Editoriali

Marocco e Vaticano : rapporti storici esemplari

Il Cardinale Segretario di Stato, durante un allocuzione durante una conferenza ospitata dall’Università Urbaniana e organizzata dall’ambasciata del Marocco presso la Santa Sede ha ricordato come “Il Marocco  è un Paese ricco di bellezza, da sempre luogo di incontro di civiltà”, caratterizzato da una tradizione di tolleranza. “Come credenti, sono convinto che dobbiamo riconoscere con gioia i valori religiosi che abbiamo in comune. Ideologie e slogan non ci aiuteranno ad affrontare i problemi della nostra vita quotidiana e della nostra società. Solo i valori spirituali e morali possono farlo, grazie a Dio” e alla sua misericordia.” Sono parole profonde e di grande spessore . La Chiesa cattolica in Marocco è  , una chiesa di periferia, una di quelle chiese che sono amate in modo particolare dal Santo Padre. La Chiesa in Marocco , vive l’esperienza di essere chiesa in uscita , anche grazie alla azione di S.E.R il Cardinale Cristóbal López Romero , primo cardinale elettore nella storia dell’arcidiocesi marocchina.  L’Arcidiocesi di Rabat, trae le sue orgini dal vicariato apostolico di Rabat, eretto nel 1923 dal  PIO XI con la breve ” Quae catholico nomini”  , nel 2017 contava 20.000 battezzati. Quindi una piccola presenza, ma sufficiente per dimostrare la vivacità di questa comunità in un paese a maggioranza mussulmana  ma come ha detto lo stesso Mons Romero , prima della visita del Santo Padre Papa Francesco ” Noi, i cristiani cattolici in Marocco (Chiesa cattolica), esprimiamo la nostra soddisfazione per avere tutta la libertà di culto, tutta la libertà di praticare la nostra religione. Ringraziamo Sua Maestà il Re, Comandante dei credenti e il popolo marocchino che ci accoglie .Tale affermazione ci permette di comprendere come in Marocco , seppur nella difficoltà numerica di essere minoranza religiosa, le religioni abramitiche , le religioni del Libro posso trovare il loro punto di coesistenza
Una convivenza che potrebbe essere un modello vincente non solo per altre nazioni arabe o magari anche per i luoghi santi comuni alle tre grandi religioni.
I rapporti tra Santa Sede e Marocco non sono ascrivibile solamente al XX secolo ma anche in passato le relazioni tra Marocco e Santa Sede furono improntate a reciproche visite di cortesia. Nel 1888 il Sultano del Marocco Mulay Hassan, volle mandare una delegazione di alto livello per portare i suoi omaggi al Pontefice Leone XIII . Una missione quella marocchina del 1888 che fu salutata dalla stampa cattolica italiana con particolare gioia ed enfasi . Infatti, il mondo cattolico  sottolineò il fatto che Sua Maestà Mulay Hassan ribadì , tramite i suoi inviati ” le franchige e la libertà di cui gode l’ordine francescano in Marocco”  permise, tra l’altro di avviare e consolidare , a detta della stampa dell’epoca, un dialogo franco e diretto tra le parti . 
A questo primo incontro i rapporti tra Santa Sede e Marocco ne seguirono altri. In tempi più prossimi a noi , non possiamo dimenticare la  visita di Sua Maestà Hassan II in Vaticano nel 1980 oppure il grande discorso di Sua Santità Giovanni Paolo II a Casablanca , per giungere alla recente firma tra Sua Maestà Mohammed VI e Papa Francesco della dichiarazione congiunta sulla città di Gerusalemme .
Recentemente Sua Maestà il Re Mohammed VI, ha inviato un messaggio di auguri e congratulazioni a Sua Santità Papa Francesco in occasione del nono anniversario della sua investitura nella missione pontificia. SM il Re coglie questa occasione per esprimere il suo apprezzamento per l’azione impegnata di Sua Santità il Papa al servizio dei valori umani universali, ribadendo la sua ferma determinazione a perseguire un’azione comune nel quadro della costante cooperazione tra il Regno del Marocco e la Città del Vaticano , al fine di contribuire alla promozione degli ideali di amore, fratellanza e tolleranza nel mondo, nonché al consolidamento delle basi della pace mondiale.
Proprio il mantenimento della Pace mondiale potrebbe essere un fertile terreno di collaborazione tra la Santa Sede ed il Marocco , che presto aprirà un  centro multidisciplinare di mantenimento della pace marocchino la cui missione sarà quella di formare e sostenere le competenze nazionali e straniere, in particolare nel continente africano, in collaborazione con le Nazioni Unite e alcuni paesi amici, al fine di promuovere i principi della sicurezza internazionale e della pace .  Il Marocco punta ad essere un luogo dove, nell’ambito della Carta delle Nazioni Unite si possa creare un centro per la pace e la risoluzione dei conflitti. Infatti, il modello di gestione della crisi libica , attuato dal Marocco potrebbe essere un punto di svolta per la risoluzione dei conflitti regionali che purtroppo alimentano il continente africano

In un mondo che rischia , ancora una volta , di precipitare verso un anti storico modello bipolare , con il rischio che l’Africa diventi nuovamente terra di “guerre per procura” dei nuovi blocchi il Marocco , cerca di anticipare questa pericolo , non per se stesso ma per l’Africa intera cercando di creare un terzo blocco non alternativo agli altri due ma complementare ad essi. L’Africa insomma non come spazio di altre “guerre per procura” ma come spazio per la Pace del mondo.

Marco Baratto

Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

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