Così, in un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, al ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, il deputato ha citato le accuse di frode emerse nella gestione degli aiuti internazionali destinati alle popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf, in Algeria, rilevando che il gruppo “polisario” gestisce e beneficia di diversi fondi provenienti dalla cooperazione internazionale: “Nel gennaio 2015, è stato pubblicato il rapporto dell’Ufficio antifrode dell’Unione europea (Olaf) che ha rivelato l’appropriazione indebita ben organizzata, lunga anni da parte del Fronte Polisario degli aiuti umanitari designato per i profughi saharawi”, si legge nell’interrogazione scritta.
Italia aveva in precedenza finanziato aiuti destinati a questi campi nel quadro della cooperazione internazionale. “In data 29 dicembre 2020, l’allora Vice Ministra Emanuela Del Re ha deliberato la concessione di un contributo di emergenza del valore di 500.000 euro al Programma alimentare mondiale (Pam) e un ulteriore contributo di 500.000 euro al Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) per attività nei campi” in Algeria.
Il deputato allarma il ministro AE: “se il Ministro interrogato preveda di adottare iniziative per finanziare anche nel 2021 organizzazioni internazionali” e “se sia a conoscenza dei meccanismi di monitoraggio posti in essere dalle organizzazioni internazionali che ricevono i finanziamenti per evitare una diversione dei fondi in favore di enti diversi da quelli finanziati”, per evitare in futuro tali deviazioni.
Il deputato italiano ha inoltre avvertito che la situazione umanitaria nei campi di Tindouf potrebbe facilitare l’infiltrazione di gruppi jihadisti attivi nella regione.
Nello stesso documento l’Onorevole Fantinati ha evidenziato i diritti umani calpestati nei campi di Tindouf in Algeria e il rapporto del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione arbitraria (GTDA/ONU) sulla responsabilità dell’Algeria in merito alla denuncia dell’oppositore El Fadel Breica per sequestro, tortura e detenzione illegale per oltre 40 mesi da parte delle milizie del gruppo Polisario e dei servizi di sicurezza algerini a causa del suo attivismo per la difesa dei diritti dei saharawi nei campi di Tindouf.
Preoccupati per la proliferazione delle pratiche di detenzione arbitraria nei campi, gli esperti del GTDA/ONU hanno chiesto allo Stato algerino di facilitare loro una visita in questo paese al fine di avviare un dialogo con suo governo, invitando le autorità algerine, sul caso specifico di Breica, ad adottare le misure necessarie per avviare un’indagine approfondita e indipendente sulle circostanze della privazione arbitraria della libertà di Breica, di prendere le misure necessarie contro i responsabili della violazione dei suoi diritti e per il risarcimento dei danni subiti in conformità del diritto internazionale”.
Fadel Breica, pur condividendo le conclusioni e le preoccupazioni del rapporto, ritiene che il ricorso ai rapimenti e alle detenzioni arbitrarie nei campi si è intensificato questo anno.