Editoriali

Mediterraneo spazio di dialogo per le religioni del Libro

Il Mediterraneo non è un confine: i flussi di persone, idee, merci, denaro ne fanno da tempo un’interfaccia molto più che una barriera. I sei milioni di francesi del Maghreb fanno ormai il destino della Francia legato a questa regione del mondo. È il caso anche della Spagna, con il Marocco, e dell’Italia, con la Tunisia e la Libia. Il Sud Europa è ancorato al Nord Africa, in meglio – scambi culturali, servizi come il turismo, la care economy, cooperazione industriale – e in peggio, con l’islamismo europeo radicale che affonda le sue radici nel Maghreb. ”Questo è un passo dell’inizio del report “La stabilità del Magreb un imperativo per l’Europa” dell’istituto montaigne. Un report molto importante che andrebbe letto dalle forze politiche italiane sempre più assenti quando si tratta di parlare d Africa . 
Ma il Mediterraneo non è solo , o meglio non ancora del tutto, uno spazio di commerci è da sempre uno spazio di dialogo, di incontro e alle volte di scontro tra le religioni del Libro . 
In una società che da un lato sembra rinnegare il sacro e dall’altro evidenziare gli eventi che dividono i credenti piuttosto degli elementi che uniscono le fedi, che da sempre si riconoscono nella comune discendenza . Come ci ha insegnato il Cardinale Scola 

Il 25 settembre 2011 durante il suo ingresso ufficiale nell’arcidiocesi di Milano, salutando le autorità e ai milanesi dice: “Milano, metropoli illuminata, operosa ed ospitale: non perdere di vista Dio” e augura quindi alla Chiesa milanese di essere “capace di incontrare l’uomo alla radice del suo bisogno.” e l ’8 settembre 2012 nella  sua prima lettera pastorale all’arcidiocesi dal titolo “Alla scoperta del Dio vicino”. In essa invita i fedeli ambrosiani a “concentrarsi sull’essenziale” e a preferire “i linguaggi della gratitudine piuttosto che quelli del puro dovere, decisione di dedicare tempo alla conoscenza e alla contemplazione più che proliferazione di iniziative, silenzio più che moltiplicazione di parole, l’irresistibile comunicazione di un’esperienza di pienezza che contagia la società più che l’affannosa ricerca del consenso. In una parola: testimonianza più che militanza”. Il Cardinal Scola è sempre stato uomo di dialogo , soprattutto con il mondo mussulmano. Nel 2012 , durante l’ncontro con i giornalisti sostenne che ”  Non c’è vera libertà religiosa – è la sintesi del suo ragionamento – quando non ci sono luoghi di culto. L’importante è che si sappia chi la promuove, perché e con quali finanziamenti”. Effettivamente, l’islam oggi in Italia .

La seconda confessione religiosa , dopo il cristianesimo nel nostro Paese , si muove, attraverso un quadro giuridico abbastanza incerto. Tale situazione può essere ridotta al fatto che i rapporti tra Stato italiano e confessioni religiose diverse dalla cattolica sono da un lato garantite dalla Costituzione che all’articolo 8 sancisce che :“ tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I  loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”  e dall’altro ancora pesantemente influenzate dalla legislazione sui “culti ammessi “e dal relativo regolamento attuativo. E’ interessate notare che queste scelte logistiche abbiano interessato (seppure in modo minore e solo in casi eccezionali) anche alcune comunità cristiane orientali molte delle quali pur numericamente significative sono ancora anch’esse alla ricerca di intese con lo Stato italiano e di fatto operino nell’ordinamento giuridico italiano, al pari delle L’edilizia di culto rientra tra le materie secondo l’art 117 della Costituzione vi è la competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni . Rispettando il quadro normativo lo Stato doveva provvedere ad emanare dei principi generali entro cui successivamente le Regioni sarebbero dovute intervenire con proprie norme in grado di rendere compatibili con le varie differenze territoriali le norme statali.
Cristiani, mussulmani, ebrei oggi si trovano davanti ad una comune sfida di valore sapienziale ed il dialogo tra le grandi religioni non può interrompersi per ragioni che prescindono le religioni che spesso fondano la loro essere su una mancata conoscenza dell’uno verso l’altro .
Il Mediterraneo da sempre è luogo di incontro e per questo che è naturale che proprio in questo spazio , che forse l’Italia dovrebbe riprendere in considerazione, che necessita l’avvio di un luogo permanente del dialogo .
Credo anche che sia giunto il momento che venga istituita una giornata del dialogo “ebraico-cristiano- mussulmano” , magari in occasione dell’anniversario della promulgazione dell’enciclica “Fratelli Tutti” ( 3 ottobre) . Una data dove si possa conoscersi a vicenda, affrontare i tanti temi che hanno in comune le grandi religioni e le sfide che esse le attendono in contesto (soprattutto ) in occidente caratterizzato da una progressiva perdita di valori morali ed etici.
L’ Italia potrebbe essere , accanto al Regno del Marocco ed Israele  potrebbero essere le nazioni promotrici di questo momento di incontro .

L’ Italia che vede la presenza di una antica comunità ebraica ed allo stesso tempo che vanta un lungo passato di presenza arabo/musulmana , Il Marocco che, ha iscritto nella costituzione del 2001 la cultura ebraica tra quelle compongono il Regno . Dove Sua Maestà Mohammed VI ha promosso da sempre una politica di restauro e conservazione della tradizione ebraica marocchina . Sua Maestà, inoltre, come guida dei credenti, non solo ha su di se il peso della guida della comunità islamica ma , proprio in virtù del suo ruolo religioso è chiamato , nel rispetto della tradizione islamica a proteggere le fedi abramitiche. Il Marocco, in sostanza , ha sempre avuto una attenzione particolare verso tutte le comunità che si riconoscono nel Libro, e lo status di “Guida dei Credenti” impegna il sovrano ad essere difensore della Fede e protettore di coloro che discendono dal padre Abramo. 

Israele , infine , che vede la presenza di tanti ebrei di origine italiana e marocchina. Insomma queste Nazioni e le loro autorità o dai semplici cittadini potrebbero essere degli apri pista per un momento di confronto tra le religioni del Libro e fare nuovamente del Mediterraneo uno spazio di Pace.

Marco Baratto 

Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

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