La politica religiosa del Marocco : un modello per l’ Africa e l’Europa
Mentre un’Europa sorda e cieca guarda al passato, si uccide in guerra fratricida anche dal punto di vista religioso, una parte del mondo continua la sua lenta e instancabile opera di dialogo. In questi giorni , il Il Califfo Generale della Tariqa Tijaniya nella Repubblica Federale della Nigeria, Emir Sanusi Lamido Sanusi, ha visitato lunedì a Rabat l’Istituto di Formazione Mohammed VI per Imam Mourchidine e Mourchidat, nell’ambito della sua visita nel Regno del Marocco.
La Jamaʿat al-Fayda al-Tijāniyya (Comunità della Grazia tijani) è un ramo della confraternita Tijāniyya, sorto nel 1931 in Senegal grazie a Ibrahim Nyass (1902-1975), Cresciuto a Kaolack, importante centro di studi religiosi, da giovane Nyass dedicò la sua ricerca spirituale alla Tijaniyya dandone un’interpretazione originale. Si tratta dell’apice di un cammino mistico che egli descrive come la ricezione di una fayda (effusione o riversamento) di cui semplifica le pratiche ascetiche per favorirne la massima diffusione tra le masse. La congregazione di Nyass si è estesa in Ghana, Ciad, Togo e Nigeria oltre al Senegal e si caratterizza per il rigore etico e dottrinale. In Italia è minoritaria tra i senegalesi rispetto ai muridi e ha una piccola comunità a Lecce.
Questa visita fa parte del rafforzamento e consolidamento dei legami spirituali tra Marocco e Nigeria e dell’incoraggiamento degli studenti nigeriani che stanno proseguendo la loro formazione presso l’Istituto, oltre a beneficiare dell’esperienza delle istituzioni religiose del Regno.
Il direttore dell’Istituto Mohammed VI per la Formazione degli Imam Mourchidat e Mourchidat, Abdessalam Al Azaâr ha indicato, in un comunicato alla stampa, che questa istituzione è “uno degli strumenti dell’approccio lanciato da Sua Maestà il Re Mohammed VI in termini di politica di protezione della religione, un approccio basato sulla necessità di preservare il quadro religioso del Regno basato sulla Commenda dei credenti, sul credo Achaari, sul rito Maliki e sul sufismo secondo il metodo dell’Imam Al Junaid, che sono costanti comuni di cui il Marocco è il punto di convergenza per tutti i popoli dell’Africa occidentale”.
Per ancorare il concetto di riconciliazione tra fede e buone opere, che fa del culto una forma, uno spirito e una ricompensa negli studenti, l’Istituto ha implementato un programma diversificato che include le scienze del Sacro Corano, la biografia del Profeta, il fiqh, il credo e sufismo, ha aggiunto Al Azaar, citando anche le scienze umane, come le istituzioni politiche, i diritti umani e la tecnologia dell’informazione per consentire all’Imam-mourchid di essere aperto a tutte le culture.
Per lui, una delle qualità più importanti di un imam è saper rapportarsi con tutti i settori della società ed essere un esempio in materia di religione e cittadinanza, ma anche nella salvaguardia dell’ordine e della sicurezza del proprio Paese.
E da notare che il numero di studenti nigeriani diplomati all’istituto ha raggiunto i 391 imam, Mourchidat e Mourchidat, mentre 56 studenti e 3 studentesse stanno attualmente proseguendo gli studi presso l’istituto e quest’anno si aggiungerà una nuova promozione, questa che porterà questo numero a 100 studenti.
Da parte sua, il Califfo Generale della Tariqa tijaniya della Nigeria ha affermato che “il mondo musulmano ha urgente bisogno di istituzioni come l’Istituto Mohammed VI per la Formazione degli Imam Murchidine e Murchidat, al fine di proteggere i bambini della nazione dai discorsi estremisti che fanno non rispecchia il vero Islam”, invitando, in questa scia, ad aprire una dependance di questo istituto in Nigeria.
Inoltre, ha sottolineato il ruolo dell’Imam nel promuovere i valori di pace e tolleranza all’interno della società, nonché l’importanza della formazione degli imam in quest’area, rilevando che il Regno è parte di questo processo da secoli.
Il Marocco ha attuato da anni una politica di profonda riscoperta dei valori tradizioni della propria spiritualità ,attraverso alcune riforme. Un modello interessante di cui l’Istituto Mohammed VI ne è parte integrante . Anche il Sommo Ponteficie ha potuto visitare l’istituto (primo Pontefice nella storia ) . sottolineando che l’istituto nasce con ” lo scopo di fornire una formazione adeguata e sana contro tutte le forme di estremismo, che portano spesso alla violenza e al terrorismo e che, in ogni caso, costituiscono un’offesa alla religione e a Dio stesso”, sottolinea quindi da primo Papa in visita a una scuola per imam. Per il Papa, “un dialogo autentico ci invita a non sottovalutare l’importanza del fattore religioso per costruire ponti tra gli uomini”: infatti, “nel rispetto delle nostre differenze, la fede in Dio ci porta a riconoscere l’eminente dignità di ogni essere umano, come pure i suoi diritti inalienabili.
Marco Baratto