Marocco: terra di dialogo islamico – cristiano
La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra ( che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.” Questo passo è tratto dal documento del Concilio Vaticano II. “Nostra Aetate” . Questo spirito del Concilio possiamo dire che trova applicazione nel Regno del Marocco , fin dall’inizio della propria fondazione e che tutto’ora è realizzato da Sua Maestà Mohammed VI . Tra i frutti del concilio in terra marocchina possiamo sicuramente notare l’Istituto Ecumenico di Teologia “Al Mowafaqa” fondato nel 2012 a cura del Chiesa Cattolica e di quella Riformata . Questo istituto rappresenta un doppio dialogo ecumenico il primo tra cristiani di diversa tradizione e il secondo tra cristiani e islam . Che grazie alla tradizione sunnita ed al rito malikita trova nel Regno e in Sua Maestà VI che , riveste anche il ruolo di “commendatore dei Credenti” , un terreno ed uno spazio importante. il Centro “Al Mowafaqa” comprende un polo universitario ed un polo culturale che permette a studiosi provenienti da tutta europa e anche dal continente africano di approfondire la studio teologico di ambito cristiano , aperto sull’ecumenismo e in particolar modo dei rapporti con l’islam con particolare attenzione all’ambito marocchino. L’ambiente islamico marocchino che si realizza appieno nel sunnismo e nel rito malikita rende particolarmente fertile il dialogo tra le “religioni del Libro” . E la chiesa cattolica , anche se nettamente minoritaria rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione vive l’esperienza di una “chiesa in uscita” , rispettosa delle leggi dello Stato vive una sua autonomia . Come disse il compianto Hassan II ” Nel Nostro Paese, da tempi immemorabili uno spirito di intesa fratellanza contraddistingue i rapporti tra cristiani e musulmani. I Nostri antenati ne hanno fatto una regola di vita che non è mai stata trasgredita qualunque siano state le vicende dei tempi passati.” assicurando con lettera avente valore di legge del il venerdì 25 rebia I 1401 corrispondente al 30 dicembre 1983. che la Chiesa Cattolica in Marocco poteva ” esercitare pubblicamente e liberamente nel Regno del Marocco le proprie attività ed in particolare quelle relative al culto, al magistero, alla giurisdizione interna, alla carità dei suoi fedeli e all’insegnamento religioso.”. Un attenzione quella dei Sovrani del Marocco ai rappresentanti della Chiesa Cattolica nelle visite di Giovanni Paolo II e di Papa Francesco nel Regno. Entrambe le occasioni sono stati momenti di conoscenza reciproca e approfondire le relazioni tra cristiani e islam. L’attenzione della Chiesa Cattolica al Marocco e quasi sicuramente la sua libertà di azione , è stata anche riconosciuta recentemente con la nomina , per la prima volta nella storia della Chiesa cattolica, della nomina di Cardinale elettore nella persona di Sua Eccellenza Cristobal Lopez Romero, Arcivescovo di Rabat. Una gesto interessante e per certi versi anche da leggere nella volontà del Pontefice regnante di approfondire il dialogo tra mondo cristiano e islam anche attraverso una attenta lettura della situazione della Chiesa in Marocco , dell’esperienza storica dell’islam sunnita malikita nell’essere vettore di dialogo e possibile modello , sostenuto oggi anche dalla grande visione di Sua Maestà Mohamed VI, per un islam in Italia, in Europa e nel mondo cristiano. Vi sono infatti tante sfide che cristiani e mondo islamico posso affrontare assieme. La difesa della vita, della famiglia di una società dove vi sia al centro la difesa dei deboli. Insomma, partire dalle cose che ci uniscono e che ci possono unire e sulle quali si può trovare un dialogo comune. Recuperando, tutti cristiani e mussulmani il senso profondo del concetto di tolleranza , che non è la sopportazione dell’altrui cultura , ma , come prescrive anche il Nobile Corano, di non offendere di rispettare le altrui relgioni. Sua Maestà , ha fatto del rito malikita sunnita la “pietra angolare ” del Suo Regno in campo politico , economico e sociale e in quanto “commendatore dei credenti” del apertura e della reciproca conoscenza facendosi portare di un modello di Islam in Marocco che potrebbe essere un modello di Islam in Europa, come la Chiesa cattolica in Marocco potrebbe essere modello per la Chiesa cattolica in paesi dove essa è minoranza