Energia, appello della Uiltec Sardegna
Nell’isola linee elettriche risalenti agli anni ‘70 e ‘80 che la portano ad essere la prima regione in Italia per tasso di guasti
Appello della Uiltec Sardegna: subito un tavolo di concertazione col governo perché vengano delineati in maniera certa gli scenari del futuro energetico della Sardegna
Pierluigi Loi: “Basta con questo spettacolo, indecoroso, che sta facendo male alla Sardegna e alla sua economia”
In questi giorni assistiamo a un susseguirsi di dichiarazioni e comunicazioni sulla stampa sul futuro energetico della Sardegna. Prima del responsabile di ENEL Italia Dott. Tamburi e ieri dell’AD di ENEL Dott. Starace e del ministro Cingolani, i quali delineano e prefigurano gli scenari energetici della Sardegna da qui al 2050. Costoro partono dal presupposto di saltare a piè pari la transizione energetica col GAS, considerato che la Sardegna non è infrastrutturata sino ad oggi e ci descrivono un’isola interamente Carbon Free, con un utilizzo massiccio e totale dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, con un’installazione a regime di nuovi impianti rinnovabili per oltre 4 gigawattora rispetto a 1 gigawattora attualmente installato.
La UILTEC Sardegna guarda a questo scenario con FORTE PREOCCUPAZIONE in quanto ciò vorrebbe dire:
– non convertire le due centrali a carbone esistenti (Sulcis e Fiumesanto) a gas metano, così come previsto dal PNIEC Italiano e dal Piano Energetico Regionale e dagli scenari previsti da TERNA (per Sulcis è stato già dichiarato da ENEL);
– pregiudicare e buttare al vento le centinaia di milioni di euro per costruire e mettere in esercizio i bacini del Gas in cui sono ricompresi i comuni sardi e le piccole e medie imprese;
– pregiudicare definitivamente l’arrivo del gas metano previsto da DPCM Sardegna, annunciato come di imminente uscita, la cui bozza stabilisce tre punti di alimentazione attraverso nave nel Sulcis, Oristano e Porto Torres;
– dire addio al gas Metano a prezzi regolati che avrebbe reso competitive le imprese Sarde e cittadini sardi ancora vincolati al prezzo della “bombola” che in Sardegna non ha pari nel resto d’Italia;
– salutare definitivamente la ripartenza di aziende come Eurallumina e Alcoa che hanno scommesso la loro ripresa produttiva con l’arrivo del Gas Metano;
In tutto questo il presidente Solinas e la Giunta regionale dove sono? Dove sono la programmazione regionale, i piani di sviluppo, i tavoli di concertazione col Governo? NIENTE di NIENTE, solo uno sguardo passivo a quello che fanno le singole aziende che naturalmente guardano ai propri bilanci e non agli interessi dei sardi.
Dove sono tutti progetti con le reti di distribuzione del Gas e l’introduzione dell’Idrogeno?
Se sono stati riposti nel cassetto, il presidente Solinas ha il dovere di dirlo ai cittadini e alle imprese sarde e un dovere morale etico verso coloro che lo hanno eletto e in questi anni si sono spesi per fare la loro programmazione futura.
Il futuro energetico della Sardegna non può rimanere appeso a un cavo (che in questi giorni è andato in appalto per 830 milioni di euro) che ci collegherà alla Sicilia, dove si stanno riconvertendo a gas le centrali a olio combustibile, e se tutto va bene dovrebbe andare in esercizio a fine 2027.
Il ministro Cingolani e l’Amministratore Delegato Starace non hanno detto ai sardi con quale tecnologia verranno fatti i 4 giga di rinnovabili, dove e chi metterà i capitali per realizzarli.
Enel, unico concessionario pubblico della distribuzione dell’energia elettrica in Sardegna, dovrebbe ristrutturare completamente la propria rete, per addivenire allo scenario ipotizzato, con investimenti oltre il miliardo di euro. Allo stato attuale invece abbiamo linee elettriche risalenti agli anni ‘70 e ‘80 che ci portano ad essere la prima regione in Italia per tasso di guasti, e i pochi investimenti annunciati, come quelli del 2020 sono evaporati come neve al sole.
In tale contesto non ci si preoccupa della bonifica dei siti industriali dismessi, magari mettendoci sopra qualche kW di pannelli fotovoltaici sopra per nascondere gli scempi per i prossimi 30 anni e avere la coscienza a posto verso l’ambiente.
NESSUNO SI PREOCCUPA DELLA SOSTENIBILITA’ SOCIALE E RISVOLTI OCCUPAZIONALI CHE TALI PIANI AVREBBERO NEI CONFRONTI DELLA SARDEGNA.
Per questo, la UILTEC Sardegna chiede al Presidente Solinas e alla Giunta regionale sarda di aprire un tavolo di concertazione col governo perché vengano stabilite le regole del gioco e delineati in maniera certa gli scenari del futuro energetico della Sardegna. Non possiamo assistere passivamente a uno stillicidio quotidiano di scelte che vanno in senso opposto a quelle del giorno prima, dando fiato alla politica che ci fa rimanere, poveri, disoccupati e senza futuro, facendo diventare ricchi i lobbisti di turno.
La UILTEC Sardegna chiede alla Giunta di dire basta a questo spettacolo indecoroso che sta facendo male alla Sardegna e alla sua economia.