La recensione del critico e storico del cinema Raffaele Rivieccio. Nuovo successo per la rassegna “Incontri con il cinema sardo” dell’Associazione “Il GREMIO” alla Casa del Cinema di Roma in collaborazione con Cittadini del Mondo Cagliari
Una serata all’insegna dell’arte cinematografica, della cultura e dell’impegno sociale, quella organizzata alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese dall’Associazione dei Sardi di Roma “IL GREMIO” in collaborazione con l’Associazione Cittadini del Mondo di Cagliari.
La rassegna “Incontri con il cinema sardo” curatada Franca Farina, instancabile promotrice dell’arte cinematografica, annovera un nuovo successo di pubblico e di critica con la doppia proiezione lo scorso 29 ottobre dei documentari di Karim Galici , “Dall’est con amore. Quattro storie di vita e integrazione” e“La vita sopra ogni cosa. Storia di un Padre Ortodosso in Sardegna”, entrambi prodotti da Cittadini del Mondo OdV di Cagliari.
La sala gremita ha seguito con grande interesse i film e ha partecipato attivamente all’incontro con il regista Karim Galici, coordinato da Antonio Maria Masia, presidente Associazione dei Sardi di Roma “IL GREMIO” e arricchito dall’intervento di Raffaele Rivieccio, storico del cinema, e le testimonianze di Inna Naletko, docente e fondatrice della Biblioteca Rodnoe Slovo presso l’oratorio Sant’Eulalia di Cagliari, crocevia di tante delle storie al centro dei due documentari, e di Giuseppe Carboni, presidente di Cittadini del Mondo OdV.
Antonio Maria Masia, presidente Associazione dei Sardi di Roma “IL GREMIO” dopo aver ricordato lo strettissimo congenito legame fra il Cinema e l’Associazione dei Sardi di Roma in essere sin dal 1948 quando patrocinò il primo film sardo del dopoguerra, Altura, diretto dal regista Mario Sequi con la colonna sonora del Maestro Ennio Porrino (entrambi sardi e cofondatori del Gremio), interamente girato ad Aggius su tema sardo con Massimo Girotti, Eleonora Rossi Drago e Roldano Lupi, film recuperato dal Gremio e ristrutturato dalla Cineteca Nazionale grazie a Franca Farina, ha sottolineato che:“i due documentaridi Karim Galici, ambientati in Sardegna, hanno saputo raccontare, in maniera coinvolgente ed emozionante ad un pubblico numeroso particolarmente attento e sensibile, storie vere di vita vissuta, nell’ambito del mondo dell’immigrazione che, come giustamente sottolineato nel corso dell’intenso incontro con il pubblico, comporta continuo dialogo, equilibrato confronto è umana tolleranza.”
Raffaele Rivieccio, critico e storico del cinema ha così commentato i lavori dell’autore sardo: “Con i suoi due film, Galici porta avanti una difficile operazione di restituzione di storie complesse, talvolta struggenti, di sradicamento dalla propria “heimat” d’origine e di rinascita in una vita nuova, in una terra nuova, la Sardegna, provando comunque a mantenere una sua autorialità e creatività. Ne escono fuori due film documentari che riescono a camminare sul sottile crinale tra pura osservazione ed ascolto dei protagonisti e riconoscibilità di un tocco registico. Nel primo documentario, soprattutto nel lavoro “redazionale” di scelta delle donne migranti e delle loro storie. Nel secondo documentario, Galici si interroga sullo statuto ontologico del documentario contemporaneo. Che, oltre l’ascolto e l’osservazione “passiva” delle storie, pedina “zavattinianamente” i suoi protagonisti. Come nel caso del padre ortodosso che, nel corso della lavorazione del film, subisce un gravissimo lutto e quindi costringe il regista a cambiare completamente “l’anima” del film che stava realizzando. Il documentario “di servizio” diventa un partecipato e sofferto “videoabbraccio” per far sentire vicini a Padre Nikolaji non soltanto lo stesso Karim ed i suoi collaboratori ma anche tutti gli spettatori che potranno vedere il film. I due lavori realizzati da Galici insieme a Cittadini del Mondo, sembrano già essere i “numeri zero”, il format per ripetere l’operazione in tante altre comunità di migranti o con singole vicende umane. Umanità, anzi Umanesimo, che non sembra certo mancare al tocco creativo e tecnico del regista Karim Galici.
Giuseppe Carboni presidente di Cittadini del Mondo OdV, – “La tappa a Roma nella prestigiosa Casa del Cinema a Villa Borghese, è stata organizzata in maniera impeccabile dall’Associazione dei Sardi “IL GREMIO”, che si dimostra parte integrante del mondo culturale della Capitale e proprio per questo capace di coinvolgere pubblico e esperti di altissimo livello per un confronto approfondito, mai banale e ricco di stimoli. La rassegna Incontri con il cinema sardo, curata da Franca Farina, ha offerto una vetrina nazionale prestigiosa, un’opportunità dal valore inestimabile.”
Biella (Circolo dei Sardi “Su Nuraghe”), Siena (Circolo dei Sardi “Peppino Mereu”), Perugia (Associazione Culturale Sarda “Shardana”), Cinisello Balsamo (Alleanza Milanese Immigrati Sardi APS), Roma (Circolo Il Gremio dei Sardi), sono le organizzazioni aderenti alla F.A.S.I. che sino a questo momento hanno ospitato i documentari di Karim Galici, una collaborazione che non si è limitata ad un confronto fra realtà di immigrazione e di emigrazione con la Sardegna punto di contatto, ma ha consentito un utile scambio fra diverse realtà regionali. Inoltre ulteriori tappe sono state a Genova, Moneglia, Napoli, Grosseto. In Sardegna oltre la premiere nazionale a Cagliari, le tappe sono ospitate a Escolca, Guasila, Thiesi, Meana Sardo, Bottidda. Ma la programmazione toccherà ulteriori località sarde e dell’Italia continentale.
Una esperienza molto positiva che sottolinea il Carboni – “vogliamo ulteriormente consolidare organizzando nuove tappe entro il luglio del 2023 sperando di poter contare sulla collaborazione delle organizzazioni aderenti alla F.A.S.I. e di altre organizzazioni sparse nel territorio nazionale ed estero. La collaborazione con le associazioni dell’emigrazione sarda ha dato e darà sicuramente un ulteriore valore aggiunto all’iniziativa”. In Sardegna la collaborazione coinvolgerà le amministrazioni comunali e i sistemi bibliotecari.