Onu, Ue e Italia preoccupate per le crescenti restrizioni alle libertà fondamentali in Algeria
L’Alta Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha espresso ancora una volta la sua preoccupazione per le crescenti restrizioni alle libertà fondamentali in Algeria.
“Io sono preoccupata per le crescenti restrizioni alle libertà fondamentali in Algeria, in particolare per il moltiplicarsi degli arresti e delle detenzioni di difensori dei diritti umani, membri della società civile e oppositori politici”, ha sottolineato la Bachelet che ha presentato martedì 8 marzo il suo rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo, nel quadro della 49a sessione del Consiglio dei diritti umani.
L’ex presidente del Cile, Bachelet ha chiesto, in questo senso, al governo algerino “di cambiare rotta e di prendere tutte le misure necessarie per garantire i diritti del suo popolo alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica”.
Le violazioni sistematiche diritti umani e la repressione dei militanti Hirak (movimento che chiede uno Stato civile non militare, ndr) in Algeria sono state più volte denunciate da molteplici organizzazioni regionali e internazionali, tra cui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e i Relatori Speciali dell’ONU.
Il Parlamento europeo aveva adottato, in meno di un anno, due risoluzioni successive sulla situazione dei diritti umani in Algeria e varie interpellanze degli euodeputati sui massicci abusi, la repressione dell’Hirak e l’arbitrarietà imposta dal regime militare algerino.
In Italia, una interpellanza è stata presentata dal Senato nella quale si sottolinea: “è più che mai urgente e necessario che le autorità algerine cessino immediatamente questa repressione e intervengano per garantire il rispetto dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione di manifestanti pacifici, giornalisti, attivisti dei diritti umani e per liberare i cittadini detenuti ingiustamente”.
Dalla sua parte anche Riccardo Noury portavoce di Amnesty International a Roma ha pubblicato il 7 marzo: “A tre settimane di distanza dall’ultimo post, torniamo a parlare dell’Algeria, dove la situazione peggiora sempre di più. Febbraio è stato il mese dell’accanimento nei confronti dei difensori dei diritti umani”.