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Università in Italia: com’è cambiata nel corso del tempo?

L’Università è probabilmente una delle istituzioni più antiche che si possono annoverare in Italia. Molte forme di governo sono passate, dalla divisione in Regni, fino all’unificazione d’Italia, dal regno dei Savoia e dai tempi del Fascismo, fino all’avvento della Repubblica, della democrazia e dell’avvicendarsi dei governi fino ai giorni nostri.

Dal Medioevo fino agli albori del nuovo millennio, l’Italia ha conosciuto molti cambiamenti sul piano politico, sociale, culturale. Tra tutti questi, però, c’è un caposaldo che è rimasto fisso e ha accompagnato il Bel Paese in tutte queste mutazioni, facendo da “palcoscenico” alle menti più brillanti della Scienza, della Letteratura e persino della Religione: l’Università.

L’università in Italia ha una storia molto antica che affonda le sue radici nel Medioevo, con l’istituzione degli atenei più storici, i primi al mondo, solcati da personalità come Galileo Galilei, Giosuè Carducci e molti altri.

Da allora, fino alle più innovative università telematiche, anche il sistema universitario italiano ha conosciuto molteplici cambiamenti, prevalentemente di natura legislativa, legati al controllo e alla gestione organizzativa e didattica.

Si è passati da Atenei sotto il completo controllo statale nei primi anni dello scorso millennio, fino alla loro quasi completa autonomia, dall’istituzione delle Università Private, agli inizi del Novecento, alla nascita di quelle Telematiche, appena vent’anni fa.

Le università online, infatti, rappresentano l’ultima frontiera della formazione universitaria, che diventa sempre più vicina e alla portata di chiunque ambisca a conseguire un titolo di laurea.

Optare per un’università telematica, infatti, permette a chiunque di studiare seguendo un percorso universitario e conseguire una laurea legalmente riconosciuta, senza la necessità di trasferirsi in una differente città e lasciando la possibilità di conciliare studio e lavoro.

Ma è sempre stato così? Scopriamolo insieme, in una rapida disamina delle evoluzioni che l’università ha conosciuto in Italia.

Dal Medioevo al Fascismo

Come tutte le narrazioni storiche, anche quella relativa all’università va inquadrata in precisi momenti storici, perché da questo dipende il contesto in cui si è inserita e caratterizzata.

Nei suoi primi anni, l’Università era appannaggio solo per pochi eletti, figli di famiglie aristocratiche e borghesi, che ambivano a ricoprire ruoli sociali elevati.

Le “facoltà” erano poche e riguardavano le professioni più importanti del periodo, dalla Medicina alla Giurisprudenza, passando per la Farmacia e gli studi Classici.

Erano pochi gli ambiti di attività in cui era necessario operare solo dopo aver conseguito un titolo di Laurea. Erano tempi in cui i lavori erano ancora prettamente manuali.

Solo i professionisti dell’ambito sanitario e legale, oltre al personale docente, avevano accesso alla laurea. Le università erano ancora poche, concentrate nei centri nevralgici dell’economia italiana.

Questa forma di accesso elitaria al mondo dell’Università è durata per molti secoli, fino al XX secolo, quando, contestualmente alla diffusione del socialismo nacquero molte università popolari e, intorno agli inizi del 1900 vennero istituite le prime due Università private italiane, autorizzate a rilasciare titoli di laurea riconosciuti dalla legge.

Dal Fascismo ad oggi

Durante il periodo fascista le università subirono una nuova stretta. Con la riforma Gentili gli atenei vennero classificati in Tabella A, con diritto all’esclusivo finanziamento da parte dello Stato, e Tabella B, che avrebbero ricevuto dallo Stato solo un finanziamento parziale. 

L’accesso alle facoltà era ancora ridotto, a numero chiuso e riservato solo a chi aveva conseguito la Maturità Classica.

Bisognerà aspettare il Secondo Dopoguerra e la nascita della Repubblica Italiana, per veder riconosciuto il diritto all’insegnamento, sancito dall’art. 33 della Costituzione Italiana.

Da allora è stato un susseguirsi di riforme, prima conseguenti alle rivolte del Sessantotto, anni in cui veniva rivendicata l’abolizione dell’accesso a numero chiuso tra le altre richieste, fino all’Istituzione della formula 3+2, con la Legge Bassanini, dalla nascita di numerosi altri corsi di studio che avrebbero dovuto tener conto delle esigenze del mercato lavorativo locale, all’istituzione della Università telematiche nel 2003 con la Riforma Moratti.

In questo modo, il processo di avvicinamento del mondo universitario alle esigenze della popolazione ha mosso un notevole passo avanti, offrendo a chiunque un ampio spettro di indirizzi tra cui scegliere, per avere maggiore accesso al mondo del lavoro e maggiori opportunità di carriera.

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"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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