Comunicati Stampa

ECOCIRCUS ECONOMIA CIRCOLARE PER LE STARTUP

«Abbiamo il dovere di lasciare un mondo più pulito alle generazioni future e di arrivare a un’economia più sostenibile puntando su un equilibrio di tipo economico, sociale e ambientale». Nelle parole di Cristiano Erriu, direttore del Centro Servizi Promozionali per le Imprese Azienda Speciale della CCIAA di Cagliari, l’essenza e l’intento di EcoCircUS – economia circolare per le startup, il progetto biennale di cooperazione territoriale europea per start-up, finanziato attraverso Interreg Marittimo e promosso dal Centro Servizi per le Imprese della Camera di Commercio di Cagliari in partenariato con il Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola (CeRSAA) di Savona (Liguria); la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna – Istituto di Biorobotica (SSSA), Pontedera Pisa (Toscana); la Chambre de Commerce et d’Industrie de la Haute-Corse, di Bastia (Corsica), la Chambre de Commerce et d’Industrie du Var di Tolone (Var) e Innolabs di Livorno (Toscana).

Attivato lo scorso luglio, è stato presentato ufficialmente questa mattina attraverso la piattaforma Google Meet alla presenza di una cinquantina di partecipanti fra partner di progetto e startupper di tutti i territori coinvolti, ovvero aspiranti imprenditori o titolari di aziende in attività da non oltre 24 mesi (o non oltre 36 mesi se innovative): sono proprio loro il target dell’ambizioso progetto di formazione, supporto e finanziamento delle idee d’impresa sostenibili innovative.

Al termine dei due anni di lavoro – in occasione dell’evento finale che, si spera, sarà svolto in presenza – riceveranno supporto 50 imprese tra start-up classiche e innovative, e altre 25 riceveranno sovvenzionicomplessivamente 15 per ciascuna regione coinvolta (Sardegna, Liguria, Toscana, Corsica, Var).

«L’economia circolare è cruciale per almeno due fattori», ha spiegato Marco Celi di Innolabs, partner di progetto e ideatore di EcoCircUS: «da un lato risponde all’esigenza di produrre meno rifiuti, allungando il più possibile il ciclo di vita di un materiale, e dall’altro alla necessità di fornire nuove opportunità di crescita lavorativa o di prima occupazione».

Ma ce n’è anche un terzo, e riguarda i fondi dell’Unione Europea 2021-2027: sono stati stanziati complessivamente 1.280 miliardi per azioni che puntino ad avere un’Europa più intelligente (ricerca e innovazione, digitalizzazione, competitività delle aziende e smart specialization), più verde (efficienza energetica, energie rinnovabili, smart grid, capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, gestione delle risorse idriche, gestione rifiuti ed economia circolare, biodiversità), più connessa (banda ultra larga, mobilità urbana sostenibile, rete TEN-T, mobilità locale, regionale, nazionale e transfrontaliera), più sociale (occupazione, istruzione, inclusione, formazione, protezione sociale, servizi socio-assistenziali).

Fra i relatori dell’evento, anche il professor Paolo Dario, direttore dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e vincitore del “Ras pioneer award”, il riconoscimento più prestigioso al mondo nei settori della robotica e dell’automazione: fra le invenzioni, un robot per la cernita e smontaggio/smantellamento dei rifiuti (es. carcasse d’auto). «Ci stiamo avviando nella quinta Rivoluzione Industriale, improntata sull’economia sostenibile e della rigenerazione», ha sentenziato, «ovvero sul macrotrend dell’economia circolare, che presenta importanti sfide scientifiche, tecnologiche e organizzative ma che rappresenta oggi una necessità, e che permetterebbe di mantenere e migliorare il tenore di vita dei cittadini eliminando alla radice le pressioni migratorie».

IL PROGETTO

Un lavoro lungo due anni

Quello di oggi è stato il punto di partenza di un più ampio programma che punterà a trasformare le priorità e possibilità dell’economia in opportunità di sviluppo, crescita e competitività.

Una volta creato un piano di business per sostenere l’economia circolare a livello transfrontaliero – per agevolare un vantaggio equamente condiviso da tutti i territori – si procederà con la fase di analisi del contesto locale; da qui si procederà, quindi, con l’attivazione di una vera e propria task force di esperti in economia circolare che dovrà definire il piano operativo su ciascun territorio. La capitalizzazione di queste due attività sarà quella di definire un piano congiunto, usato per attivare la parte più operativa del progetto, ovvero l’affiancamento degli startupper a esperti del settore, attraverso fasi di tutoraggio e coaching per trasformare le idee imprenditoriali in un vero e proprio business plan.

Tutte le idee, opportunamente elaborate, saranno presentate poi nell’ambito del contest “Giovani Imprese dell’Economia Circolare”, e le migliori saranno premiate con un voucher al termine del progetto. 

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