Esteri

Clima: a pagare sono le donne

Otto marzo 2022, il tema è “l’uguaglianza di genere per un futuro sostenibile”. Le comunità più vulnerabili e marginalizzate sono anche le più esposte alle conseguenze del cambiamento climatico. Violenza di genere e matrimoni precoci tra gli effetti collaterali del riscaldamento globale. Le testimonianze raccolte da Cesvi

Gli effetti del cambiamento climatico non risparmiano nessuno ma a farne le spese sono soprattutto le comunità più vulnerabili e marginalizzate, a cominciare dalle donne che nel Sud del mondo convivono quotidianamente con siccità, ondate di calore e inondazioni. Fenomeni estremi che stanno spingendo al limite la capacità degli ecosistemi di reagire agli shock che si susseguono senza tregua e minacciano la sicurezza alimentare di milioni di persone. Non a caso quest’anno la Giornata internazionale della donna punta i riflettori sulla «uguaglianza di genere per un futuro sostenibile»1riconoscendo il ruolo primario che rivestono le donne nella lotta al cambiamento climatico.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il 40% della popolazione mondiale (oltre 3,3 miliardi di individui) vive in Paesi «altamente vulnerabili al cambiamento climatico» e i disastri dovuti all’innalzamento delle temperature potrebbero spingere sotto la soglia della povertà estrema altri 122 milioni di persone entro il 20302.

L’impatto dei cambiamenti climatici però non è lo stesso per gli uomini e per le donne. Queste ultime rappresentano il 70% dei poveri del mondo (1,3 miliardi di persone)e dipendono in misura maggiore per il proprio sostentamento dalle risorse naturali3Nei Paesi a basso reddito il 50% delle donne è impiegato nel settore agricolo ma meno del 15% possiede la terra che lavora4Le donne nutrono il mondo eppure restano in gran parte escluse dai processi decisionali, dall’accesso a credito, servizi e tecnologie.

Sono molti i modi in cui il cambiamento climatico incide sulla vita di donne e ragazze. A cominciare dalla violenza di genere5 che aumenta nelle emergenze (cicloni, siccità, inondazioni, sfollamenti) e in contesti di risorse scarse: il compito di procurare alla famiglia acqua e legna infatti è affidato tipicamente alle donne e questo accresce esponenzialmente il rischio6. Anche le spose bambine sono un effetto collaterale del cambiamento climatico. Le famiglie ricorrono al matrimonio delle figlie ancora piccole come meccanismo di sopravvivenza7

Donne in Kenya: CESVI

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È quello che accade, per esempio, in Kenya, dove Cesvi promuove programmi per la salute materna e infantile: «Le bambine di 10, al massimo 12 anni, vengono promesse come spose a uomini adulti in cambio di bestiame. Le collane che portano al collo rappresentano la promessa della famiglia al futuro marito. Spesso una bocca in meno da sfamare è l’unica soluzione per salvare la figlia e il resto della famiglia dalla fame», racconta Veronica Nerupe, allevatrice del villaggio di Nasuroi.

Per invertire la rotta e garantire alle nuove generazioni un futuro sostenibile è dunque necessario intervenire sulle disuguaglianze di genere. È quello che fa Cesvi nei Paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, dove ha messo in campo programmi che mirano a promuovere la sicurezza alimentare delle donne fornendo loro gli strumenti necessari per raggiungere l’autosufficienza (sementi, bestiame, attrezzature, accesso al credito, formazione).

È il caso dello Zimbabwe8, dove l’organizzazione sostiene le imprenditrici agricole che producono arance, paprika e zafferano nei distretti di Beit Bridge e Makoni, promuovendo l’uso della tecnologia in agricoltura, dai sistemi irrigui agli impianti a energia solare: «Noi donne abbiamo più tempo per la famiglia, mentre prima passavamo la notte nei campi. Ora l’irrigazione è automatica e nessuno deve lavorare la notte», racconta Maria Tlou, 45 anni e sei figli.

Più a nord, in Kenya, Cesvi sostiene le piccole allevatrici di bestiame e pollame che, come Veronica, sono alle prese con una delle peggiori siccità degli ultimi decenni9: «Ora so che per vendere le capre bisogna rivolgersi agli intermediari oppure venderle all’ingrosso. Grazie al bestiame sono riuscita a pagare le tasse scolastiche dei miei figli», spiega la donna, 38 anni.

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"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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