LA SITUAZIONE DEI DRITTI DELL’UOMO IN ALGERIA: PREOCCUPAZIONE PER I DETENUTI
Approfondimento a seguito della denuncia della Lega Algerina per la Difesa dei Diritti Umani (LADDH)
La Lega Algerina per la Difesa dei Diritti Umani (LADDH) è un’associazione nazionale senza scopo di lucro soggetta alle disposizioni della Legge algerina (12/06) del 12 gennaio 2012 relativa alle associazioni. È stata creata nel 1985 da un gruppo di attivisti guidati dal Signor Ali Yahia Abdenour, il suo primo presidente, attualmente presidente onorario. Riconosciuta ufficialmente dalle autorità il 26 luglio 1989, dopo l’apertura politica strappata dagli eventi del 5 ottobre 1988. Dopo la fine del processo elettorale nel gennaio 1992, seguito dallo scoppio della violenza armata, la LADDH ha scelto il campo della dignità umana, della pace e della riconciliazione nazionale Nella prima pagina del suo sito (droits-laddh.org) questa associazione umanitaria ” esprime la sua profonda preoccupazione per il destino di 23 prigionieri di coscienza in sciopero della fame dal 6 aprile nel carcere di El Harrach (Algeri), compreso il peggioramento dello stato di salute. Gli scioperanti della fame sono giovani manifestanti arrestati durante una pacifica marcia di Hirak sabato 3 aprile 2021 ad Algeri. Sono stati incarcerati il 5 aprile 2021 dal giudice istruttore presso il tribunale di Sidi M’Hamed e sono perseguiti per “istigazione a assemblea disarmata”, “assemblea disarmata”, “indebolimento dell’unità nazionale” e “disprezzo del corpo”. Accuse diventate di routine dall’inizio del movimento popolare e pacifico il 22 febbraio 2019, che hanno colpito decine di cittadini. Come quelli che li hanno preceduti, i giovani in sciopero della fame contestano nella forma e nella sostanza le accuse mosse contro di loro. Giustamente ritengono di essere vittime di arbitrarietà quando hanno esercitato solo il loro diritto di esprimersi e di manifestare espressamente riconosciuto dalla Costituzione. La LADDH è tanto più preoccupata che i tragici casi del giornalista Mohamed Tamalt e del dottor Kamel-Eddine Fekhar, morto in carcere, siano ancora ricordati dagli algerini come esempi delle drammatiche conseguenze dell’arbitrarietà e dell’assenza di rispetto per la vita umana.
Sono constatazioni drammatiche che se fossero reali farebbero pensare sulla situazione in generale dei diritti dell’uomo in questa Nazione. Come già osservato più volte la società moderna, ed in generale anche gli operatori economici considerano tra le ricchezze di una Nazione non solo i beni che essa produce, le risorse del sottosuolo ma anche il rispetto dei diritti umani .
E quella che il definisce “L’economia sociale di mercato” ovvero un modello di sviluppo dell’economia che si propone di garantire sia la libertà di mercato che la giustizia sociale, armonizzandole tra di loro.
L’idea di base è che la piena realizzazione dell’individuo non può avere luogo se non vengono garantite la libera iniziativa, la libertà di impresa, la libertà di mercato e la proprietà privata, ma che queste condizioni, da sole, non garantiscono la realizzazione della totalità degli individui (la cosiddetta giustizia sociale) e la loro integrità psicofisica, per cui lo Stato deve intervenire laddove esse presentano i loro limiti. L’intervento non deve però guidare il mercato o interferire con i suoi esiti naturali: deve semplicemente prestare il suo soccorso laddove il mercato stesso fallisce nella sua funzione sociale e deve fare in modo che diminuiscano il più possibile i casi di fallimento https://it.wikipedia.org/wiki/Interventismo_(economia).
A questa definizione molti aggiungono che anche il rispetto dei diritti umani sia una ricchezza per una Nazione ed uno dei parametri per poter commerciare con essa. L’Unione Europea ha già sospeso agevolazioni nei commerci con paesi che violavano i diritti umani ( ad esempio Cambogia) . Quindi sapere quale sia lo stato dei Diritti Umani in Algeria è importante tenuto conto del potenziale economico di questa Nazione e del suo peso nel campo degli idrocarburi.
Sarebbe utile che l’Europa approfondisca i temi sollevati dalla Lega Algerina per la Difesa dei Diritti Umani (LADDH) per capire la reale situazione delle carceri, della libertà espressione e di tanti altri settori . Sarebbe un bene anche per la stessa Algeria dissipare gli aspetti grigi da tante organizzazioni sollevate. Gli equivoci non giovano a nessuno e anzi alimentano solo illazioni e sospetti. Un bene perché una nazione che , al pari di tutto il modo arabo, a basato la sua lotta sacrosanta contro il colonialismo sui diritti dei popoli e del popolo possa in modo trasparente fare conoscere al mondo di essere una Nazione dove non vi è repressione o abuso ma una Nazione al pari di altri.
Marco Baratto
studioso del mondo arabo