Comunicati Stampa

INTERVISTA A GIANLUIGI NUZZI

“Sono contento di quello che ho costruito e ho fatto conoscere agli altri attraverso le mie inchieste”

“Il giornalismo ha tante declinazioni: c’è il giornalismo dei racconti, il giornalismo del gossip, il giornalismo dei resoconti politici, sportivo, della moda, della nautica. Il racconto e la cronaca sono indispensabili. Poi c’è l’approfondimento, l’inchiesta che è più spigolosa, più antipatica, più irriverente, più abrasiva, e chiaramente fa più rumore. Questo giornalismo determina in alcuni casi delle indagini giudiziarie. Dall’altra parte, essendo un giornalismo irriverente, scomodo e soprattutto che non fa profitti, è chiaro che gli editori hanno un pò più di remore a sostenerlo e quindi il giornalismo d’inchiesta è visto con fatica”. 
E’ quanto dichiara Gianluigi Nuzzi, giornalista, saggista, autore televisivo e conduttore televisivo italiano, ospite nella trasmissione condotta da Boris Sollazzo su Radio Rock.
“Io sono un giornalista e racconto dei fatti che magari sfuggono alla lente d’ingradimento di altri. Purtroppo ‘il prosciutto è appeso agli occhi’ di tante persone in Italia”. Esiste il lavoro diretto e quello indiretto – spiega Nuzzi che il 27 Agosto presenterà il suo ultimo libro “Giudizio Universale. La battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento” all’ottava edizione di Passaggi Festival della Saggistica, il più grande evento estivo italiano dedicato al libro, diretto da Giovanni Belfiori, dal 26 al 30 agosto a Fano – il lavoro diretto è quello che tu scrivi un fatto e questo determina un’inchiesta, il lavoro indiretto è che tu racconti fatti e acceleri dei processi di cambiamento sociale, creando un movimento di pensiero. Non è un caso che il Vaticano stia vivendo una primavera con Bergoglio” sostiene il giornalista ricordando come prima la Chiesa “o mandava a processo i giornalisti come me o rispondeva con il silenzio alle inchieste di altri paesi”. 
E riguardo al ruolo del Vaticano durante il lockdown aggiunge: “quella sussidiarietà che noi ci aspettavamo non c’è stata, perchè la Chiesa e il Vaticano stanno attraversando una profonda crisi economica, come raccontano e testimoniano i documenti. Oggi ci sveglieremo a settembre tutti più poveri. I segnali che arrivano dall’Europa di chi gestisce le mense per i poveri sono allarmanti”. Infine rispondendo ad una curiosità di un’ascoltatrice racconta i suoi esordi giornalistici: “Io ho iniziato a scrivere per “Topolino”, avevo 14 anni, portavo gli occhiali, mi si appannavano le lenti per l’emozione quando consegnavo i miei articoli. Erano i primi articoli pagati, i primi assegni che venivano intestati a mia mamma. Era una grande emozione vedere la propria firma sulla carta stampata”. 

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