Messina si presenta il volume “Il fungo dei cavalieri di Malta”
Organizzato da BCsicilia e dalla Biblioteca regionale Messina, nell’ambito dell’iniziativa “30 libri in 30 giorni”, si presenta, venerdì 22 aprile 2022 alle ore 16,00, presso Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine, Spianata San Raineri, 86 (Edificio “Tiro a segno”) a Messina, il volume di Pippo Lo Cascio “1943 la “Il fungo dei cavalieri di Malta. La pianta-mito dell’antica farmacia melitense il Cynomorium coccineum Linn”. Dopo la presentazione di Sabrina Patania, Presidente BCsicilia Sede di Messina, e i saluti Enzo Foti, Gran Priore di Sicilia dell’Ordine Sovrano di San Giovanni di Gerusalemme Cavaliere di Malta, e Domenico Interdonato, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, sono previsti gli interventi di Balisio Maniaci, Presidente UniTRE di Messina, e di Simone Cappello, Ricercatore CNR-IRBIM di Messina. Conclusioni di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. Sarà presente l’Autore. Coordina Tommasa Siragusa, Direttore Biblioteca Regionale Universitaria di Messina. Evento a numero chiuso. E’ possibile prenotarsi tramite messaggio WhatsApp Tel. 389.9761204. Alla fine dell’evento verrà offerto un rinfresco a tutti i partecipanti
Il volume: Il fungo parassita Cynomorium coccineum Linn. ha dimostrato di avere una lunghissima storia, dato che la prima menzione si fa risalire al tempo di Giobbe o Giacobbe (30: 4), il patriarca della Bibbia ebraica che salvò numerose vite umane dalle carestie che si abbattevano periodicamente nelle terre palestinesi. Una di queste, particolarmente violenta che colpì la Terra di Canaan, costrinse la famiglia di Giobbe ad emigrare in Egitto con il bestiame e tutti i loro averi. Una serie di ricerche archivistiche sulla pianta e i suoi derivati, ha permesso di scoprire fatti e considerazioni storiche e scientifiche di particolare interesse: già in età medievale, i dottori arabi avevano definito il Cynomorium coccineum Linn., il “gioiello delle droghe”, ovvero un prodotto naturale contenente uno o più principi biologicamente attivi e nel campo della farmacia gli fu riconosciuto di possedere ottimi usi terapeutici. I medici del tempo avevano dimostrato che la pianta era insostituibile per combattere soprattutto le disfunzioni del sangue, in tutte le sue manifestazioni corporee. I suoi derivati rappresentavano soprattutto un eccezionale medicamento contro l’apoplessia e le malattie veneree e somministrato in polvere, ebbe un utilizzo come contraccettivo, pasta dentifricia e persino come tintura tessile. Il pigmento rosso della pianta ha offerto agli estimatori un altro vantaggio ovvero quello di essere usato dalle donne delle tribù degli Emirati Arabi Uniti come un’efficace tintura di tessuto, molto resistente all’usura e che produce una tonalità che si avvicina al “rosso sangue”. Il filosofo e medico arabo al- Kindi, che esercitò in Arabia la professione tra il IX ed il X secolo d.C., raccomandava l’uso del “fungo” anche per curare le irritazioni causate da corpuscoli estranei sub-cutanei che procurano infiammazioni, con il rigenerarsi dei tessuti. Rispetto alla definizione proposta da naturalista svedese Carlo Linneo, gli Arabi che ben conoscevano le caratteristiche farmacologiche della pianta, avevano similmente definito la pianta con i termini di “Zeb Arbi” e di “Zeb Turko”, che più o meno concorda con la parola greca cynomorium, avendo ambedue il significato di “canini genitalis”.
L’autore: Pippo Lo Cascio, palermitano, laurea in Scienze della Formazione, studioso di storia e di archeologia del territorio siciliano, è autore di numerosi saggi, articoli e monografie di carattere scientifico e divulgativo. Ha pubblicato i seguenti volumi: Partanna Mondello e i suoi beni architettonici, Palermo 1992; Mondello tra torri e pirati, Palermo 1995; Isola delle Femmine, Palermo 1996; Sferracavallo, Acicatena-Catania 1996; Le torri siciliane di Deputazione del 1717, Palermo 2000; Palermo fuori le mura. La Piana dei Colli, Palermo 2000; La tonnara di Mondello. Un carteggio recuperato (sec. XVII-XX), Palermo 2001 (et alii); Comunicazioni e trasmissioni. La lunga storia della comunicazione umana dai fani al telegrafo, S. Mannelli 2000; Profilo storico ed archeologico di Campofiorito, Corleone 2001 (et alii); Pipe ritrovate (a cura del Museo Etnografico “Giuseppe Pitrè”), Palermo 2004; Pirati e corsari nei mari di Sicilia, Palermo 2004; Storie e leggende di Isola delle Femmine, Palermo 2005, I beni archeologici di Monte Gallo. Carta archeologica, Palermo 2005 (con F. Mercadante); Santa Maria del Bosco. La proprietà fondiaria dell’abbazia di Calatamauro: feudi e masserie, in L’Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, Palermo 2006; Cavalieri di Malta, Turchi e Barbareschi per il dominio del Mediterraneo, Palermo 2006; Torri e torrari di Sicilia, Palermo 2006; Le torri di Palermo. Le difese della Piana e le opere di fortificazione costiera dei secoli XV-XIX, Palermo 2006; Le torri appadronate tra Acqua dei Corsari e Sant’Erasmo: la protezione delle coste e delle campagne, Romagnolo e dintorni. Da Sant’Erasmo ad Acqua dei Corsari. Itinerari della memoria, Palermo 2007; Il Piano di Sant’Erasmo. Mille anni di storia alla Marina di Palermo, Palermo 2008; Schede di torri costiere dell’area Palermitana (Torre Sant’Elia, Capo Zafferano, Capo Mongerbino, Lanterna del Molo, Monte Pellegrino, Tonnara di Vergine Maria, Rotolo, Addaura, Tonnara di Mondello, Fico d’india, Mazzone di Gallo, Amari o Dammuso di Gallo, Vuletta, Sferracavallo, Ciachea), in Le torri nei paesaggi costieri siciliani (secc. XIII-XIX), Caltanissetta 2008; Monte Gallo. I Beni Architettonici Etnoantropologici e naturalistici. Dall’età bizantina al secolo XX, Palermo 2009 (con F. Mercadante): La Valle dello Iato tra archeologia e storia, Palermo 2011 (et alii); Scale, Neviere e Trazzere. Le vie storiche di comunicazione, commerci ed economie della provincia palermitana, tra i secoli XIV-XIX, Palermo 2012: Il nodo di Salomone. Il simbolo millenario della storia dell’uomo. Cordoni Legature e Trecce nella simbologia etnostorica siciliana (dai secc. II-III d.C. al sec. XX), Palermo 2014; Sinan Baxà alias Scipione Cicala. Il messinese al servizio dei Turchi alla Sublime Porta di Costantinopoli e la cultura musulmana in Europa, Terme Vigliatore (ME) 2016; Fani e fari siciliani. Dall’antica comunicazione col fuoco all’elettricità, in Scrutando il mare: lanterne, fari e fanali della Sicilia, Villabate (Palermo) 2016 (et alii); Tra Spagna Francia e Olanda. La guerra civile di Messina (1674-1678), op. di pr.ma pubblicazione, Messina 2022; Il fungo dei Cavalieri di Malta. La pianta mito dell’antica farmacia melitense: il Cynomorium coccineum Linn., Palermo 2020; Da Sant’Erasmo a Castellammare del Golfo. Aspetti storico-naturalistici e religiosi, Alcamo 2020; Comunità religiose nelle Piane palermitane dei Colli e di Gallo. Nascita e sviluppo della Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Partanna Mondello, Palermo 2022, È autore inoltre di alcune scoperte archeologiche che ha pubblicato per la rivista Sicilia Archeologica: tra i principali articoli: Sòlanto: nuove scoperte archeologiche (1990); Indagine topografica al Cozzo Paparina (Altofonte) (1990); Un insediamento militare lungo il fiume Milicia: Pizzo San Nicola (1991); Una torre di avvistamento della costa palermitana. Il Dammuso di Gallo o torre Amari 1992; Pizzo Mirabella. Un insediamento militare di età sveva (1994); La grotta della Caramula alla Fossa del Gallo (Mondello-Palermo) (1995); La torre Sant’Anna e la chiesa ipogeica a San Martino delle Scale (Palermo) (1996); Fattorie romane a Marineo (Palermo) (1997); La torre del Fico d’india a Mondello (1998); Pesi da rete in argilla (1999); Due trappeti della cannamela dell’area palermitana (2001).