“Palamara ha detto quello che la grande stampa non ha neppure accennato”
Parla l’avvocato Federico Tedeschini, già docente di Diritto Pubblico all’Università “La Sapienza” di Roma, Lo fa in una intervista a spraynews.it discutendo di giustizia e delle gravi accuse di Luca Palamara a tutto il sistema giudiziario.
“La Corte europea ha stabilito una volta per tutte che l’utilizzo delle intercettazioni deve essere autorizzato solo da un giudice e non dal pubblico ministero, che difende per sua natura i diritti dell’accusa. Sinora nella stragrande maggioranza dei casi avveniva esattamente il contrario, con l’abusata scusa dell’urgenza” dice Tedeschini in riferimento alle intercettazioni e al trojan inserito nel telefono di Palamara.
“Penso che i grandi problemi della giustizia italiana, non solo di quella penale, derivino dal consolidamento di un pactum sceleris fra i mezzi di informazione e i magistrati, intesi come un potere dello Stato rappresentato soprattutto dal Csm. Un patto scellerato in base al quale, in cambio della fornitura, a richiesta, di scoop e notizie della più varia natura, la stampa nasconde le inefficienze e gli errori, spesso drammatici, di tutto il sistema giudiziario. Inefficienze che, per quanto riguarda il diritto penale, nascono soprattutto dalla confusione che si fa nell’ambito della magistratura tra pubblico ministero e giudice. E non c’è dubbio che la scelta della Corte europea di riservare al giudice l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni, apra uno squarcio di luce e di aria pulita su una deriva barbarica. E’ stato, infatti finalmente chiarito che il pubblico ministero non è un giudice” continua l’avvocato.
“Sul processo in corso non mi pronuncio. E però inquietante che altri non abbiano ritenuto di osservare altrettanto silenzio. In un processo contro trecento persone, molti imputati sono finiti in carcere e successivamente la maggioranza di loro è stata liberata, nel silenzio dei media, dalla Corte di Cassazione. Si sbattono i mostri in prima pagina. Poi si scopre che mostri non erano, ma è troppo tardi, perché per l’opinione pubblica restano per sempre i mostri che erano descritti sui titoli dei giornali.
Non accetto che i cittadini siano in balia dei pubblici ministeri, e anche purtroppo dei Tribunali della Libertà, senza potersi in alcun modo difendere. Uno stato di soggezione, prostrazione e frustrazione, incompatibile con il sistema disegnato dalla Corte europea dei diritti dell’umo. Ma ci stiamo arrivando” conclude Tedeschini.