Salute

ORA È LA VOLTA DEL BENADRYL CHALLENGE. UNA TENDENZA CHE PUÒ COSTARE LA VITA

Giuseppe Lavenia: «Noi genitori, insieme alla scuola, dobbiamo informarci, per primi, sulle challenge che circolano in rete. Dobbiamo giocare d’anticipo, così da poter essere in grado di proteggere i nostri ragazzi, aiutandoli a sviluppare una consapevolezza digitale»

Senigallia, 8 settembre 2020 – Un’altra sfida sui social è costata la vita a Chloe Phillips, una ragazza di quindici anni di Oklahoma City (Usa) a causa di una overdose da farmaco. La “Benadryl Challenge” consiste nel riprendersi mentre si assume il Benadryl, un farmaco antistaminico, che, sempre smartphone alla mano, si continua a ingerire finché la sostanza inizia a provocare allucinazioni. Purtroppo però, in alcuni casi le conseguenze possono diventare tragiche. L’antistaminico ingerito ha infatti effetti collaterali: un dosaggio troppo alto può danneggiare, o fermare, il sistema cardiocircolatorio. 

Ma cosa porta i ragazzi a spingersi sempre oltre, superando ogni limite? «Non c’è una risposta univoca. La motivazione principale è, da un lato, la ricerca continua di modi per accaparrare visualizzazioni aumentando i propri “follower”. Una convinzione che, a detta loro, li porterà così ad accrescere la propria autostima basata sul riconoscimento sociale del web. D’altro canto, invece, è un modo per mettersi alla prova, per vedere fin dove riescono ad arrivare», premette Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP e Cyberbullismo). 

«Molti ragazzi si lasciano convincere a partecipare a queste challenge più per il timore di sentirsi rifiutati dal resto del gruppo che per la vera e propria voglia di sperimentare. Sicuramente è presente una fragilità profonda che li spinge a usare il proprio corpo a cui danno sempre meno valore, rischiando molte volte di mettere a rischio la vita. Non ultimo, non hanno ancora ben chiaro il senso del pericolo, che ‘matura’ intorno ai 20 anni». 

Cosa fare? «Ritrovare, con urgenza, il contatto profondo con i nostri figli e ritornare a essere una guida per loro. Per primi noi genitori, insieme alla scuola, dobbiamo informarci sulle challenge che circolano in rete. Dobbiamo giocare d’anticipo, così da poter essere in grado di proteggere i nostri ragazzi, aiutandoli a sviluppare una consapevolezza digitale che li possa aiutare a comprendere il senso del limite. Chiediamo ai ragazzi se sono a conoscenza dei rischi e dei pericoli, non lasciamoli da soli dietro a uno schermo. Interessiamoci alla loro vita online, aiutiamoli ad attivare il pensiero critico e non stanchiamoci di invitarli a irrobustire l’empatia», conclude Lavenia.

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