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Marzo e la leggenda del pastore e del suo gregge

Marzo e la leggenda del pastore. Un racconto spiega perché il terzo mese dell’anno abbia 31 giorni.

Marzo e la leggenda del pastore

In un tempo lontano viveva un pastore. L’uomo, ogni giorno, conduceva i suoi armenti al pascolo. 

Febbraio era terminato ed il mandriano si augurava che la primavera fosse ormai vicina. Mentre si reca con il suo gregge in campagna, incontra marzo che gli domanda dove fosse diretto. Il pastore risponde di voler arrivare al monte.

Dopo essersi salutati, il mese pazzerello pensa a come far dispetto all’uomo, scatenando una tempesta. Al rientro dal pascolo, il mandriano intravede marzo che si informa da lui di come sia andata la giornata. Il pastore è soddisfatto e tutto ciò causa nel mese rabbia perché non capisce come non si lamenti del temporale.

In realtà, all’astuto campagnolo è bastato soltanto uno sguardo per capire la personalità del suo interlocutore. Proprio per questo il pastore aveva mentito. Le sue pecore non erano state in montagna ma in pianura dove, per tutto il giorno, splendeva il sole.

La mattina dopo il pastore incontra nuovamente marzo che gli chiede dove si stia recando. Come il giorno precedente, il mandriano dice una piccola menzogna. Tutto questo va avanti per circa trenta giorni. L’astuzia del pecoraio irrita moltissimo il volubile mese che non sa come fargliela pagare. Così, in preda alla rabbia, si reca da aprile per chiedere in prestito un giorno. Aprile accetta. La mattina dopo marzo va incontro al pastore col quale scambia le solite frasi. Il mandriano dice di andare verso la montagna perché il tempo è sereno. In realtà il suo armento si dirige verso la pianura.

Il mese capisci l ‘inganno aspetta che le greggi si mettano a pascolare e scatena grandine e pioggia. Il povero pastore a malapena riesce a riportare a casa i suoi animali. Alla sera, alla sua porta si presenta marzo che vuol scambiare due chiacchiere. Il mandriano è amareggiato perché ha avuto una giornata difficile e ha rischiato di perdere le sue pecore.
Invece, marzo è finalmente contento. E’ riuscito a beffarsi del pastore e rovinargli l’umore.

Ecco perché da quel di’ il terzo mese dell’anno ha trentuno giorni.

I proverbi del mese

Molti proverbi dedicati al terzo mese dell’anno sottolineano che si tratti di un periodo di variabilità meteorologica. I nostri nonni dicevano che “Marzo cambia sette cappelli al giorno” cioè che il clima cambia velocemente, anche durante lo stesso giorno.

Un altro proverbio afferma che “Vento di marzo non passa presto” e che “Neve marzolina dura da sera a mattina”. Infine il classico “Marzo, marzo, pazzerello, guarda il sole e prendi l’ombrello”.

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