Condannato Angelini, accusatore di Del Turco
“Per la Cassazione l’imprenditore è colpevole per aver manomesso i dati riguardanti la sua clinica allo scopo di aumentare i rimborsi che doveva ottenere dalla Regione Abruzzo. L’allora presidente si oppose e per questo è scattata la vendetta contro di lui. A Fortugno in Calabria è andata peggio. La Corte di Cassazione ha condannato l’imprenditore Angelini, l’accusatore di Del Turco per aver sistematicamente manomesso i dati riguardanti la sua clinica allo scopo di aumentare i rimborsi che doveva ottenere dalla Regione Abruzzo. Il gravissimo errore di Ottaviano Del Turco è stato quello di mettere in discussione quel sistema, che era anche un sistema di potere e che quindi aveva connessioni con giornali locali, con giornalisti poi approdati al grillismo, e anche con esponenti della magistratura. In Calabria, come a suo tempo ha dimostrato l’assassinio di Francesco Fortugno, a bloccare chi voleva mettere in questione il sistema di potere della sanità interveniva la lupara a pallettoni. In Abruzzo il sistema – per usare una espressione resa adesso popolare da Palamara – era più raffi nato: si fondava su una triangolazione tra imprenditori, alcuni giornali, alcuni magistrati che cavalcavano l’onda. Così Angelini architettò l’operazione tangenti al punto tale che fotografò in anticipo la busta che avrebbe portato al Presidente della Regione e invocò come prove le sue numerose uscite dalla autostrada che però coincidevano anche con l’abitazione della moglie e di una sua clinica. Poi Del Turco fu colpito alle spalle anche dal partito a cui aveva aderito dopo la fine del Psi. Già le sue origini socialiste erano di per sé un handicap. Poi qualche esponente del Pd di origine democristiana fu parte attiva nella operazione che aveva anche il pregio di liberare gli organigrammi interni mettendo addirittura a disposizione il posto poi ambito, cioè quello di Presidente della Regione. Invece la parte del Pd proveniente dal Pci non espresse alcuna solidarietà anche perché convinta, nel suo foro interno, che la natura antropologica dei socialisti era organicamente collegata con la corruzione. Così Ottaviano Del Turco è stato “cucinato” in una Regione dove appunto per eliminare l’avversario politico non viene usata la lupara a pallettoni ma quella mediatico-partito-giudiziaria. Poi, molto più recentemente, si è aggiunto il fanatico giustizialismo grillino nel cui repertorio c’è l’obiettivo della distruzione totale dell’individuo. Così a Ottavia no Del Turco, affetto da Alzheimer, da Parkinson e da un tumore, una persona che non riesce più neanche a parlare con suo figlio Guido, è stato anche contestato il vitalizio, una operazione in sé indegna, ma degna delle erinni che siedono al Senato, di un noto deficiente che siede alla Camera e dell’organo della Stasi.” Lo dichiara al quotidiano ‘Il Riformista’ Fabrizio Cicchitto, Presidente Riformismo e Libertà.