Congo: morti Ambasciatore e Carabiniere. Fervicredo
Ambasciatore e Carabiniere uccisi in Congo, Fervicredo: “Orgoglio italiano. Non dimenticare mai il valore di chi svolge il proprio Dovere all’estero”
“Siamo purtroppo di nuovo qui a piangere due fedeli servitori dello Stato, un giovane quanto eccezionale Ambasciatore e un Carabiniere dal valore straordinario, un orgoglio dell’Italia e di tutti gli italiani, che hanno reso al Paese il proprio servizio con coraggio encomiabile. E pensando all’altrettanto giovane militare Iacovacci viene da pensare che vestire la divisa è sempre sinonimo di non comune spirito di servizio, capacità di sacrificio e spregio del pericolo, e Vittorio ha rappresentato tutto questo pienamente, perché ha coscientemente affrontato un incarico ancor più pericoloso, svolgendo il proprio Dovere in un contesto difficile e denso di insidie, fino all’estremo sacrificio. Tutti noi dobbiamo tenere sempre a mente, e non solo in queste tragiche circostanze, l’importanza fondamentale di chi presta il proprio servizio all’estero”.
Fervicredo: cordoglio Attanasio e Iaccovacci
E’ quanto afferma Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), nel giorno in cui il carabiniere Vittorio Iacovacci ha perso la vita in un attentato in Congo assieme all’ambasciatore italiano, Luca Attanasio. Il giovane militare dell’Arma, che avrebbe compiuto 31 anni il prossimo marzo, era originario di Sonnino, in provincia di Latina, e si trovava in Africa da settembre. Era effettivo dal 2016 al 13° Reggimento di Gorizia, e aveva prestato servizio anche nella Folgore. Il diplomatico Attanasio, 43 anni, era uno degli ambasciatori italiani più giovani nel mondo. Laureato con lode all’Università Commerciale Luigi Bocconi (2001), dal 5 settembre 2017, dopo diverse esperienze nelle ambasciate in Svizzera, in Marocco e in Nigeria, era capo missione a Kinshasa, nel Congo, dove stava portando a termine numerosi progetti umanitari.
“Le vite di due uomini generosi meritano tutto il rispetto e l’onore possibile – aggiunge Schio -. Alle loro Famiglie va tutta la solidarietà e la vicinanza possibile e deve essergli assicurato ogni sostegno. Noi vogliamo esprimere il nostro grazie a questi operatori di pace, che con il loro contributo hanno reso grande l’Italia, e con il loro esempio obbligano ora tutti noi a dare il massimo per tenere fede ai valori che hanno incarnato, a fare tutto per restare accanto ai nostri Servitori più fedeli impegnati in patria e anche in teatri internazionali, a spendere ogni energia per alleviare il peso del fardello di dolore di chi, amandoli, ne ha condiviso principi e impegno e ora è orfano dell’affetto più grande”.