Cresce la colonia di grifoni del Parco di Porto Conte
Incoraggianti i risultati dei monitoraggi svolti dal dipartimento di veterinaria dell’Università di Sassari. Nel 2021 ben 5 coppie si sono riprodotte e i giovani si sono tutti involati senza problemi anche grazie alle iniziative del Parco di riordino degli accessi e della rete dei sentieri naturalistici lungo la penisola di Capo Caccia per una fruizione regolata e consapevole e per evitare l’avvicinamento ai siti di riproduzione.
Sono dati davvero incoraggianti quelli che emergono dall’ultimo report di monitoraggio sul successo riproduttivo della colonia di grifoni nell’areale del Parco naturale regionale di Porto Conte, diffuso dal team scientifico del progetto comunitario “Life safe for vultures” guidato dalla professoressa Fiammetta Berlinguer del Dipartimento di veterinaria dell’Università degli studi di Sassari che ormai da oltre un lustro si sta occupando di implementare la consistenza numerica dell’avvoltoio grifone in Sardegna, ed è capofila di due progetti Life “Undergriffon wings”(2016-2020) e “Life Safe for vultures” (2020 – in corso), in collaborazione con l’Agenzia Forestas, il Corpo Forestale, il Comune di Bosa, E-distribuzione, Vultures Conservation Foundation e con il supporto del Parco regionale di Porto Conte. Nel 2021 a Capo Caccia si sono riprodotte ben 5 coppie di grifoni che hanno dato alla luce 4 giovani che si sono involati senza difficoltà. Nel 2020 invece erano state solo due le coppie censite in riproduzione con un solo giovane involato. Un numero così alto di coppie riproduttive non veniva registrato nella colonia algherese dal 1998. “Rispetto alla stagione riproduttiva del 2020-si legge nel report di UNISS- a livello regionale, nel 2021, è stato registrato un aumento del numero delle coppie territoriali (+6), delle deposizioni (+4) e dei juveniles (+8) con il record di 45 involi. Il successo riproduttivo e la produttività si sono attestati su valori decisamente più alti, rispettivamente con +12,3% e 9.7%, in linea con i relativi valori registrati a livello europeo.” Sempre nel 2021 sono state censite nella Sardegna nord-occidentale, unica area di nidificazione del Grifone nell’Isola, complessivamente 66 coppie territoriali tra cui 61 (92,4%) nel Bosano e 5 (7,6%) nell’Algherese. Le 66 coppie hanno occupato 10 colonie (9 nel Bosano e 1 nell’area del Parco di Porto Conte), composte da un minimo di 2 coppie ad un massimo di 16, e 4 siti isolati tutti nel Bosano. Tali aumenti sono da mettere in relazione al consolidamento delle buone pratiche di conservazione messe in campo dal progetto LIFE Under Griffon Wings (2015- 2020) che hanno consentito di mitigare i fattori di minaccia (carenza alimentare, avvelenamento, disturbo antropico diretto e indiretto dei siti riproduttivi) e di incrementare la piccola popolazione sarda attraverso un programma di ripopolamento di Grifoni importati dalla Spagna e dall’Olanda, la realizzazione di una rete di carnai aziendali distribuiti nell’areale di alimentazione della specie, la costituzione del gruppo cinofilo antiveleno e numerose attività di informazione e sensibilizzazione diffuse nel territorio. Determinante anche la riattivazione del carnaio presente all’interno dell’oasi faunistica di Prigionette. Nello stesso carnaio grazie ai costanti monitoraggi è stato possibile avvistare gli avvoltoi capovaccai che hanno messo su casa anche loro lungo le falesie di Capo Caccia, ormai già da quattro stagioni. A significare che l’areale di Porto Conte sta diventando “attrattivo” per tante specie ornitiche di interesse conservazionistico. “Tali dati sulla colonia di grifoni- spiega il presidente del Parco di Porto Conte Raimondo Tilloca- non possono che testimoniare l’efficacia dell’attività e del ruolo svolto dal Parco di Porto Conte e dell’Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana, che si stanno caratterizzando nell’ambito della porzione nord occidentale della Sardegna come “hub avifaunistico” di notevole valore per la conservazione al livello internazionale.” Di fondamentale importanza anche l’operazione di riordino e razionalizzazione degli accessi e della rete dei sentieri naturalistici realizzati dal Parco lungo la penisola di Capo Caccia al fine di evitare avvicinamenti indiscriminati sui siti di riproduzione.