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La storia di Alessandro: ventitré anni, con una grave disabilità, vince l’oro nel salto in alto

Alessandro Brancale, ospite del Serafico di Assisi, ha conquistato due ori alle Special Olympics di Torino, le olimpiadi per ragazzi con disabilità intellettiva, in programma fino al 9 giugno

Alessandro Brancale ha ventitré anni e da sette è uno dei ragazzi ospiti del Serafico di Assisi, Centro italiano tra i più rinomati per la riabilitazione e la cura di bambini e giovani adulti con disabilità gravi e gravissime. La sua passione per lo sport è forte, da sempre. E con le Special Olympics, i Giochi destinati a ragazzi con disabilità intellettiva, il suo sogno si è trasformato in realtà: Alessandro è diventato un campione. E a Torino, nel corso della XXXVII edizione in cui hanno partecipato oltre 3mila atleti provenienti da tutta Italia, per ben due volte è salito sul gradino più alto del podio conquistando due ori: uno nei 110 metri a ostacoli, l’altro nel salto in alto, la sua specialità. 

Alessandro fin da piccolo è sempre stato un bambino dolcissimo, racconta la sua mamma, ma non stava mai fermo, “saltava e correva dappertutto, non si fermava davanti a niente: che fosse una panchina, una sedia o una staccionata, lui doveva saltarla. Si sente libero così, attraverso il salto e la corsa”. E sono proprio quei salti che lo hanno portato in alto, conquistando uno dei due ori ai Giochi di Torino. 

Come ogni atleta che si rispetti, la vittoria è arrivata grazie all’allenamento costante con il coach Daniele Gullia, tecnico Afa (Attività Fisica Adattata). “Alessandro fin da subito ha dimostrato le sue abilità sportive – ha spiegato Gullia -. Certo, è stato necessario lavorare sulla tecnica e sulla tattica perché all’inizio aveva solo voglia di correre e saltare dappertutto. Poi, poco alla volta, tutta la sua energia è stata incanalata e l’atletica è stata una scelta naturale diventando in poco tempo una delle sue attività principali”. E quindi via con gli allenamenti quotidiani in compagnia del ‘mister’: migliorando la resistenza con il trekking e con lo spinning, la coordinazione con il nuoto e l’elasticità con tante ore di esercizi in palestra. 

Nel momento della proclamazione dei vincitori, a Torino, erano tutti molto emozionati, Alessandro in primis: “Continuava a saltare da una parte all’altra, era incontenibile – racconta Gullia – aveva l’argento vivo addosso e la sua gioia era contagiosa! Con le due medaglie al collo mi ha chiesto di fargli tantissime foto, voleva che le facessi vedere a chiunque”. Poi la telefonata a Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico, ad Assisi: “Ho vinto! Ho vinto le medaglie” le ha gridato nella cornetta non riuscendo a contenere l’entusiasmo e facendo una delle cose che gli riesce meglio: saltare da una parte all’altra.

“E’ stata una soddisfazione enorme – continua a raccontare Gullia – perché è saltata l’ultima edizione per via del covid e allenarsi con le restrizioni dovute alla pandemia non è stato facile”. Ma se Alessandro nel salto in alto era una sicurezza, la sorpresa è arrivata dai 110 ostacoli: “Si trattava della prima volta in questa specialità ma dopo il secondo posto nei preliminari ci siamo messi al lavoro”. Alessandro si è affidato in tutto e per tutto al suo coach: “Non faceva altro che ripetermi ‘sì, ok, lo faccio come dici tu’. Ed è incredibile come abbia recepito i miei consigli in così poco tempo; da tecnico, infatti, è stato un momento unico: spiegargli come e quando doveva saltare e vederlo affrontare l’ostacolo con quella voglia…. niente da aggiungere, solo che è stata un’emozione meravigliosa” ha aggiunto Gullia. 

Ma se le gare sono importanti specialmente per i ragazzi, che possono conquistare proprio come i loro beniamini le tanto agognate medaglie, in realtà sono solo il culmine di un percorso articolato e profondo, importante anche sul piano umano oltre a quello riabilitativo. Le attività che svolgono nell’ambito delle Special Olympics oltre a un allenamento atletico, utile per la loro riabilitazione fisica e posturale, permettono anche di sviluppare importanti aspetti relazionali e di socializzazione. In primo luogo imparano a rispettare regole e turni. Partecipare alle gare, poi, permette loro di confrontarsi tra pari per migliorarsi e superare il senso di frustrazione; questo perché ogni atleta partecipa alle competizioni sapendo di poter arrivare primo e di gareggiare alla pari con tutti gli altri.

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