Porto Canale di Cagliari, appello della Uiltrasporti Sardegna alla ministra De Micheli e alla sottosegretaria Todde
Zonca: “Subito la costituzione dell’Agenzia del Transhipment per garantire il futuro occupazionale e professionale dei lavoratori, in Naspi da cinque mesi”
Auspichiamo che la costituzione dell’Agenzia del Transhipment trovi spazio nel prossimo decreto governativo. Lo afferma il segretario generale della Uiltrasporti sarda William Zonca in una lettera indirizzata alla ministra dei Trasporti Paola de Micheli, alla Sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessandra Todde, alla vicepresidente della Regione sarda Alessandra Zedda e al presidente della ADSP Mare di Sardegna Massimo Deiana, in cui si esprime “fortissima preoccupazione” per il futuro occupazionale e professionale dei lavoratori della Porto Industriale di Cagliari, in Naspi da cinque mesi e senza prospettive concrete.
“Attendiamo da tempo l’istituzione dell’Agenzia Portuale per la riqualificazione professionale e per il rilancio del transhipment a tutela delle professionalità in esubero delle Aziende terminaliste ex art. 18 della Legge 84/94, come avvenuto in passato per l’analoga realtà di Taranto attraverso l’art 4 del D.L. 243/2016 convertito in Legge 18/2017”, scrive Zonca. “Non nascondiamo lo sconcerto per quanto avvenuto nello scorso dicembre, con la presentazione e il successivo ritiro dell’emendamento che avviava il percorso di creazione dell’Agenzia, già descritto in sede di tavolo interministeriale”.
La Uiltrasporti sarda auspica che la costituzione dell’Agenzia del Transhipment trovi spazio già nel prossimo Decreto Governativo. “Siamo tuttavia fortemente preoccupati – evidenzia Zonca – per le osservazioni che giungono dall’ADSP del Mare di Sardegna, confermati anche oggi nel corso di un incontro tenuto dalle organizzazioni sindacali con la Regione Sardegna e con la stessa Autorità, che paiono sollevare dubbi di applicabilità tra lo status dei lavoratori e l’Agenzia, e presunti alti costi di gestione a carico dell’ADSP, non presenti a Taranto. Sono motivazioni che fatichiamo a comprendere, che devono essere superate definitivamente al più presto al fine di non compromettere la già precaria stabilità sociale del territorio”.