La Montagna spaccata e le leggende di san Filippo Neri
La Montagna spaccata si trova a Gaeta. Si tratta di un luogo speciale attorno al quale sono fiorite numerose leggende.
La Montagna spaccata, le leggende
La Montagna spaccata di Gaeta è un luogo meraviglioso avvolto nella leggenda.
Il toponimo fa riferimento ad un’antica leggenda. Quando Gesù morì sulla terra si verificò un fortissimo terremoto. Sarebbe stato il sisma a creare le profonde fenditure che caratterizzano questa montagna.
La storia vuole che proprio qui, san Filippo Neri si sia ritirato in preghiera. Il futuro santo era solito riposare su una lastra di pietra, ancora oggi conosciuta come il letto di san Filippo.
I luoghi frequentati dal santo toscano sono, da secoli, meta di pellegrini , fedeli, sacerdoti e re.
Un’altra leggenda riguarda la grotta del turco, dove si trova una mano impressa nella roccia.
La storia racconta che l’impronta appartenga ad un turco che faceva il marinaio. L’uomo , appreso che il monte si era spaccato dopo la morte di Cristo, affermò di non credere al racconto. Si appoggiò quindi alla parete della grotta. Improvvisamente il sasso diventò morbido e la mano del miscredente vi affondò e formò un’impronta indelebile. La storia è ricordata anche da una targa scritta in latino.
La grotta del turco, che si raggiunge percorrendo circa trecento gradini, è una cavità impressionante che regala uno spettacolo indimenticabile.
Le tradizioni del 26 maggio
Il 26 maggio si ricorda san Filippo Neri. A Torri del Benaco, il giorno della festa si perpetua un rito antico.
La leggenda racconta che la terribile peste del seicento non risparmiò neanche il centro veneto. Un giorno, a Torri del Benaco, in Veneto, giunse san Filippo Neri e, improvvisamente, l’epidemia ebbe fine. Per evitare che il santo lasciasse la cittadina, secondo la tradizione, la sua barca venne data alle fiamme. Da allora in poi, per festeggiare il santo patrono, si usa mettere in acqua un’imbarcazione che, successivamente, viene incendiata.
Invece, a Roseto Valfortore, in Puglia, il santo patrono si festeggia con una tradizione particolare. Il 26 maggio, dopo la processione, i cittadini si riuniscono in piazza per cercare di prendere il cibo che viene distribuito da un balcone.