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Il declino di Blockbuster: quando essere scettici costa caro

Il progresso tecnologico ha portato ad un cambiamento non solo a livello temporale, ma anche a livello sociale, facendoci cambiare sempre di più il nostro stile di vita e le nostre abitudini.

È infatti ormai noto il fatto che l’era della digitalizzazione abbia trasferito la maggior parte di ciò che prima poteva solo essere fatto dal vivo al giorno d’oggi possa essere fatto in modo estremamente più semplice tramite l’utilizzo di device elettronici ed una connessione internet; basti pensare a quanti siano i siti come ad esempio Starcasinò che permettono di effettuare scommesse online o applicazioni come Spotify che dispongono di una immensa libreria musicale consultabile e riproducibile in qualsiasi luogo e momento della giornata.

Ma un nome spicca tra gli altri quando si parla di cambiamento di stile di vita e di nostre abitudini giornaliere, stiamo parlando di Netflix. Questa piattaforma ha letteralmente spopolato in tutto il mondo grazie alla sua vasta quantità di film, serie tv, documentari e molto altro cambiando letteralmente la vita alla maggior parte del pubblico solito a passare il tempo libero davanti alla TV in modo rapido ed estremamente comodo.

Chi ha pensato a creare questa piattaforma può considerarsi un vero e proprio visionario, ma il concetto di lungimiranza non è parso chiaro a coloro a cui Netflix era stato proposto come “alternativa futura”.

Prima di questa piattaforma, infatti, era un’altra azienda ai tempi molto popolare la leader del settore dell’home video, ovvero Blockbuster. Si trattava di una vastissima catena di videoteche sparse in tutto il mondo adibite alla vendita, ma soprattutto al noleggio, di centinaia di film, serie tv o addirittura videogames che potevano essere affittati da un minimo di 1 ad un massimo di 5 giorni pagando una quota che poteva variare in base al numero di titoli e al numero delle giornate di affitto desiderate. I titoli andavano poi restituiti al negozio entro il termine stabilito, la restituzione in ritardo prevedeva infatti il pagamento di una sorta di “multa”.

In questo modo Blockbuster diventò una delle aziende più note e efficienti in termini di profitti, fino a raggiungere il suo apice nel 2004 (l’azienda nacque nel 1985).

L’inizio del declino si ebbe appunto con la diffusione del processo di digitalizzazione che permise in un secondo momento di trasferire il mondo del cinema e delle serie in rete attraverso i primi servizi di streaming; Blockbuster dichiarò bancarotta nel 2010 e chiuse gli ultimi punti vendita rimasti nel 2013, mettendo la parola fine ad una storia fatta di successi.

Colpa di Netflix penseranno tutti e sì, in parte è vero, ma forse non tutti sanno che prima di intraprendere una strada in solitaria in salita e con fatica, i fondatori della piattaforma chiesero spesso aiuto a grandi imprenditori per collaborazioni, tra i quali spicca proprio il nome dell’allora CEO di Blockbuster John Antioco. Marc Randolph e Reed Hastings chiesero nel 2000 di poter parlare con Antioco per poter arrivare ad un accordo che prevedeva l’acquisizione da parte di Blockbuster nella neonata Netflix, assicurando che questo investimento avrebbe portato ad ottimi risultati nel corso degli anni a seguito della digitalizzazione, ma il CEO non solo non accettò l’accordo, ma mostrò un certo scetticismo per tutto ciò che aveva a che fare con il digitale e con l’online, che in quegli anni stava prendendo sempre più piede.

Questo porto l’azienda leader del settore del noleggio video ad un futuro tracollo e di conseguenza ad una rapida e fortunata ascesa della piattaforma online ancora ad oggi leader del settore.

Insomma, è normale guardare alle nuove tecnologie e all’innovazione come qualcosa di non sicuro e non totalmente affidabile, ma sono i salti nel vuoto quelli che ci permettono di capire come agire per salvaguardare ed evitare di distruggere ciò che si è creato con impegno e dedizione.

La fortuna aiuta gli audaci.

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Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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