Spagna e Marocco: Occorre rivedere la priorità della politica estera europea
In questi giorni, nel silenzio assordante della stampa italiana, si sta consumando una delle crisi diplomatiche che vede coinvolto un paese dell’ Unione Europea e il Marocco. La stampa e la politica italiana si sono soffermate solo sull’afflusso di migranti dal Marocco verso la città autonoma di Ceuta (sita in territorio marocchino ma facente parte della Spagna ) . La stampa europea si è focalizzata sulle dichiarazioni del Vice Presidente della commissione europea secondo il quale : “Nessuno può ricattare l’Ue. Non possiamo essere vittime di tattiche di paesi terzi che cercano di sfruttare l’immigrazione”. L’Europa, precisa Schinas alla radio spagnola, non “si lascerà intimidire da nessuno”.
Parole sensate se fossero usate in tutti i contesti in cui l’ Europa è di fatto sotto scacco a partire dall’approvvigionamento energetico dove le varie tensioni anche ai confini orientali causano spesso problemi e dai quali se ne esce solo con il rafforzamento della produzione di energia non proveniente da fonti esauribili ma da fonti alternative. Solo infatti, con la liberazione dagli idrocarburi l’Europa sarà libera da vere pressioni .
Il punto essenziale però non viene menzionato. Perché si è giunto a tutto questo? Qualche settimana si era segnalata la presenza in Spagna del capo del movimento separatista del polisario giunto in Spagna coperto da un nome non reale per essere curato . Alla domanda legittima da parte delle autorità marocchine di sapere perché questo uomo fosse giunto in territorio iberico in modo segreto ed anonimo e sulla richiesta del tutto legittima da parte marocchina di essere preventivamente consultati sugli spostamenti del capo del Polisario , le autorità spagnole non hanno dato alcuna risposta.
Un atto che almeno sul piano della correttezza istituzionale tra due Stati sarebbe stata richiesta se non proprio per ragioni giuridiche almeno per mantenere buoni rapporti.
La Spagna non può dire di non conoscere la situazione. Infatti, nel 1884, alla Conferenza di Berlino, fu attribuita alla Spagna la zona costiera dell’attuale Sahara Occidentale esclusa la piccola porzione all’estremo sud nella penisola de La Guera che fu acquisita successivamente con accordi diretti nel 1912 e solamente alla morte di Francisco Franco e la successiva ” Marcia Verde” permisero al Marocco di esercitare legittimamente la propria sovranità su queste provincie .
La Spagna conosce perfettamente anche le tensioni che coinvolgono la regione come dimostrano i fatti accaduti il 17 Luglio del 1970 durante la cosi detta “festa della lealtà verso la madre patria Spagna”. Percui non avere informato il Marocco dell’arrivo il capo del movimento separatista che opera nella regione è un atto di mancanza di rispetto verso una nazione che non solo ha conosciuto il dominio coloniale ma che deve fronteggiare anche un movimento separatista al proprio interno.
Il secondo punto di questa vicenda ci pone davanti al problema se una nazione europea può fornire un aiuto ad un esponente di un movimento separatista : La stessa Spagna è vittima di un separatismo che non vuole placarsi nonostante l’autonomia ampia concessa alle diverse regioni e la domanda è perché mantenere legami con chi vuole la separazione di un paese confinate come il Marocco? Perché non lottare in maniera coordinata per il mantenimento dell’unità nazionale ? sono domande che ci si pone ma che dovrebbero trovare risposta nel parlamento europeo e nella Spagna che sa cosa vuole dire vedere minacciata la propria integrità territoriale.
Nell’autunno del 2017 un regione spagnola aveva proclamato la propria indipendenza dopo il mandato di arresto per “sedizione” i capi di questo tentativo si sono rifugiati all’estero .
Le spinte secessioniste di questa regione sono state condannate da tutta Europa tanto che alcuni alti esponenti dell’epoca avevano affermato che ” l’integrità degli stati nazionali sia una garanzia per la stabilità per tutta l’Unione” .
Questo principio è un fatto che sottoscrivo pienamente i movimenti separatisti non posso trovare legittimità in Europa ma, allo stesso tempo è una considerazione che deve essere applicata ovunque non solo all’interno del territorio dell’Unione.
La salvaguardia dell’unità di una Nazione infatti, è un modo per affrancarsi non solo dalla mentalità coloniale ma, anche e soprattutto da un modo di concepire i rapporti tra gli Stati che dalla Pace di Versailles , al Trattato del Trianon fino agli accordi della Conferenza di San Remo hanno sempre visto disegnare sulla carta dei confini non rispettosi delle popolazioni interessate e di cui il mondo ne sta pagando ancora le conseguenze dalla situazione in Ucraina, per passare alla questione curda senza dimenticare il problema dei problemi ovvero il medio oriente.
Per cui la difesa dell’unità nazionale non vale solo per i Paesi europei ma per tutti a maggior ragione se , come nel caso del Marocco , l’Europa , tramite le città di Ceuta e Melilla , vi confina dal punto di vista territoriale. Nessuno Stato dovrebbe in alcun modo offrire un supporto diretto o indiretto a chi minaccia di rompere l’unità nazionale di un’altro stato. O meglio se un aiuto di tipo umanitario venisse accordato si informi la nazione contro interessata.
La Spagna poi confina territorialmente con il Marocco e questo impone ancor maggiore prudenza e drammaticità nei rapporti tra i due Stati . Vi sono poi da salvaguardare non solo ragioni politiche ma anche economiche e commerciali ma anche nel campo delicato della sicurezza.
Nel 2019 un politico spagnolo sosteneva che il paese iberico ” mantiene un rapporto di cooperazione “privilegiato” ed “eccellente” con il Marocco nel campo della sicurezza ” e che ” esiste una cooperazione tradizionale tra le forze di sicurezza e i servizi di intelligence dei due Paesi nella lotta al terrorismo”. (Ana Maria Botella: L’Espagne entretient une relation privilégiée et excellente avec le Maroc | Hespress Français)
Ora cosa ne discende da tutto questo. Due semplici cose : la prima che deve esistere una unica politica estera europea , non possono più prevalere nel campo delle relazioni con i paesi terzi 27 voci spesso diverse. L”Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza deve essere la sola ed unica voce dell’Europa deve essere ne più ne meno come il Segretario di Stato Americano e le controversie all’interno dei paesi siano considerati affari interni.
La seconda è che l’Unione Europea nel suo complesso deve ri orientare la propria politica estera verso il Mediterraneo e trovare all’interno di esso alleati stabili, sicuri ed affidabili come ad esempio il Marocco (ma vi possono essere anche altri alleati se garantiscono lo stesso livello di pluralismo e di stato di diritto). In questo quadro non possono essere ammessi ne direttamente ne indirettamente sostegni a formazioni che minano l’unità di una delle parti.
Questa è la via per fare del rapporto euro mediterraneo un punto nodale dei prossimi assetti geopolitici del mondo
Marco Baratto
studioso di geopolitica