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Porto Industriale di Cagliari, la Uiltrasporti Sardegna condivide le perplessità degli operatori portuali

Mereu: “Favorevoli alla realizzazione della Rete per il Metano, ma bisogna individuare la migliore soluzione nell’interesse della comunità e delle attività portuali e logistiche esistenti e future”.

La Uiltrasporti Sardegna accoglie con favore le sempre più concrete ipotesi di realizzazione nell’area metropolitana di Cagliari di un impianto e una rete di approvvigionamento e distribuzione di Gas Naturale, complementare e in prospettiva alternativo ad altri combustibili nell’ottica di transizione energetica.

Tuttavia, essendo una scelta importante e di grande impatto sotto tanti punti di vista per il territorio e le ricadute che essa avrà in ambito sociale, economico, logistico e ambientale, riteniamo che occorra valutare al meglio alcuni aspetti.

In primo luogo, una infrastruttura così importante merita di essere collocata nella migliore posizione possibile, affinché non sia incompatibile con le attività portuali e logistiche esistenti, oggi peraltro in espansione. Ci riferiamo all’ipotesi di posizionare l’impianto nella banchina orientale del Porto Canale, ad appena 500 metri dalle attività esistenti (Grendi, Remosa, ecc.) e dal Villaggio pescatori, e ad appena 1 km dal centro di Cagliari.

Pertanto, pur condividendo l’importanza del progetto e le positive ricadute occupazionali e di sviluppo economico ad esso collegate, riteniamo che l’opera possa essere posizionata altrove, per esempio negli ampi spazi presenti nella Zona Industriale di Macchiareddu (nella quale esiste peraltro un pontile a mare), o comunque in un luogo che non danneggi le attività portuali esistenti o di possibile nuovo insediamento.

Inoltre, non sottovalutiamo il fatto che durante le operazioni di scarico del gas verrebbe impedito il transito navale in ingresso e uscita nel porto canale, creando un altro disincentivo al rilancio del Transhipment nel Porto Industriale di Cagliari.

Per tutti questi motivi, la Uiltrasporti condivide le perplessità manifestate dagli operatori presenti nel Porto Canale, e dalla comunità degli abitanti del Villaggio Pescatori.

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