. Le stime parlano di circa 50milioni di vittime. Invece, secondo alcuni calcoli si pensa che le vittime siano state pari a quelle causate dalla grande guerra. In tutto il mondo, le persone che hanno contratto la malattia si aggirano attorno ad  un terzo di tutta la popolazione.

La pandemia compare per la prima volta fra il 1918 e l’inverno del 1919. I primi contagi risalgono alla primavera del 1918 ma non si configurano come particolarmente pericolosi.

La sindrome ricompare, in forma molto aggressiva, poi nell’estate dello stesso anno. L’ultima manifestazione viene datata ai mesi invernali  1918-1919. In questa fase è probabile che la diffusione sia stata favorita dalla fine della guerra e dal conseguente ritorno a casa dei soldati.
 Le cause che hanno determinato la scomparsa del virus non sono, ad oggi, completamente note.
Si manifestava con un forte rialzo termico, spossatezza e tosse. In breve, comparivano forti difficoltà respiratorie accompagnate da forme severe di broncopolmonite.
Inoltre, a renderla particolarmente pericolosa era il tasso di contagio molto elevato.

La Spagnola, la diffusione

Il primo focolaio della pandemia di un secolo fa non è stato ancora stato stabilito. Il contagio è stato certamente favorito dalla grande guerra. Le truppe convivevano in spazi ridotti dove le condizioni igieniche erano precarie. La popolazione era stremata dalle privazioni e dalla mancanza di risorse. In più, la medicina non aveva armi né conoscenze sufficienti a combattere un virus sconosciuto.

Per arginarne la diffusione furono messi in campo vari tentativi come, per esempio, l’uso di mascherine per coprire naso e bocca. Le autorità imposero poi forme di distanziamento sociale. Le scuole furono chiuse,  modificato l’orario di apertura dei negozi e suggerito di non affollarsi in stazioni e bar. Per non incidere ulteriormente sulla fragile economia italiana e per questioni legate al conflitto mondiale, fu stabilito di bloccare l’attività soltanto di una parte delle fabbriche.

Non è possibile stabilire con precisione le fasce d’età maggiormente falcidiate dall’influenza spagnola. Sembra però che fosse letale non soltanto fra i più giovani ma anche fra coloro che non avevano altre patologie.
Dopo la Spagnola, considerata la prima pandemia del XX secolo, l’umanità ha affrontato la l’asiatica e del Sud Est Asiatico o di Hong Kong . A distanza di circa vent’anni è comparso il covid-19.

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