Comunicati Stampa

Intervista all’Ambasciatore d’Italia in Marocco Armando Barucco. MAROCCO: UNA PORTA SULL’AFRICA PER GLI INVESTITORI

Energie rinnovabili, automotive, agroalimentare, infrastrutture e manifatturiero sono solo alcuni dei settori in cui il Governo investirà in maniera strutturale Italia e Marocco hanno rapporti commerciali molto solidi e in continua crescita. In quali ambiti sono presenti prospettive di miglioramento dell’interscambio?

I dati sull’interscambio dei primi mesi del 2021 segnalano una fase di piena ripresa del commercio bilaterale, dopo il rallentamento che ha interessato l’economia mondiale nel corso del periodo più complesso della pandemia. L’incremento di quasi il 48 per cento rispetto agli stessi mesi del 2020 è sicuramente legato a fattori strutturali di ripresa, ma indica allo stesso tempo un interesse concreto e continuo delle nostre imprese verso un mercato che ha saputo trasformarsi e re-inventarsi, soprattutto negli ultimi 20 anni. Numerosi sono i progetti infrastrutturali, così come forte è la volontà del Regno di utilizzare la propria geografia a favore di un ruolo proattivo nel commercio euro-africano, e nello sviluppo delle energie rinnovabili. La Dichiarazione congiunta tra il Marocco e l’Italia, firmata durante la visita a Rabat del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, il primo novembre 2019, ha collocato le relazioni bilaterali nel quadro di un partenariato strategico multidimensionale. L’attuazione del partenariato passa naturalmente attraverso un rafforzamento dei legami economico-commerciali. Su questo devo sottolineare come la comunità imprenditoriale attiva nel Paese abbia saputo da tempo anticipare una fase ascendente delle relazioni bilaterali, mostrando la capacità di utilizzare al meglio i numerosi incentivi offerti dal Marocco a favore dello stabilimento degli investimenti internazionali. Penso soprattutto all’automotive, che vede nelle zone di accelerazione industriale di Tangeri e Casablanca una fortissima presenza italiana nell’ambito della componentistica. Il Marocco è un Paese capace di offrire stabilità, agevolazioni e una visione strategica del proprio ruolo nel bacino mediterraneo e nel continente africano. Quando parliamo di Marocco come “porta sull’Africa” indichiamo esattamente questo: un sistema istituzionale ed economico che riesce ad interpretare al meglio la vicinanza all’Europa e la propria dimensione africana, articolata in un sistema assicurativo e bancario radicato e diffuso nei principali paesi dell’Africa centrale e sub-sahariana. In questo senso, gli investimenti nel Regno possono anche costituire il primo passo per triangolazioni commerciali verso il resto del continente, facendo perno su una logistica d’avanguardia che vede nella rete infrastrutturale e dei porti un fiore all’occhiello delle politiche di investimento pubblico.
Tra i settori di avanguardia, il più promettente è sicuramente quello delle energie rinnovabili. In considerazione dell’eccezionale potenziale eolico e solare, il Marocco ha dato vita ad un’ambiziosa strategia per generare entro il 2030 il 52 per cento del consumo di elettricità da fonti rinnovabili. Strategia che non si ferma al mercato interno, ma che in prospettiva ambisce a consolidare il ruolo del Regno come attore di primo piano nel mercato mondiale delle energie pulite. In questo senso non solo eolico e solare, ma anche idrogeno verde: la frontiera dell’energia del futuro. Non è casuale che l’interesse del tessuto industriale e imprenditoriale italiano verso il Marocco sia in aumento, tanto a livello di grandi gruppi – come Enel Green Power, ENI, SNAM e SAIPEM – quanto di piccole e medie imprese. Un interesse speculare all’impegno di soggetti finanziari istituzionali di rilievo, come il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti che ha recentemente rafforzato il proprio proficuo dialogo con l’ente omologo marocchino, per dar vita a nuove linee di cooperazione e, in prospettiva, di finanziamento. Quando si parla d’interscambio e rapporti commerciali non si può sottovalutare il ruolo giocato dalla comunità marocchina residente in Italia, che con quasi mezzo milione di presenze e 65.000 imprese individuali e tra le più integrate nel tessuto sociale ed economico italiano. Ecco allora che le prospettive di miglioramento dell’interscambio devono passare anche attraverso il miglioramento degli strumenti finanziari a disposizione dei nostri cittadini per facilitare il fare impresa e il mantenimento delle relazioni famigliari. Il progetto “Risparmio senza frontiere” di CDP va esattamente in questo senso, agevolando la trasmissione delle rimesse e canalizzandole verso progetti di sviluppo in Marocco, di cui possono beneficiare anche le nostre imprese.

In quale modo le autorità del Regno hanno saputo affrontare la pandemia di Covid-19 e frenarne le conseguenze economiche?

Come avvenuto in tutto il mondo, la crisi sanitaria ha imposto al Marocco l’esigenza di far fronte ad una sfida multidimensionale che ha attraversato ogni settore della società e dell’economia. La risposta adottata dalle Autorità è stata strutturata, articolata ed estremamente ambiziosa nella volontà di interrogarsi sul futuro del paese nei prossimi decenni. Le misure di contenimento e monitoraggio sanitario si sono accompagnate ad un deciso intervento dello Stato a sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione, grazie anche ad una delle migliori campagne vaccinali attuate in Africa. Il tessuto economico ha retto, seppure sia innegabile che gli effetti della chiusura dei confini abbiano lasciato un segno molto pesante sul terziario e sul settore del turismo. Su tutto è evidente la voglia di reagire, e di instradare la ripresa lungo tre assi prioritari: consolidamento dell’economia nazionale, generalizzazione delle tutele sociali e ottimizzazione del funzionamento della macchina statale. Le istruzioni reali in tal senso sono chiare, così come è chiara la volontà del nuovo Governo di recepire nel proprio programma la visione contenuta nel “Nuovo modello di sviluppo” lanciato lo scorso aprile.

Come le imprese italiane potrebbero trarre vantaggio dalla ripresa economica del Marocco?

Accompagnando i progetti pubblici e privati attraverso i quali il Governo instraderà la ripresa. La gestione della crisi sanitaria ha mostrato la capacità delle Autorità locali di mobilitare forze finanziarie di rilievo a favore tanto del settore pubblico, quanto del settore privato. Per molto tempo si è parlato di un potenziale inespresso nelle relazioni commerciali bilaterali; questo sta cambiando. Lo dimostrano i dati dell’interscambio, ma anche la volontà di Rabat di differenziare i propri partner europei di riferimento, sinora Spagna e Francia. Al nostro Paese viene qui universalmente riconosciuta l’eccellenza manifatturiera, la competenza tecnica e la capacità di comprendere le esigenze dei mercati internazionali, senza imporre modelli pre-costituiti. Energie rinnovabili, automotive, agroalimentare, infrastrutture e manifatturiero sono solo alcuni dei settori in cui il Governo investirà in maniera strutturale, con una serie di cantieri che attraverseranno il Marocco nei prossimi decenni.

In merito al Piano di accelerazione industriale, ideato dal governo per favorire lo sviluppo economico del Paese e ora entrato nella sua seconda fase (2021-2025), quali settori strategici per gli investimenti italiani saranno interessati?

Il Marocco ha concluso con lo scorso dicembre, la prima fase del Piano di Accelerazione Industriale (PAI), che ha riguardato il periodo 2014-2020 e che si è concentrato sullo sviluppo dell’economia nazionale attraverso i settori industriali. La seconda fase di questo ambizioso progetto, che si estenderà nel periodo 2021-2025, metterà le nuove tecnologie digitali al centro del cambiamento. La seconda generazione del Piano di Accelerazione Industriale (PAI) 2021-2025 mira inoltre alla consacrazione dei risultati raggiunti nell’ambito della prima fase del piano ed alla loro generalizzazione a tutte le regioni, integrando le PMI e mettendo l’industria al centro delle trasformazioni tecnologiche. La strada tracciata nel solco del Nuovo Modello di Sviluppo è chiara e ambiziosa. Un’ambizione che dà alle nostre imprese la certezza di avere partner affidabili e competenti per le loro strategie industriali, tanto in Marocco quanto nel resto dell’Africa.

Tra le importazioni italiane dal Marocco dominano in modo incontrastato gli autoveicoli (45,3 per cento dell’import), quali sono le prospettive di crescita ulteriore e gli ultimi accordi realizzati?

Le imprese italiane, o con una presenza italiana di rilievo, sono già presenti nel Regno con importanti investimenti. Oltre a Stellantis, si contano diversi operatori attivi nella componentistica, come Alfagomma, Magneti Marelli, Proma, Sigit, MTA, Maccaferri. Di recente queste aziende hanno mostrato una positiva propensione a consociarsi per cogliere al meglio le opportunità della ripresa. Lo scorso 27 maggio è stato firmato un accordo biennale tra l’AMICA (associazione di categoria locale) e l’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ad ulteriore conferma del forte interesse della categoria per il Marocco. Il ruolo del Regno nel settore continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Forti sono stati infatti gli investimenti per creare ecosistemi integrati, inserire stabilmente il Paese nelle catene mondiali del valore e favorire lo stabilimento di imprese internazionali di rilievo con agevolazioni nella formazione del personale locale.

Il Paese gode di una posizione strategica che lo colloca al crocevia delle grandi vie di scambio internazionali che collegano l’Africa, l’Europa e il Medio Oriente, in che modo i crescenti scambi commerciali tra il Marocco ed i Paesi dell’Africa occidentale possono creare opportunità per le aziende italiane?

Nell’ultimo ventennio il Re Mohammed VI ha dimostrato di avere una visione chiara e strategica per il Marocco, individuando le coordinate fondamentali di un cammino di sviluppo economico e sociale che ha di fatto cambiato profondamente il volto del Regno, trasformandolo in un attore commerciale e industriale importante nel continente africano, in un partner strategico per l’Europa e, in determinati ambiti, quali lo sviluppo delle energie rinnovabili, in un esempio di successo a livello mondiale. Il Paese ha fatto dell’apertura verso l’estero un elemento chiave della propria strategia con un ruolo di primo piano giocato dall’Unione Europea, suo principale interlocutore. Con un mercato interno di dimensioni limitate, il Marocco ambisce a qualificarsi come “porta sull’Africa” per i propri partner commerciali, attraverso una strategia ragionata di penetrazione nel continente. La partecipazione all’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTA), l’adesione alla CEDEAO e, in generale, il sostegno del Paese ad ogni sforzo di integrazione economica intra-africana sono tutte componenti di un preciso indirizzo politico, volto ad acquisire un ruolo di rilievo in numerosi settori dell’economia continentale. Il Marocco rappresenta un mercato sempre più interessante e ricco di opportunità per le imprese italiane le quali, per inserirsi in un contesto che resta comunque di non semplice ed immediata lettura, potranno farsi opportunamente indirizzare ed eventualmente accompagnare dall’Ambasciata e dalle Istituzioni italiane presenti in Marocco, come il Consolato Generale e l’Agenzia ICE di Casablanca.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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