Una scelta etica anche nel modo in cui l’Italia sceglierà dove approvvigionarsi di energia

La scelta di scegliere di ridurre il gas dalla Russia , si dice che è stata decisa per ragioni etiche . Ovvero la guerra in Ucraina. Ora l’Italia deve sceglie con chi trattare . Se l’etica ha il suo peso anche in economia potrebbe essere la volta buona per istaurare un economia sociale di mercato. Allora prima di scegliere nel futuro a chi affidare la quasi totalità dei nostri approvvigionamenti dovremmo fare scelte etiche. Quante volte sentiamo che classe politica è scollata dalla vita di tutti i giorni , quando sentiamo delle file alla mense dei poveri che divengono sempre più lunghe ogni giorno che passa . Tutto ciò accade quando il chi è chiamato a gestire la cosa pubblica non ha percezione della realtà, quando vive in una “torre d’avorio” fatta di stipendi altissimi , privilegi ecc ecc. Il politico , chi governa deve ascoltare il popolo , deve aprirsi senza paura alle istanze che vengono dal basso senza paura .
La nostra Costituzione all’Articolo 41 sancisce che ” L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.” Dobbiamo chiedere a tutti , senza distinzione, di parte che nei nostri interscambi commerciali, anche in tema di approvvigionamento energetico , non vi sia solo la necessità o consolidatati accordi ma che questi accordi non siano in contrasto con l’articolo 41 della Costituzione.
Scegliere nazioni che non fomentano il separatismo nelle zone vicine , scegliere nazioni stabili ed innovative nel piano energetico o che stanno lanciando piani per l’idrogeno verde, per il solare e il termo solare. Scegliere nazioni che non sono mentalmente legate alla alla guerra fredda, scegliere nazioni ( e ve ne sono anche nel mondo arabo) dove si svolgono elezioni libere e democratiche, dove si lavora in modo multilaterale dove non vi è repressione del dissenso e si lavora per l’africa e non nella logica della contrapposizione.
Oppure essere chiari fin dall’inizio che la fornitura di beni o servizi sia legata al rispetto di alcuni valori non negoziabili . Proprio in questi giorni La Lega degli Stati Arabi ha adottato una importante risoluzione che come Italia dovremmo prendere in considerazione quando andremo a stipulare nuovi accordi commerciali o nuove Nazioni che ci permettano la sicurezza energetica Le agenzie di stampa hanno, infatti, rilanciato la notizia che “Il Consiglio della Lega degli Stati arabi a livello dei ministri degli Esteri ha adottato, mercoledì al Cairo, una risoluzione presentata dal Marocco sulla lotta al reclutamento militare di bambini nei conflitti armati. Il Consiglio dei ministri arabo ha quindi incaricato il Segretariato generale della Lega araba di coordinarsi con i Consigli ministeriali e gli organismi arabi interessati, al fine di redigere un documento allegato che sarà inserito nel “Piano globale per la lotta al reclutamento militare dei bambini in conflitti armati e terroristici”. L’allegato, di cui una bozza sarà presentata alla prossima sessione del Consiglio, dovrebbe affrontare la dimensione giuridica, umana e dei diritti umani della lotta contro il reclutamento di bambini nei conflitti armati.
La decisione si basa sull’appello lanciato dalla Lega Araba, nel novembre 2021, in occasione della Giornata internazionale del fanciullo. Inoltre, attraverso gli articoli relativi alla lotta al terrorismo, la riunione ministeriale ha chiesto di continuare a beneficiare della Fondazione Mohammed VI degli Ulema africani e dell’Istituto Mohammed VI per la formazione di imam, mourchidine e mourchidate. Il Consiglio ha inoltre accolto con favore l’istituzione in Marocco dell’Ufficio del Programma delle Nazioni Unite contro il terrorismo e la formazione in Africa (ONUCT), nonché la co-presidenza del Regno, con il Canada, del Forum globale contro il terrorismo.” Contemporaneamente sul sito delle Nazioni Unite ( https://news.un.org/fr/story/2021/03/1090972) è apparsa una comunicazione secondo la quale ” L’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite venerdì ha chiesto alle autorità algerine di porre fine immediatamente alle violenze contro manifestanti pacifici e agli arresti arbitrari. ” Sempre secondo la stessa fonte l’Ufficio dell’ONU comunica di essere molto preoccupati per il deterioramento della situazione dei diritti umani in Algeria e per la continua e crescente repressione contro i membri del movimento pro-democrazia Hirak”, ha affermato Rupert Colville, portavoce dell’Haut-Commissariato durante una conferenza stampa delle Nazioni Unite a Ginevra .Secondo l’ufficio dell’Alto Commissario Michelle Bachelet, le proteste, continuate online sulla scia della pandemia di Covid-19, sono riprese nelle strade nelle ultime settimane, con le autorità che hanno risposto con la stessa modalità repressiva del 2019 e del 2020.L’Alto Commissariato accusa le forze di sicurezza algerine di uso eccessivo della forza. Egli stima che centinaia di persone siano state arrestate da quando le proteste sono riprese il 13 febbraio 2021.” La nota prosegue affermando che ” L’ufficio della Signora Bachelet esorta le autorità “a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone arbitrariamente arrestate o detenute con l’accusa di sostenere Hirak, ea ritirare tutte le accuse contro di loro”.
Allo stesso modo, nei primi due mesi del 2021 sono proseguiti i procedimenti penali avviati nel 2019 e nel 2020 contro attivisti, difensori dei diritti umani, studenti, giornalisti, blogger e semplici cittadini che hanno espresso la loro opposizione. I giornalisti sono stati arrestati per aver coperto o riferito sul movimento di protesta e 16 media online indipendenti noti per i loro articoli critici sono stati bloccati, ha affermato l’agenzia. Di fronte a questa situazione, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani chiede indagini “rapide, imparziali e rigorose” sulle accuse di tortura e maltrattamenti durante la detenzione.
Dobbiamo chiedere in cambio di un maggior forniture di energie scelte etiche da parte degli Stati. Dobbiamo iniziare a piantare i semi dell’economia sociale di mercato e chiedere a coloro con cui commerciano scelte etiche. Le stesse scelte etiche che si chiedono ai cittadini quando a causa delle sanzioni alla Federazione Russa si vedono aumentati i prezzi e l’economia nazionale ha problemi . Se vogliamo essere coerenti dobbiamo riformare dal basso il sistema economico globale con una vera economia sociale di mercato
Marco Baratto