Domenica delle palme, l’omelia di Papa Francesco: “nella follia della guerra si torna a crocifiggere Cristo”
La nuova opera di Guadagnuolo: “L’abbandono”– ciascuna madre piange, alla base della Croce, i figli vittime del conflitto.
In tempo di guerra e Coronavirus la solitudine dilaga nelle persone, portando serie problematiche nella salute fisica, nella psiche umana e con un futuro sempre più doloroso e incerto.
La guerra, i genocidi, i tanti bambini morti, la sofferenza fisica, la malattia, la desolazione, la solitudine, sono come le piaghe di Cristo … Si è soli e ci si può sentire come abbandonati da tutti: le attese snervano e le frustrazioni aumentano. In attuale condizione, le vicissitudini di Gesù di Nazareth rivelano un momento in cui un varco appare all’orizzonte, riflettendo sulla Settimana Santa di Passione.
Nella solenne celebrazione liturgica, in Piazza San Pietro, della Domenica delle Palme 2022 e della Passione del Signore, Papa Francesco ha ricordato gli attuali orrori del conflitto in Ucraina: «…si torna a crocifiggere Cristo. Sì, Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli… – ha continuato il Pontefice – Con Dio si può sempre tornare a vivere…».
Il varco si apre tentando di non abbandonare chi soffre con la nuova opera di Guadagnuolo: “L’abbandono”– ciascuna madre piange, alla base della Croce, i figli vittime del conflitto, l’artista dà un’interpretazione originale al suo quadro, ed è struggente la presenza dell’isolamento umano caratterizzato in un tempo di guerra come questo: “Una tragedia esistenziale dispersa in questo mare travolgente”.
Dipingere la guerra, non è come dipingere un bel paesaggio, l’artista turbato dalle azioni belligeranti criminali, assegna il compito al dipinto “L’abbandono”, non solo come relazione cruenta e drammatica della guerra, ma come visione della condizione umana, è una raffigurazione che già fa parte della storia di questo conflitto. L’opera rappresenta la donna con in braccio il suo bambino morto esanime nel momento del missile che si è abbattuto sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk con la scritta “Per i bambini” che lascia inorriditi, la madre urla all’infinito dolore e le lacrime non smettono di scendere, in basso sono visibili le schegge delle bombe e la stazione ferroviaria danneggiata, un crescendo di urla e dolore. Un manifesto di Pace quello dell’artista per divenire un manifesto di tutte le carneficine degli innocenti della storia con l’urlo di reazione di una madre, di disperato pathos. Un calvario impensabile, più crudele sui bimbi ammazzati. Alla vigilia della Pasqua 2022, in un’umanità disfatta, alla base della Croce del dolore, le donne ucraine, sopravvivono al disastro più angosciante. È per tale ragione che alcuni antagonisti di guerre, si sono riconosciuti nell’opera di Guadagnuolo.
Una vita esente da prospettive, ma in qualche passaggio si riesce ancora a scorgere qualche barlume, è l’aspettativa spirituale, l’unica ad avviare una pur minima speranza, in tempo di passione.
A che cosa dobbiamo assistere ancora, per non smarrirci anche a Pasqua? Ci rimane la speranza nella Resurrezione di Cristo, per una sentita rinascita del popolo ucraino implorata dal mondo intero.