Trattamento dell’acqua di una piscina: tutto su cloro, ph, flocculanti, alghicida e superclorazione
L’acqua di una piscina è il termometro dello stato di salute di tutto l’impianto. Se qualcosa non va l’acqua è il principale elemento a risentirne, quindi il suo trattamento è anche il processo più importante a cui deve assolvere il proprietario di una piscina.
Ogni struttura ha le sue peculiarità: una piscina fuori terra o una mini piscina avranno pompe di filtraggio e una capienza diverse da quelle di una piscina interrata standard. Ciò nonostante gli equilibri molecolari del fluido sono i medesimi, così anche i processi di regolazione di cloro e ph da rispettare. Quindi questa guida può essere seguita per ogni tipologia di struttura, eccetto le biopiscine che non vengono regolate attraverso l’utilizzo di sostanze chimiche. Il tutto ricordandosi di rispettare le proporzioni.
Cominciamo col dire che la limpidezza dell’acqua è solo un indicatore visivo che non ci dice tutto sullo stato del fluido. Per esempio un acqua pulita e limpida potrebbe comunque dare molto fastidio agli occhi a causa di uno squilibrio del ph, non osservabile ma misurabile. Pertanto, andiamo a vedere quali sono i vari passaggi da seguire per dotare la nostra piscina di un’acqua pulita, limpida e con un buon equilibrio chimico.
Scegliere l’acqua
Il primo aspetto a cui prestare attenzione è il tipo di acqua che andremo a inserire nella vasca, sia essa interrata o fuori dal terreno. Per intenderci, la migliore soluzione è della semplice acqua di acquedotto pulita, che però non sempre si ha a disposizione, o non nelle quantità richieste.
La seconda soluzione è prelevare l’acqua di pozzo, che va bene ugualmente ma ha bisogno di un trattamento specifico. In pratica, l’equilibrio chimico di questo fluido è diverso, per capirlo ci basta prelevare un campione da non più di 10 litri. Proviamo a versarvi circa 10 grammi di cloro: se l’acqua resta limpida allora è del tutto simile a quella di acquedotto, ma molto più probabilmente diventerà marrone. Questo avviene perché all’interno vi sono contenuti metalli che si ossidano a contatto con il cloro.
Se proprio non possiamo fare a meno di utilizzare questa acqua di pozzo ricca di sostanze metalliche allora muniamoci di questi materiali: sequestrante per metalli e flocculanti, i primi agiscono soprattutto sulla formazione del calcare mentre i flocculanti, di cui parleremo meglio più avanti, agglomerano i metalli facendoli depositare sul fondo. Infine ristabiliamo i livelli ottimali di ph, solo dopo potremo dare limpidezza con il cloro.
Poi ci sono le acque da invasi, prelevate da bacini aperti su cui, oltre all’operazione di cui prima, bisogna anche effettuare un filtraggio. Stesso discorso per le acque trasportate in autobotte, solitamente ricche di sostanze metalliche.
Regolazione di ph e cloro
Tutto parte dal ph, elemento di equilibrio dell’acqua che permette le successive operazioni disinfezione. Questo elemento viene misurato convenzionalmente su una scala da 0 a 14, ma il suo valore ideale oscilla tra 7,2 e 7,6 (qualunque sia la capienza della vasca). I kit di analisi combinati sono la soluzione più rapida, semplice ed economica per ottenere questa misurazione, non solo del ph ma anche del cloro: si preleva un campioncino d’acqua, si aggiunge qualche goccia di una sostanza che risalta la presenza di ph, attraverso una misurazione per colore molto intuitiva si capisce quale sia il livello di ph dell’acqua nella piscina.
Se il ph è troppo basso l’acqua si definisce acida e tende a dare una sensazione di bruciore. Se il ph è troppo alto allora l’acqua di definisce basica, provoca ancora bruciore e altera i processi di disinfezione. Sul mercato ci sono diversi correttori di acidità/basicità, per alzare il livello si scelgano prodotto ph+, per abbassarlo ph-.
L’acqua a questo punto ha il giusto equilibrio per essere disinfettata. La disinfezione può avvenire grazie a prodotti chimici a base di bromo, ozono, ossigeno, tutte soluzioni valide che però sono utilizzate con molta meno frequenza rispetto al cloro. Questa polvere bianca alla quale si riconduce convenzionalmente l’odore delle piscine è davvero il prodotto principe di questo mercato, poiché economico e facilmente reperibile. In buona sostanza è grazie al cloro che si possono eliminare microbi e batteri dall’acqua, riuscendo a mantenere l’acqua limpida. La quantità giusta di cloro in acqua deve essere compresa tra 0,6 e 1,50 ppm (parti per milione), unità di misura simile al milligrammo. La misurazione può avvenire con lo stesso kit del ph, ma attenzione: quando versiamo la polvere nella vasca attendiamo almeno qualche ora (nel caso di una piscina interrata standard) lasciando che si sparga uniformemente.
Sia il ph che il cloro andrebbero controllati almeno una volta a settimana.
Superclorazione e ciclo di filtraggio
In alcuni periodi la piscina ha bisogno di un processo che potremmo definire shock da cloro. Si tratta di un sovradosaggio della sostanza in modo da disinfettare l’acqua con un’azione più aggressiva. Si rivela necessario in due occasioni tipiche: la riapertura dell’impianto dopo la stagione invernale; ogni due settimane per le piscine private e ogni settimana per gli impianti pubblici.
La superclorazione di inizio stagione prevede un dosaggio dai 15 ai 20 grammi di cloro per metro quadrato. Quella periodica, quindi bisettimanale, ne richiede dagli 8 ai 10 grammi.
L’azione del cloro provoca l’ossidazione delle sostanze contaminanti dell’acqua (portate dai bagnanti, dagli insetti, dagli agenti atmosferici. Quindi ogni piscina ha un suo fabbisogno di cloro che va misurato anche seguendo questi parametri (ma le quantità standard da cui partire sono quelle indicate). Ogni giorno si va ad aggiungere una dose di cloro che va a soddisfare il livello richiesto per l’ossidazione. La superclorazione produce un surplus che funge da agente ossidante per le future sostanze contaminanti, per cui si definisce cloro libero ed è quello che bisogno tenere tra gli 0,6 e 1,50 ppm.
Attenzione, dopo una superclorazione la piscina non si può usare per un tempo utile a consentire un intero ciclo di filtraggio. Un ciclo di filtraggio prevede che tutta l’acqua passi due volte per lo skimmer, ovvero il filtro. Questo fa parte delle parti meccaniche di una piscina (sia interrata che non) che tratteremo in una guida diversa. Quindi il tempo materiale che una piscina impiega per svolgere un ciclo di filtraggio si può calcolare così: (volume ÷ velocità di filtraggio) x 2.
Alghicida e Flocculazione
Chiudono il novero dei prodotti indispensabili per il trattamento dell’acqua in una piscina l’alghicida (o antialghe) e i flocculanti.
L’alghicida viene spesso erroneamente usato per sterminare alghe che sono in formazione o già presenti. Ecco, in quel caso è già troppo tardi visto che il prodotto serve a prevenirne la comparsa e non a estinguerle. Se le alghe hanno già attecchito alle pareti bisognerà pulire con un robot, che è comunque uno strumento da utilizzare con frequenza (un aspirapolvere per piscine, per intendersi), oppure svuotando la vasca e utilizzando acidi corrosivi.
Quindi l’antialghe ha bisogno della sua frequenza di utilizzo, che solitamente prevede 10 grammi di prodotto per un metro cubo d’acqua, da versare ogni 15 giorni nello skimmer.
I flocculanti invece, come già detto in precedenza, sono dei coagulanti per sostanze metalliche e altre microparticelle sospese che intorbidiscono l’acqua. La flocculazione agglomera queste particelle rendendole più pesanti e facendole depositare sul foto in modo da essere facilmente rimovibili.
Questa sostanza è, come tutte quelle già citate, un prodotto chimico e pertanto va utilizzato con criterio. A differenza dell’alghicida curiamo invece di prevenire, quindi lo andiamo a inserire nell’acqua solo quando ci sembra più torbida (ma senza lasciare che diventi marrone). Le dosi previste sono circa 4,5 gr per metro cubo. I flocculanti vanno diluiti prima in un contenitore con un quantitativo di acqua 10 volte superiore (4,5 gr in 45 litri) e poi inserito nello skimmer. Dopodiché si può procedere a un controlavaggio (inversione del flusso d’acqua nel filtro) di circa 4 ore in modo da gettare via tutte le impurità.
E per la chiusura invernale della piscina? Il consiglio in più
Per salvaguardare l’integrità della piscina, oltre a utilizzare i prodotti sopraelencati per un’adeguata gestione dell’acqua, occorre predisporne una corretta chiusura in vista dell’inutilizzo nel periodo invernale. Vi sono quindi diverse operazioni da svolgere che contemplano l’utilizzo di prodotti invernali per piscina, solitamente condensati in un kit, che facilitano il mantenimento della piscina in inverno, compreso il trattamento invernale dell’acqua. In questo modo, si evita di svuotare totalmente la vasca e si risparmia sulla sostituzione del volume dell’acqua.